⏪ These days

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Le sue dita tremavano sulla tastiera virtuale del suo cellulare e vedere quel pallino verde accanto alla sua foto profilo, segno che in quel momento fosse online, le metteva ancora più ansia.

Prese un respiro profondo e iniziò a digitare il messaggio, lo rilesse più volte prima di inviarlo

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ixxv

Ciao, Riccardo, come va? Spero tutto per il meglio. So che potrebbe sembrare un po' avventato ma che ne dici di vederci? Così, giusto per parlare un po', è passato tanto tempo dall'ultima volta... ti va un caffè insieme verso le 15:00?

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Sudava freddo immaginando quale sarebbe potuta essere la sua reazione nel vedere un suo messaggio dopo più di un anno senza vedersi, dopo che lo aveva trattato in quel modo.

Non sapeva quanto tempo fosse passato dall'invio del messaggio, non sapeva nemmeno se lo avesse visualizzato o semplicemente ignorato.

Chiuse l'applicazione di Instagram e lanciò quella di WhatsApp, aprì la conversazione con la sua amica Jade:

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Gli ho scritto da un po' ma ancora non risponde

Credo che non mi abbia ancora perdonata

Be', effettivamente non dovrei nemmeno sorprendermi...
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Non comparse nemmeno la scritta "online" sotto il nome del contatto di Jade che le arrivò una notifica da Instagram, perse un battito nel leggere il nickname di Riccardo

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Scherzavo, mi ha scritto ora.

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Prese un lungo respiro immaginando cosa le abbia potuto rispondere, forse avrà declinato gentilmente l'invito, com'è sempre stato suo solito fare quando non gli andava a genio quella persona, o le avrà scritto un secco "no".

Aspettò un minuto, forse due, prima di aprire il direct, con un enorme peso sul petto si apprestò a leggere il messaggio:

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riccardodirigo

Buongiorno, è da molto che non ci sentiamo e non mi aspettavo per niente un tuo messaggio. Oggi la mia Schedule è piena ma sono riuscito a trovare uno spazio verso le 16:30. Incontriamoci al solito bar.

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La giovane donna dovette rileggere il messaggio più volte per rendersi conto che la persona che aveva trattato in quel modo osceno era disposta a vederla e parlarle di nuovo.

Ma giurò di non sentirsi meglio, il nodo allo stomaco diventava più stretto e quasi le veniva da piangere mentre brutti ricordi, passavano davanti ai suoi occhi come una pellicola. "Perché ha accettato?" si chiedeva ancora trattenendo le lacrime. Rendendosi conto che era passato un minuto di troppo dopo aver visualizzato il suo messaggio senza rispondere, digitò un semplice "a più tardi" prima di chiudere l'applicazione, bloccare lo schermo del telefono e sfogarsi in un pianto liberatorio, apparentemente senza motivo.

Dentro di lei c'era un turbine di emozioni che da troppo non provava e che, tutte insieme, non riusciva a controllare. Non spese molte lacrime ma si sentì subito meglio, più leggera, ed era una sensazione che la faceva sentire bene, almeno in parte.

Il pensiero di incontrarlo di nuovo la faceva sentire strana: felice ma timorosa, colpevole ma eccitata, debole ma decisa. Così tanti sentimenti contrastanti che, però, la riportavano in vita.

Il display del cellulare s'illuminò all'improvviso per una chiamata, il contatto era di Jade. La giovane sorrise asciugandosi le poche lacrime rimaste e senza indugiare rispose all'amica.

Prima delle quattro e mezzo, lei, era già lì, impaziente di scorgere la figura di Riccardo. Quanto dovette faticare per contenere l'ansia che le faceva mancare il respiro e tremare le ginocchia, si mordeva il labbro per placare il dolore allo stomaco mentre aspettava quello che, una volta, era il suo fidanzato.

Poi lo vide, stava camminando verso di lei, i capelli ricci che fluttuavano nell'aria, la sua figura slanciata era vestita elegantemente da una camicia bianca e da un paio di pantaloni scuri, accompagnati da un giubbotto di pelle color marroncino che faceva pan dan con l'abbigliamento.

Era una visione eterea per la giovane: lui era bello come sempre, un uomo irraggiungibile.

Lui si fermò a pochi passi da lei, la guardava negli occhi, ci si perdeva come la prima volta, dimenticando tutto il male. Forse era stupido, sì, ma non riusciva a stare lontano da lei.

Non sarebbe stato come prima, sentiva che qualcosa d'irreparabile, tra loro, si fosse rotto, ma quell'incontro sapeva di un nuovo inizio, una riscoperta, sia di lei sia di lui.

Lei trattenne un sorriso ma con scarsi risultati, aveva paura di sorridergli ma fu più forte di lei.

Gli sorrise. Le sorrise.

I loro cuori battevano come la prima volta, scalpitavano nei petti come cavalli selvaggi e i loro occhi brillavano, facevano primavera in pieno autunno.

«Riccardo»
Lo chiamò lei assaporando ogni sillaba di quel nome che suonava così soave e che la faceva sentire a casa, il riccioluto tirò di più gli angoli della bocca verso l'alto sentendo il suo nome da una voce così angelica e dolce, quella voce che gli mancava, che suonava melodiosa come una composizione ottocentesca
«Hey».

Fu un nuovo inizio per entrambi che aveva la stessa melodia di una grande sinfonia per orchestra e scuoteva le loro anime nel profondo.

Fu un nuovo inizio che li unì di nuovo, destinati a essere i protagonisti della stessa opera che terminava con rose lanciate sul palco e gli applausi del pubblico mossi da un raro, ma ben accetto, lieto fine.

Vivo Per Lei-Riccardo Di Rigo (Reader Insert)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora