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Annabeth's pov

Apro gli occhi e subito mi rendo conto di essere immobile

Non riesco a distinguere nulla, mi chiedo come abbia fatto Eliana a stare tutto quel tempo senza vedere

Piano piano comincio a riconoscere i contorni delle cose, e vedo che sono avviluppata in un intrico di fili bianchi

Volto la testa e accanto a me vedo Percy nella stessa situazione, che sta cercando di liberarsi in ogni modo complicando solo la situazione

-Percy- non mi sente - Testa d'alghe ascoltami! Smetti di muoverti, o ti ingarbuglierai ancora di più-

Lui si gira verso di me

-Sei impazzita spero, tu non hai visto cosa ci è passato davanti prima-

-No sentiamo-

-Secondo te questi sono solo fili bianchi messi a caso su una parete? Appiccicosi e che ti avvolgono più tu ti muovi?-

Sulle prime non capisco dove voglia arrivare

Anzi, capisco benissimo, ma mi rifiuto categoricamente di credergli

Purtroppo le mie speranze vanno in frantumi quando un rombo da far scuotere le pareti seguito dal rumore di passi fa smettere Percy di parlare

O meglio non passi, ma un ticchettio come di zampe

Quando un ragno delle dimensioni di un cavallo ci passa davanti non resisto più e scoppio in un urlo

Questo se ne accorge e rivolge le sue attenzioni su di me

-Mhmh... una figlia di Atena... non pensavo di avere mai la fortuna di incontrarne una...-

Una zampa pelosa si allunga verso di me e mi sfiora il viso

È in questo momento che credo veramente di poter morire

-PERCY! PERCY TI PREGO! FAI QUALCOSA!-

Odio sentirmi così, quella che chiede aiuto perché non sa difendersi da sola, che non riesce a mantenere l'autocontrollo, ma ora ho il cervello completamente spento

Sto solo pensando a quegli otto occhi lucidi e carichi di odio che mi stanno fissando e al mio riflesso terrorizzato in loro

Sento un rumore come di una frusta e in poco tempo davanti a me non rimane nulla se non polvere e il ricordo di quella... cosa che mi toccava

Vedo Percy con Vortice sguainato e che mi guarda col fiatone

Prima non stava cercando di liberarsi dimenandosi, ma stava prendendo la penna che aveva nella tasca dei pantaloni
Che stupida che sono stata

Con due colpi ben assestati Percy mi libera dalla ragnatela e lo ringrazio tenendo gli occhi bassi

-Ehi, sta tranquilla, è normale avere paura di qualcosa-

Annuisco appena e prendo il coltello che avevo infilato nelle scarpe

Non me ne separo mai, e fortunatamente non mi si è sfilato

Non so cosa potrei fare se lo perdessi

-Dai andiamo, non vedo l'ora di uscire da qua-

Percy si avvia e mentre guardo per l'ultima volta i fili strappati mi decido a seguirlo

Levante |Percy Jackson|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora