QUEL MALEDETTO RICORDO (Cap.1)

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GIORGIO'S POV

Sono passati 4 mesi da quella chiamata che tanto mi aveva fatto stare in ansia. Per oltre due mesi sono stato con la paura che potesse succedere qualcosa a Pietro. Ah! A lui non ho detto nulla, non voglio farlo preoccupare o star male a causa mia.

Ricordo ancora quel giorno...

*FLASHBACK*

<Giò cos'hai? Chi era al telefono?> mi chiede Pietro preoccupato.

Si alza e viene verso di me <Giò?> mi richiama.

<Nessuno. Non era nessuno> rispondo secco e apatico.

<Non si direbbe dalla tua faccia> insiste. Cerca un contatto visivo con me, ma non riesco proprio a guardarlo negli occhi.

<Pietro non era nessuno. Un ragazzino voleva farmi uno scherzo e ho riattaccato. Mi danno fastidio questi scherzi. Tutto qui> mi siedo sul divano, seguito poi da lui.

<Va bene. Non rispondere la prossima volta allora> mi prende la mano.

Lo guardo e gli sorrido <Sì, hai ragione>

*FINE FLASHBACK*

Da allora non ne abbiamo più parlato. Lui stranamente mi ha creduto e io ho finto non fosse mai successo nulla.

Con Pietro comunque, va tutto benissimo. Siamo fidanzati da 4 mesi e per ora lo sa solo la Crew. Abbiamo però deciso di dirlo anche ai nostri genitori, e fra qualche giorno andremo a cena a casa di Pietro; sarà lì che riveleremo la nostra relazione.

Intanto io e lui ci vediamo quasi ogni giorno. Spesso a casa mia in città, che è ancora libera; i miei genitori hanno deciso di rimanere un po' di più nella casa in campagna, e io non posso far altro che approfittarne per stare con Pietro... spesso con la scusa di dover studiare o di dover registrare e montare i video.

Ogni giorno che passa, il mio amore per Pietro cresce e sento di non poter più stare senza di lui.

Oggi è Giovedì e finalmente lo vedo. Purtroppo il Lunedì e il Mercoledì non possiamo vederci a causa dello studio.. e questo non fa altro che aumentare la mia voglia di vederlo.

Sono appena uscito di casa e sto andando a prendere il mio ragazzo a casa sua. Mi fa ancora uno strano effetto chiamarlo così, ma è bello.

Arrivo sotto casa sua e lui è già fuori ad aspettarmi. Entra in macchina e mi da un bacio a stampo.

<Buongiorno piccolo> dico facendo retromarcia.

Noto Pietro mordersi il labbro inferiore. Mi fa impazzire ogni volta che lo fa.

<Pietro non farlo. Non ora> poggio la mia mano sulla sua coscia, come sono solito fare. Lui afferra la mia mano e la stringe.

<Non lo faccio apposta Giò. Mi viene d'istinto farlo ogni volta che mi chiami...> stringo la presa sulla sua coscia, lui si blocca un attimo, poi continua <in quel.. modo>

Mi avvicino sempre di più a lui <No Giorgio. Per favore non...> si ferma gemendo e chiudendo gli occhi.

Ha la sua mano appoggiata alla mia. Ha gli occhi ancora chiusi e si morde continuamente il labbro. Alleggerisco la presa sulla sua coscia. Lui sembra sollevarsi da quel gesto e riapre gli occhi.

<Perché devi fare sempre così?> chiede continuando a fissarmi.

<Perché mi fai perdere il controllo quando ti mordi le labbra> gli spiego mentre faccio partire la macchina e poggio nuovamente la mano sulla sua gamba.

<Tu non chiamarmi in quel modo quando siamo fuori> mi guarda serio, ma sento stringere la sua presa sulla mia mano.

<Piuttosto, hai detto ai tuoi genitori di Sabato?> chiede cambiando discorso.

<Non ancora, ma lo farò questa sera> lo guardo velocemente, per poi tornare a guardare la strada.

<Dai Giorgio, non aspettare sempre l'ultimo secondo> mi rimprovera.

Arriviamo sotto casa mia, parcheggio, ma prima di scendere dalla macchina mi giro verso di lui <Lo farò, promesso> per poi baciarlo.

Entriamo in casa, poso le chiavi e il cellulare nella mia camera e torno nel salotto, dove si trova Pietro, seduto sul divano.

Mi siedo accanto a lui, portando un braccio intorno al suo collo. Lui appoggia la testa sulla mia spalla.

<Allora? Cosa hai fatto ieri senza di me?> chiedo alternando lo sguardo tra i suoi occhi chiari e le sue labbra.

<Ieri... mi ha scritto una ragazza> mi guarda pensieroso <su Whatsapp> continua.

COSA!? Sento la gelosia salire su tutto il corpo.

<Chi è?> chiedo non facendo trasparire alcuna emozione.

<Sinceramente non lo so, e non so nemmeno come abbia avuto il mio numero> mi guarda.

<Giorgio non ti preoccupare. Io amo te e nessuno mi farà cambiare idea. Stà tranquillo> mi accarezza il collo, per poi avvicinarsi alle mie labbra e azzerare le distanze.

<Ho paura ti portino via da me. Tu sei mio Pietro e voglio che sia per sempre. Non sopporterei che qualcuno ti portasse via> dico abbracciandolo e stringendolo a me.

<Giorgio, nessuno mi porterà via da te. Io sono tuo e lo sarò per sempre> mi da un veloce bacio a stampo <E poi amo quando sei possessivo> si stringe a me, aggrappandosi alla maglia e rannicchiandosi al mio petto.

Lo abbraccio forte, come se qualcuno dovesse portarmelo via da un momento all'altro. E proprio in quell'istante mi vengono in mente le parole di quel tipo, che pochi mesi prima, mi aveva minacciato dietro un telefono.

"Tu soffrirai come un dannato, ma sta' attento perché con te soffrirà la persona che tu tanto hai amato"

A quel ricordo, rabbrividisco. Cosa avrà voluto dire con "la persona che tu tanto hai amato"? Io amo Pietro e lo amerò per sempre... ma allora, perché parla al passato?

Così tante domande mi invadono la mente e nessuna risposta a tranquillizzarmi.


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Ciao a tutti/e. Scusate per la lunga assenza.

Ecco il primo capitolo della seconda storia. Spero non sia troppo lungo e che non ci siano errori. Spero comunque che vi sia piaciuto e che vi abbia incuriosito.

Pubblicherò ogni giorno intorno alle 17, quindi ci vediamo domani col secondo capitolo.

Ciaoo

Due amici non solo amici 2 || MurrytekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora