L'autista Ciro aveva parcheggiato la limousine proprio di fronte all'Istituto per riportare Teresa e Angela alla villa.
《Ancora mi ci devo abituare a tutto questo...》commentò la ragazza, mentre usciva dal portone con il compagno di classe Arturo.
《Beh, oggi in classe ti sei trovata subito a tuo agio, eri più preparata tu da autodidatta che noi tutti in due anni di ginnasio!》osservò il giovane.
《La nostra maestra ad Aci Trezza diceva che l'unica maniera per salvarsi è l'istruzione》raccontò la Salina.
《Saggia questa maestra, molto più di tanti professoroni...》fece Di Castro.
《Teresa!》la chiamò Angela. Stava arrivando col nuovo amico Emanuele al fianco.
《Dobbiamo andare, tanto ci vediamo domani...》disse allora Teresa.
《Sì certo, a domani!》esclamò Arturo.
《A domani, Emanuele!》fece Angela, salutando il compagno di banco.
《Ciao, Angela!》salutò il ragazzino.
Poi, quando si furono allontanate, la più piccola delle due chiese divertita: 《Miii, arrivasti stamattina e già ti sei fatta lo zito?》
La sorella maggiore arrossì e la guardò costernata.
《Ma sei scema? Non tengo nessuno zito... Stamattina ci conoscemmo... Piuttosto pensa a te!》ribattè la sedicenne.
《Emanuele e io amici siamo!》replicò la sorellina.
《Amici o non amici, mammà darebbe delle svergognate a tutte e due...》commentò la maggiore, salendo in macchina.
《Più svergognate di Azzurra Filangieri?》domandò la minore.
《Quello mai!》la rassicurò Teresa, mentre Ciro le salutava e metteva in moto.***
Intanto a casa Rosaria e Marta guardavano con sospetto un biglietto arrivato pochi minuti prima: un invito della contessa Maria Scapece di Posillipo.
《È una mia cara amica e una mia affezionata cliente, le disegno personalmente una linea di abiti!》spiegò Marisa.
《Ed è una delle donne più in vista di Napoli e dintorni, nonché amica di vecchia data della contessa Gargiulo, buonanima!》si aggiunse Umberto.
《E perché ci tiene tanto a conoscerci questa contessa Scapece?》domandò Rosaria.
《Beh, perché siete le nipoti di donna Elisa, e poi perché è ora che facciate il vostro debutto in società》rispose Renato.
《Come diceva don Antonio Di Biase?》chiese Marta.
《Esattamente》rispose sua zia.
Quando anche Teresa e Angela furono a casa, vennero immediatamente informate.
《Un ricevimento vero? Come quelli dei baroni Palmieri ad Aci Trezza?》domandò eccitata Angela.
《Farete bene a dimenticarvi di quei provincialotti che nominate sempre, perché incontrerete davvero la crema della società!》le ricordò Marisa.
《E ci dobbiamo vestire molto eleganti?》chiese Teresa.
《Dovrete essere le più eleganti di tutti, dopotutto questa è la vostra festa!》sorrise la Ferrante.
《E ci vestirai tu, zia?》domandò Marta.
《Sì, ma con l'aiuto di don Antonio 》precisò la stilista. "E della Madonna della Provvidenza" volle aggiungere guardando la faccia contrariata di sua sorella Rosaria, ma se lo tenne per sé.***
《Allora, come è andato il primo giorno di scuola?》domandò Marisa a Teresa e Angela mentre pranzavano: il cuoco Mariano aveva preparato gamberoni saltati in padella e insalata cappuccina.
《È stato bellissimo, abbiamo parlato degli autori latini e greci!》esclamò Teresa.
《Noi invece delle divisioni a tre cifre! E poi ho trovato un amico, Emanuele Cerulli 》disse invece Angela.
《Cerulli hai detto?》intervenne la zia.
《Sono una delle famiglie più ricche della città. Le Acciaierie Cerulli servono tutta Europa e anche l'America!》spiegò Umberto.
《Anche Teresa ha trovato un amico!》aggiunse poi la più piccola delle Salina prendendo in giro la sorella maggiore.
《Ah, davvero?》fece Rosaria guardando dritta negli occhi la figlia di mezzo.
《Sì, si chiama Arturo Di Castro》si affrettò a dire Teresa, mascherando a fatica l'imbarazzo.
《E anche questo Arturo è un riccone?》domandò la Salina.
《I Di Castro possiedono un sacco di cantieri. Nel giro di pochi anni hanno costruito da zero un sacco di nuovi rioni!》spiegò Renato.
《Ve lo avevo detto che avreste incontrato solo il meglio all'Istituto del Sacro Cuore!》affermò Marisa.
《Anche ad Aci c'era gente perbene, anche senza titoli e possedimenti》commentò Rosaria con diffidenza.
《Se permettete, signora, non dovreste usare sempre il vostro paese natale come metro di paragone...》le consigliò Alfonso, ma si pentì subito di averlo fatto, perché la donna lo guardò malissimo, come se volesse fulminarlo all'istante.
《Sei un tuttofare o un maestro delle cerimonie?》gli chiese.
《Un tuttofare》sospirò il ragazzo.
《Ecco, bravo. Allora pensa alle piante, che per i consigli di questo genere posso tollerare al massimo solo don Antonio!》ribattè risoluta la Salina.
Il resto dei commensali si guardarono tra loro: anche se era una persona chiusa alle novità, Rosaria aveva per contro imparato benissimo a fare la padrona.***
Marta non aveva parlato per tutto il pranzo. Solo Teresa ci aveva fatto caso: lei e la sorella maggiore avevano quattro anni di differenza, ma la più giovane riusciva a capire con uno sforzo quasi nullo tutto ciò che passava per la testa alla maggiore.
《Perché non hai parlato per tutto il pranzo?》le chiese entrando nella sua stanza, dove la porta era aperta.
《Tengo dei pensieri》rispose Marta.
《Gennaro Esposito?》domandò Teresa.
《Secondo te ci sarà pure lui alla festa della contessa Maria Scapece?》chiese la prima.
《È un artista famoso a Napoli e dintorni, penso proprio di sì. Con la sua fidanzata》rispose la seconda, sottolineando le ultime parole.
《Ambra Filangieri》disse la maggiore con una punta di disprezzo.
《Sei gelosa?》domandò la minore.
《Io? Di quella? È figlia di una cantante povera e svergognata, mentre io sono Marta Gargiulo, è tengo dei titoli nobiliari!》fece stizzita l'una.
《Non sarà rubando lo zito alla figlia che la faremo pagare alla madre, questo diglielo pure a mammà》replicò l'altra, che aveva capito le intenzioni di Rosaria dalla sera in cui Marta e Alfonso erano stati al Mandolino Rock.
《Io non voglio rubare nessuno zito. Gennaro veramente mi piace. È intelligente, sa un sacco di cose che io non so, e poi fa un'arte tutta particolare che non è brutta...》ribattè Marta.
《L'arte contemporanea?》l'aiutò Teresa.
《Sì, quella》rispose sua sorella.
《Secondo me dovresti farti una cultura, per entrare in confidenza con lui. Poi se son rose fioriranno, e sennò rimarrete amici...》propose la più giovane.
《Una cultura? Io?》domandò la più grande.
《Ovviamente. Ti aiuterò io. Vedrai, ti farò diventare una delle ragazze più colte di Aci Trezza e di Napoli!》affermò Teresa.
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Il canto del mandolino [Saga del Boom Economico]
Historical FictionNapoli, 1958. L'energica Rosaria Salina e le sue tre figlie Marta, Teresa e Angela, lasciano la natìa Aci Trezza per cercare il marito e padre, fuggito con l'amante, e al tempo stesso vengono a sapere dalla benestante ed eccentrica zia Marisa che ha...