Il mattino dopo Alfonso uscì per andare a comprare il pesce: il cuoco Mariano voleva cimentarsi in ricette orientali, che venivano dal Giappone - "Tengo genio 'e cucinà 'o pisc crur" aveva decretato - e ovviamente tutti i dipendenti avevano mandato avanti il giovane Capuano, il quale era stato incaricato di andare al mercato a scegliere con cura gli ingredienti, alcuni comuni - salmone, tonno, pesce spada, polpo, molluschi e riso - e altri da cercare bene, perché non tutti li vendevano: salsa di soia, salsa wasabi, radici e alga nori.
《Ma che r'è sta salsa 'e soia?》aveva chiesto il ragazzo.
《Quant si gnurant, Alfò! Chista è 'a salsa chiù importante della cucina giapponese! Non ti ricordi quando venivano l'ambasciatore e sua moglie da Tokyo, su invito della buonanima 'e donna Elisa?》ribattè il cuoco.
《Sì, ma al mercato ci andava sempre donna Laura!》replicò Alfonso.
《E mo invece ce vaje tu》concluse Mariano.
E così si era avventurato per le vie di Napoli a cercare qualche estroso commerciante che vendesse questi prodotti, quando all'improvviso qualcosa attirò la sua attenzione: era Ambra, e piangeva.
《Ambra! Che tieni?》chiese premuroso.
《Gennaro, Alfò... Gennaro mi ha lasciata!》confessò la Filangieri disperata.
《Come lasciata? Ma lo ha fatto veramente?》domandò Capuano.
《Sì, ha detto che si è innamorato di Marta Gargiulo... Mi ha giurato che mi vuole bene, ma che l'amore è n'ata cosa, che non può proprio resistere a questo fuoco che tiene dentro quando la vede, anche con tutta la buona volontà!》rispose la ragazza, piangendo più forte.
"Sì vabbuò, o fùoc... Chill vuliv 'e sord 'e donna Marta!" pensò il giovane, ma non volendo spezzarle ulteriormente il cuore, le disse: 《Dai, non piangere... Chi non ti vuole non ti merita!》
《Dici 'o vero?》chiese lei calmandosi un po'.
《Dico 'o vero... Anzi, ti voglio fare una proposta》fece lui.
《Che cosa?》domandò la prima, asciugando le lacrime.
《Mi accompagni a trovare tutte 'e cose che chillu scem 'e Mariano 'o cuoco ma itt 'e accattà? So tutte cose giapponesi...》rispose il secondo.
《Mi farebbe molto piacere!》esclamò Ambra, schiudendo le labbra in un sorriso.***
Nello stesso momento alla villa erano arrivati Calogero e Azzurra per conferire con Rosaria di ciò che era successo tra Marta, Gennaro e Ambra.
I due furono accompagnati dal maggiordomo Vito fino in salone, dove la siciliana li aspettava con aria altera.
《Calogero, Azzurra...》li salutò altezzosa.
《Rosà, ti dobbiamo parlare di una cosa importante》esordì Calogero.
《Vostra figlia Marta ha fatto lasciare la mia Ambra e il suo fidanzato Gennaro!》continuò Azzurra.
《'U saccio》rispose Rosaria.
《E allora, non dite niente?》ribattè la cantante.
《La cosa pure a mia sorprese》replicò la nobildonna.
《Ma io dico, donna Rosà, con tutti i ragazzi che stavano a Napoli, proprio a Gennaro Esposito si doveva pigliare vostra figlia? Tenete presente chi è? Avete impedito alla mia povera Ambra di fare un buon matrimonio!》si lamentò la Filangieri.
《Brutto è, quando si pigliano le cose degli altri, vero?》la sfidò la Salina.
《Che vuoi dire, Rosà?》fece Calogero, ma in realtà sapeva benissimo a cosa stesse alludendo sua moglie.
《Niente di importante, e comunque la cosa non fece impazzire nemmeno a mia, visto che Esposito è innamorato dei piccioli di Marta prima che di idda, ma tanto, Calò, tu la conosci nostra figlia: noi possiamo dire che il picciotto non ci piace, ma lei tiene la capa più dura...》replicò Rosaria.
《... del promontorio di Cariddi, 'u saccio》continuò suo marito, che sapeva di che pasta era fatta la figlia maggiore.
《E quindi che suggerite di fare?》domandò Azzurra.
《Di aspettare. Tempo qualche mese, e Marta si stuferà del picciotto. Magari perderà la capa per qualcun altro... Oggi Gennaro, domani chissà... Sono sicura che pure il suo nome si scorderà!》fece la siciliana in tono conciliante.
《E credete che tornerà da Ambra?》insistette la napoletana.
《Ma certo che tornerà, tutti gli uomini tornano quando sanno di avere sbagliato》rispose l'erede di Donna Elisa Gargiulo, sottolineando le ultime parole e indirizzandole al marito, che abbassò lo sguardo.
Rassicurati, i due se ne andarono e Rosaria li guardò andare via dalla finestra, compiaciuta: Marta non avrebbe mai rinunciato a Gennaro, e lei lo sapeva benissimo.***
Anche Teresa quel giorno non riusciva a stare tranquilla: era la vigilia della gara di matematica dell'Istituto del Sacro Cuore, e lei, per quanto si fosse esercitata fino allo svenimento, si sentiva ancora molto insicura.
Per fortuna c'era sempre Arturo a rassicurarla: quel ragazzo, coi suoi modi gentili, le dava una sensazione di pace e tranquillità.
《Devi stare serena, Terè. Li straccerai tutti, sei troppo brava》le disse.
《Non è solo questo, è che mi sento caricata di responsabilità... Mio padre crede in me e non devo deluderlo, mia madre non ci crede per niente e devo dimostrarle che invece ce la posso fare, e poi ormai tengo un cognome troppo ingombrante per infangarlo con una sconfitta...》ammise lei sospirando.
《Ascolta, Terè. Tu devi vincere prima per te stessa, e poi per tutti gli altri. Questa è la tua gara, non la loro. Al massimo possono essere contenti per te, ma tu tutto questo lo stai facendo prima di tutto per te stessa. Non dimenticarlo mai》rispose lui, prendendole le mani.
La ragazza sorrise: avrebbe tenuto in mente le parole di Arturo.
《Adesso però pensiamo alla lezione di oggi. Ti va se ripetiamo un po' di storia?》cambiò discorso il giovane Di Castro.
《D'accordo》concordò la Salina.***
Alfonso tornò con tutti gli ingredienti che gli aveva chiesto Mariano.
Marta rincasò proprio in quel momento: aveva un sorriso a trentadue denti.
《Miii, ma ti vuoi aprire un banco di pesce al mercato?》esclamò la ragazza, non appena lo vide così carico.
《Oggi Mariano vuole cucinare delle ricette orientali. Voi invece, come mai accussì contenta siete?》fece lui.
《Gennaro lasciò Ambra, come mi ebbe promesso!》gioì lei.
《'O saccio. Aggio incontrato la povera Ambra proprio stamattina, mentre andavo cercando tutte 'e cose giapponesi. Era disperata》replicò Capuano cercando di far sentire in colpa la sua interlocutrice.
《Io non ci posso fare niente se Gennaro si stufò di lei perché era brutta, povirazza e figlia di una svergognata》ribattè la Salina, senza pentirsi nemmeno un po'.
《È toccato a me consolarla, e sapete che vi dico? Che m'è piaciuto assai!》esclamò l'uno.
《Ah bene, anzi, fai meglio: mettetevi insieme. Tanto povirazzi tutti e due siete. Magari vi trovaste》commentò velenosa l'altra.
《Mi avete dato un'idea meravigliosa. Sono convinto che ci troveremo bene insieme, Ambra e io. Arrivederci, donna Marta!》rispose Alfonso, lasciandola lì, letteralmente spiazzata.
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Il canto del mandolino [Saga del Boom Economico]
Historical FictionNapoli, 1958. L'energica Rosaria Salina e le sue tre figlie Marta, Teresa e Angela, lasciano la natìa Aci Trezza per cercare il marito e padre, fuggito con l'amante, e al tempo stesso vengono a sapere dalla benestante ed eccentrica zia Marisa che ha...