⏪ Oggi sono io ⏩

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Faceva girare i dischi con agilità impressionante, lei, e la folla sembrava divertirsi ballando sui suoi mix mentre Falco recitava delle poesie, scritte da lui stesso, a tempo con il beat.

Frank incitava gli studenti a ballare, si metteva in mostra sfoggiando movenze da professionista, sbizzarrendosi sulla pista da ballo.

Gli occhi di Riccardo, però, non si fermavano sul b-boy, né tantomeno le sue orecchie ascoltavano l'MC, la sua attenzione era tutta per la sua amica, concentrata nel creare il beat perfetto manipolando i vinili a suo piacimento.

La trovava così bella con quell'espressione, quando la vedeva interessata in qualcosa che la faceva sentire bene. La trovava così, inspiegabilmente, bella.

Il suo cuore scalpitava nel petto, sembrava quasi che fosse la musica a seguire il tempo dei suoi battiti, i suoi occhi erano languidi, sentiva le guance bruciare e sorrideva come un ebete osservando quella figura divina che si perdeva nella bellezza della sua musica.

Ah! Quanto avrebbe voluto baciarla in quel momento. Salire su quel palco e sfiorare le sue labbra come se tutto fosse normale. Come vorrebbe che lo chiamasse sul palco, lo abbracciasse, gli sussurrasse quanto lo amasse e che lo baciasse davanti all'intera folla che sarebbe pian piano scomparsa attorno a loro, dove avrebbe potuto essere suo e di nessun'altra.

Ma, a suo malgrado, sapeva che era qualcosa di irrealizzabile e che, se voleva che qualcosa del genere accadesse, doveva fare lui la prima mossa.

Le tenebre avevano avvolto la costruzione scolastica già da qualche ora, illuminavano solo i lampioni di luce giallastra che non permettevano di ammirare il cielo stellato.

Seduto su una panchina, Riccardo aveva appena inviato un messaggio a Gabriel, subito dopo ripose il telefono nella tasca dei pantaloni, guardò di fronte a lui e scorse la figura dell'amica che camminava disinvolta verso la panchina dove era seduto. Sorrise.

«Ricky!»
Lo salutò la giovane occupando il posto vicino all'amico che continuava a sorriderle, ampiamente
«Siete stati grandi!»
Si complimentò il riccioluto provocando una risata imbarazzata da parte dell'amica
«Lo pensi davvero?»
Lui annuì deciso
«Assolutamente!».

La coppia di amici stava camminando per la struttura discutendo dello spettacolo fino a sfociare nella musica in generale, poi, Riccardo, decise di deviare totalmente l'argomento
«Posso... parlarti di una cosa?»
La sua voce insicura accese un campanello d'allarme nella giovane che cercava di nascondere la preoccupazione, chiedendosi cosa fosse successo questa volta
«Dimmi tutto»
Lui prese un respiro e si fermò giusto sotto la luce di un lampione mettendosi di fronte alla sua amica, erano alti uguali e non doveva fare sforzi enormi nel guardare in alto o in basso per parlarle.

Esitò, si umettava svariate volte le labbra e spesso sfuggiva al suo sguardo da donna fatale che non poche volte lo faceva sentire impotente
«È da parecchio che voglio dirti questa cosa, però è sempre stato un casino provare a parlarne»
Ridacchiò nervosamente per poi sfumare quella risata in un tenero sorriso, seppur imbarazzato
«Io non voglio rovinare questo rapporto di amicizia»
Continuò giocando con le sue stesse dita
«Spero tu non mi prenderai per pazzo o robe simili».

Nel frattempo che Riccardo diceva quelle cose, l'ansia nello stomaco della giovane cresceva, lievitava
«Hey»
Lo chiamò lei dolcemente
«Sai che io non ti giudicherei mai e che non c'è nulla che possa rovinare il nostro rapporto»
Gli mostrò un sorriso rassicurante e lui si sentì calmare da una piacevole sensazione di calore che lei riusciva a infondere nel suo petto
«Grazie».

Prese un altro respiro, tremante, e incrociò le dita delle mani stringendo forte per contenere il tremore
«Tu ed io siamo amici da praticamente una vita, no? Da quando abbiamo iniziato il nostro percorso in questa scuola. Io -sospirò nuovamente per togliersi il fastidioso peso sul petto che non gli permetteva di respirare- io ti ho sempre voluto bene, sei stata la mia roccia in tutti questi anni, tu e Gabriel mi avete sostenuto e non avrei saputo cosa fare senza di voi»
Si dovette fermare un attimo per riprendere fiato e schiarire la voce, l'amica, già in tensione per il discorso a cui Riccardo girava intorno, si accorse della difficoltà dell'amico
«Ricky, stai calmo! Ce la fai? Vuoi sederti?»
«No! No, no, no! Ce la faccio, sì! Devo solo...»
Tremava con la voce e faceva respiri profondi che, però, non servivano a migliorare la situazione, aveva i palmi sudati ed era accaldato, giurava di essere vicino a un attacco d'ansia.

Lei, preoccupata, si apprestò a soccorrere il riccioluto ma lui, ancora una volta, rifiutò il suo aiuto
«Ascolta»
Riprese Riccardo, provando a ricomporsi
«È da un po' che provo qualcosa per te che è più di amicizia o affetto. Io penso che tu sia una bellissima ragazza e...»
A quel punto s'interruppe, aveva un'espressione abbattuta e rassegnata tanto che si voltò dandole le spalle e si coprì il volto con una mano per la vergogna
«Tu mi piaci»
Mormorò infine, insicuro, furono tre parole che colpirono la giovane diritta al petto e si sentì sia sciogliere sia essere invasa da una fastidiosa sensazione di ansia.

"Ed io non me ne ero mai accorta" pensò guardando la schiena dell'amico, lei non sapeva cosa provasse per lui, non negava che son state molte le volte in cui ha fantasticato su loro due insieme, fantasie che ha sempre represso perché considerava stupide e irraggiungibili.

Sentirlo pronunciare quelle tre parole permisero a qualcosa dentro di lei di muoversi, precisamente nel suo stomaco, anche più sotto, si avvicinò a Riccardo e gli poggiò una mano sulla spalla
«Ricky...»
Suonava dolce, la sua voce, alle orecchie del riccioluto che si voltò verso di lei senza, però, guardarla
«Da quanto?»
Lui alzò le spalle
«Un anno»
Silenzio
«Ne sei... sicuro?»
Lui annuì.

Ci fu ancora silenzio che, questa volta, fu rotto dai singhiozzi di Riccardo, dai suoi occhi nocciola iniziarono a scorrere lacrime salate che gli rigavano le morbide guance, l'amica spalancò gli occhi alla reazione dell'amico e andò in panico
«Ricky! Ricky, perché piangi?!»
«Mi dispiace!»
Singhiozzò prima di darle di nuovo le spalle e quasi correre via da lei
«Ricky!».

Perché? Oh, perché quella reazione? Perché piangere? Perché gli era così difficile saper gestire le sue emozioni? Forse non avrebbe dovuto dirglielo, forse aveva appena fatto la cazzata del secolo, come gli era saltato in mente di confessarle i suoi sentimenti quando era palese che lei non ricambiasse?

Si asciugava le lacrime con la manica della camicia mentre, a passo spedito, si dirigeva chissà dove, il più lontano possibile da lì, quando, improvvisamente, una presa ferrea sulla sua spalla lo obbligò a fermarsi, si voltò verso l'amica che, dal canto suo, aveva il cuore a pezzi vedendo Riccardo in quello stato.

Gli prese il viso tra le mani e asciugò le lacrime versate, in silenzio, guardandolo negli occhi
«Ricky»
Abbozzò un sorriso, lei
«È bello ciò che provi per me»
Ammise dolcemente ampliando di poco il sorriso
«Ma io non so cosa tu provi per me»
L'amica inclinò leggermente la testa di lato senza interrompere il contatto visivo
«Possiamo sempre provare»
Suggerì lei, sorridendo, lui, di tutta risposta, scosse la testa mordendosi il labbro inferiore
«Non voglio essere preso in giro»
L'espressione dell'amica divenne seria
«Io non voglio prenderti in giro, Riccardo, è l'ultima cosa che mi sognerei di fare».

All'udire di quelle parole, nelle iridi di Riccardo si accese una luce di speranza che sembrò riportarlo in vita, lei gli sorrise di nuovo e lo prese per mano
«Impegnati?»
Sul viso dell'amico si dipinse un sorriso smagliante, annuì deciso
«Impegnati».

Vivo Per Lei-Riccardo Di Rigo (Reader Insert)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora