⏪ The middle ⏩

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Erano l'uno di fronte all'altra, con i loro sguardi che fuggivano a quello dell'altro e l'imbarazzo che si respirava nell'aria.

"Ciao" fu tutto quello che si dissero prima di sedersi al loro abituale tavolino e ordinare le loro usuali bevande.

Solo il brusio delle voci degli altri studenti riempiva il silenzio tra i due che diventava sempre più rumoroso, da far sanguinare le orecchie. Lei, infastidita da quella situazione, decise di prendere in mano le redini della situazione
«Di cosa devi parlarmi?»
Chiese secca guardando la superficie del tavolino, lui non rispose subito, aspettò qualche secondo
«Sappiamo entrambi di cosa dobbiamo parlare»
Rispose a tono cercando un contatto visivo.

Lei sospirò e guardò verso la finestra che affacciava sui giardini della struttura scolastica per non guardare il compagno
«Devi dirmi qualcosa a riguardo?»
La stuzzicò, lei ancora non gli degnava uno sguardo, giocava nervosamente con le unghie delle dita contenendo lo stress della situazione poco piacevole
«E cosa dovrei dirti?»
«Non so, qualcosa come "scusa, Riccardo, per averti ignorato in questi sei giorni" o "scusa per averti trattato in quel modo, sei giorni fa"»
A quel punto, l'amica, gli lanciò uno sguardo di fuoco
«Ah! Ora dovrei essere io a chiederti scusa? Dopo che tu mi hai detto quelle cose?»
«Io ti ho detto solo di darti un contegno e di guardarti bene da chi frequenti»
«E ti sembra poco?»
«A me sì».

Lei lo guardò furente, lo stava letteralmente mangiando con lo sguardo ma a lui sembrava non importare per nulla
«È inutile che mi guardi così, lo sto dicendo solo per il tuo bene»
«E tu come puoi essere convinto di sapere cos'è buono per me o no?»
Silenzio
«So solo che non voglio vederti così sbandata»
Ammise lui
«Mi sono sempre preoccupato per te: per come ti sentissi, sia fisicamente sia mentalmente, quando mancavi alle lezioni, se ti sentivi giù. Io ho sempre provato ad aiutarti ed è quello che sto cercando di fare anche ora»
Spiegò calmo il riccioluto.

La sua voce calma portò un po' di pace nell'animo infuocato della giovane e si poteva notare dalla sua espressione che appariva meno tirata, si sentì colpita da quelle parole, ma non voleva cedere così facilmente
«Perché mi stai dicendo queste cose?»
Riccardo continuò a guardarla sereno e l'ombra di un sorriso comparve sulle sue labbra
«Perché io tengo a te più di quanto immagini».

Ci fu un altro attimo di silenzio mentre il cameriere poggiava sul tavolino il tè verde e il caffè macchiato con un bicchiere d'acqua e un piattino di biscottini. Lei mantenne quel religioso silenzio mescolando il suo caffè con il cucchiaino
«Io non smetterò di frequentare Falco»
Disse infine
«Posso solo prometterti di arrivare alle lezioni in orario».

Riccardo abbozzò un sorriso, prese dal piattino un biscotto e lo porse alla sua amica, lei, accorgendosi della mano, si voltò a guardare prima il biscotto e poi il compagno, visibilmente confusa
«Scusa per quello che ti ho detto»
Disse il riccioluto
«Ma capisci che l'ho fatto perché tengo molto a te»
Lei inarcò un sopracciglio
«Te lo dico perché sei la mia migliore amica».

La giovane guardò di nuovo il biscotto, poi di nuovo Riccardo, sospirò
«Solo perché mi piacciono questi biscotti»
Disse prima di prendere la frolla dalla mano dell'amico e mangiarla senza riuscire a trattenere un sorriso.

Vivo Per Lei-Riccardo Di Rigo (Reader Insert)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora