Riccardo beveva nervoso il suo tè verde e picchiettava costantemente le dita sul tavolino di legno creando un suono ovattato di polpastrelli, Gabriel osservava preoccupato l'amico mentre finiva di masticare il biscotto rubato dal piattino di Riccardo
«Ricky, rilassati!»
Lo incitò il rosa con la solita voce calma e accomodante, di tutta risposta, Riccardo sbuffò e si passò entrambe le mani sul viso
«Non ci riesco!»
Esclamò esasperato e visibilmente in preda all'ansia
«Non ci riesco, davvero! Già non capisco come riesco a stare tranquillo quando siamo da soli, io e lei, come pretendi che le confessi i miei sentimenti!».Bevve un altro sorso del suo tè provando a trovare conforto nel caldo della bevanda
«Non glielo dico»
S'impuntò deciso
«Non posso»
Gabriel rimaneva composto ai mutamenti di carattere di Riccardo, abituato a vederlo così, ma dentro era infastidito dalla sua continua indecisione e cambi d'idea, da "lo faccio ora" a "scordatelo che lo faccio".«E invece tu puoi!»
Controbatté deciso l'amico
«Riccardo, questa cosa va avanti da, sì e no, un anno, non puoi continuare a tenertelo dentro»
Spiegò calmo il rosa, l'altro sospirò e buttò la testa all'indietro rimanendo in silenzio.«Ascoltami»
Riprese lui
«Fa' come dico io: chiamala e chiedile di uscire, fidati, accetterà»
«E tu come fai a dirlo?»
Il rosa tirò su uno degli angoli della bocca
«È la tua migliore amica, Riccardo, dopo di me, ovvio, accetterà di sicuro»
Il riccioluto guardò Gabriel e mostrò un sorriso riconoscente
«Ti ringrazio Gabi»
L'altro ricambiò il sorriso
«Fatti valere tigre».Diede un pugnetto amichevole sulla spalla di Riccardo che gli provocò un risolino, poi rubò un altro dei biscotti dell'amico, gesto che non gli andò molto a genio
«Sì, ma ora puoi smettere di mangiare i biscotti che ho pagato io?».Le aveva messaggiato venti minuti fa, il tempo minimo per lui di prepararsi e farsi trovare già al luogo dell'appuntamento. Riccardo teneva molto alla sua immagine, non ne era ossessionato, ma cercava sempre di apparire al meglio acconciandosi i capelli e scegliendo scrupolosamente gli abiti da indossare con i giusti abbinamenti di maglia, pantaloni e scarpe.
L'appuntamento era al disimpegno del dormitorio femminile nel tardo pomeriggio, Gabriel gli aveva consigliato una semplice passeggiata, una breve sosta a un bar e poi, se tutto fosse andato secondo i piani, Riccardo non avrebbe dovuto fare altro che essere sincero con lei sui suoi sentimenti.
Facile, no? Sembrava tutto facile, fin troppo. Per Riccardo non era facile per niente mantenere la calma, non era facile tenere ferme le ginocchia tremanti o asciutti i palmi delle mani. Deglutiva più volte per bagnare la gola secca e doveva fare respiri lunghi e profondi per non farsi prendere dall'ansia.
Passò un minuto da quando lui aveva raggiunto il posto, tutto normale, alcune ragazze passavano di lì e gli lanciavano degli strani sguardi che lo facevano sentire sempre più agitato. Tante ragazze ma di lei nemmeno l'ombra, "Non è da lei" pensò "Lei è sempre puntuale come un orologio svizzero".
Prese il cellulare dalla tasca dei jeans, avrebbe ingannato il tempo e scaricato la tensione con qualche gioco o facendo un giro sui social, magari sarà solo un innocuo ritardo, può capitare anche a lei. Tra le notifiche, un messaggio catturò la sua attenzione, quello di Gabriel:
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Sei con lei?
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Riccardo sospirò sconcertato
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Non è ancora arrivata
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La risposta da parte dell'amico non si fece attendere
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Stai tranquillo, arriverà tra poco
Non andare nel panico
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"Certo, mettiti tu nei miei panni" pensò Riccardo quasi infastidito.
Un minuto. Tre minuti. Cinque minuti. La gente passava ma di lei nemmeno l'ombra.
Sei minuti. Otto minuti. Venti minuti.
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Gabriel, non ne posso più!
Non risponde né alle chiamate né ai messaggi, le è successo qualcosa!
Non è da lei, le è successo per forza qualcosa!
______________________________Riccardo non si dava pace, il ritardo è umano, sì, ma venti minuti! Venti minuti tondi in cui lei non dava segni di vita, si sentiva vicino a un attacco di panico pensando ai terribili scenari possibili: "Forse, nel venire qui, qualcuno l'ha accoltellata e ha nascosto il suo cadavere!" pensava, e ancora "Forse era depressa e non me l'ha mai detto, io non l'ho mai notato e forse si è uccisa buttandosi dalla finestra! Però qualcuno l'avrebbe vista, ci sarebbe stato il panico".
La sua mente continuava a viaggiare e, più andava avanti, più il nodo allo stomaco diventava grande e stretto. Non sapeva quanto tempo fosse passato ancora, troppo impegnato a contenere l'ansia, quando una voce amica giunse alle sue orecchie
«Ricky!»
Riccardo portò la sua attenzione alla sua amica che correva verso di lui. Si sentiva sollevato e infastidito allo stesso tempo: era viva ma erano pur sempre più di venti minuti di ritardo.«Dov'eri?!»
La rimproverò il riccioluto
«Non ti sei fatta sentire!»
Lei affannava tenendosi sulle ginocchia
«Mi dispiace»
Biasicò
«Mi sono trattenuta troppo in un impegno già programmato»
Riccardo inarcò un sopracciglio
«Che genere d'impegno?»
Domandò freddo, lei si ricompose e lo guardò mettendo entrambe le mani sui fianchi, esitò nella risposta
«Ho... dovuto risolvere una questione»
«Che questione?»
«Con un amico»
«Chi?»
«Falco».Riccardo ridusse gli occhi a due fessure sentendo quel nome
«Spero vivamente fosse una questione così importante da farti arrivare qui con venti minuti di ritardo!»
«Dovevamo metterci d'accordo sull'esibizione»
Lo sguardo di lui divenne di fuoco, era adirato, ed era solo grazie al suo innato autocontrollo se non era ancora esploso, sia dalla rabbia sia dalla gelosia.«Capisco»
Chiuse il discorso secco, ci furono attimi di silenzio in cui i loro sguardi non s'incrociavano, una situazione che per l'amica era diventata insostenibile
«Allora»
Ruppe il silenzio
«Dove andiamo?»
Riccardo sospirò nervoso, ormai erano lì e il suo buon senso gli diceva che non era il momento di iniziare una discussione o disdire di punto in bianco
«Al bar».Durante la serata non parlarono molto, Riccardo faceva il possibile per non spiccare parola e dire qualcosa di offensivo nei confronti dell'amica, dal canto suo, lei, non riusciva a stare calma e sentiva che l'aria che si respirava non era quella di tranquillità. Inoltre, era terribilmente mortificata per aver deluso Riccardo, cosa per cui non si è nemmeno scusata per il troppo orgoglio.
A Riccardo, invece, passò completamente dalla testa il volersi dichiarare a lei, era l'ultima cosa cui pensava. I suoi sentimenti avrebbero dovuto aspettare ancora.
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Vivo Per Lei-Riccardo Di Rigo (Reader Insert)
Fanfiction||Riccardo Di Rigo x Reader|| Prequel di "Giovane Disorientato-Falco Flashman (Reader Insert)". La lettrice e Riccardo frequentano il liceo, sono due amici amanti della musica ed il loro amore si è spinto fino a farli intraprendere insieme la strada...