Capitolo 4.

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La sveglia comincia a suonare rumorosamente e io velocemente la spengo.

Non ho dormito tutta la notte. Dopo che gli ho risposto male, Liam se n'è andato senza dire niente. Mi sono e mi sento tutt'ora una grande stronza. Già è vittima di bullismo, poi se mi ci metto pure io, a momenti si suicidia.

Mi vesto velocemente, afferro la mia borsa e mi dirigo verso scuola.

Appena mi ritrovo davanti al cancello, intravedo Liam in lontananza, con la musica alle orecchie e a dare qualche calcio a dei sassolino con le sue... nuove scarpe? Sono contenta che se ne sia comprate delle nuove, le altre erano completamente rovinate.

Non ho il coraggio di andargli a parlare. Non voglio vedere il suo sguardo deluso guardarmi.

"Angel!" Potrei riconoscere la sua voce tra mille.

"Lou!" Saluto il mio migliore amico con un dolce abbraccio.

"Indovina che ti ho portato oggi?" Dice con occhi luminosi.

"Che cosa?" Chiedo eccitata e sorridendo come una bambina.

"Le tue caramelle preferite, le gelatine." Dice tirando fuori dal suo zaino un pacchetto di caramelle.

"Oh mio Dio, ma io ti sposo!" Dico saltandogli a dosso.

Lui scoppia a ridere e mi tira un pò su. Metto il pacchetto di caramelle nella borsa e prendo Louis a braccetto.

Immersa nei miei pensieri, non mi accorgo di quello che mi dice Lou.

"Allora?" Mi chiede mordicchiandosi il labbro inferiore

"Come scusa? Stavo pensando ad altro, perdonami." Dico alzando leggermente le sopracciglia.

"Non preoccuparti, ti ho chiesto se oggi ti va che ti accompagni agli allenamenti di calcio?" Dice avvolgendo un braccio intorno alle mie spalle.

"Si, mi faresti un grosso piacere. " Dico sorridendogli.

Sento la campanella suonare e quindi saluto molto velocemente il mio migliore amico.

Entro nell'aula di storia e mi siedo all'ultimo banco.

Vedo entrare Liam con la testa bassa.

"Sfigato!" Gli urla una ragazza dai capelli azzurri.

Mi sento male per lui, non so come si senti, ma posso immaginare che non sia molto bello.

"Troia!" Le urlo io difendendolo.

Incrocio per un secondo i suoi occhi, ma lui distoglie subito lo sguardo.

Si siede dall'altra parte della classe, quasi volesse stare lontano da me.

Afferro la mia borsa e mi siedo vicino a lui. Voglio aggiustare le cose.

Mi lancia un'occhiata e poi abbassa lo sguardo.

Entra il professore e comincia la sua lezione.

Mi ignora completamente. Devo farmi perdonare.

Decido di fare come alle elementari. Prendo un pezzo di carta, una penna blu e comincio a scrivere.

Scusa, mi perdoni?

   ¤ si.    ¤ No.

Mi sento piccola, ma almeno, appena gli mando il bigliettino, sorride.

Afferra una penna rossa e fa una crocetta. Accartoccia il foglietto e me lo passa.

Velocemente lo apro e noto che ha messo la crocetta su "Si.".

Sorrido e gli do una gomitata scherzosa.

"Mi piacciono le tue scarpe." Gli sussurro indicando indicando le sue vans rosse.

"Le ho comprate ieri, ho risparmiato cinque mesi per averle. " Mentre me lo racconta posso vedere i suoi occhi orgogliosi e io non posso fare a meno di intenerirmi.

Suona la campana e io esco dall'aula molto velocemente.

È ricreazione, ciò significa che posso mangiare le mie caramelle.

Mi incammino per cercare i capelli arruffati di Louis e appena lo trovo gli salto sulle spalle.

"Ciao scemo." Lo saluto arruffandogli i capelli.

"Ciao scema." Dice ridendo.

Mi sistemo meglio sulle sue spalle e lui con le sue bracce mi tiene come se fossi leggera come una piuma.

"Andiamo in giardino." Dico stringendo meglio il suo collo.

"Ai suoi ordini principessa." Sorrido e appoggio la guancia sulla sua testa.

Arriviamo in giardino e il moro mi fa sedere sopra un tavolo di legno.

"Allora, mangiamo le nostre merende?" Chiede Louis.

"Mi pare ovvio." Dico tirando fuori il mio pacchetto di caramelle.

"Ehi, non è giusto, tu hai la cioccolata!" Mi lamento indicando la sua merenda.

Fa spallucce e sorride maliziosamente. Da un mordo alla sua barretta e mi guarda.

"È così buona!" Dice massaggiandosi la pancia.

"Infame." Dico mettendo il broncio.

Scoppia a ridere e mi avvicina la cioccolata alla bocca.

"Solo un morso." Mi avverte.

Do un morso molto grande e scoppio a ridere.

"Hai quasi finito la mia cioccolata, questa è crudeltà!" Dice corrugando la fronte.

Scoppio a ridere e dopo un pò,  lui non resiste e si unisce a me.

"Non posso più lamentarmi di te, ormai questa storia va avanti da quando eravamo piccolissimi, ricordi?" Dice mettendo un braccio intorno alle mie spalle e dandomi un bacio sui capelli.

"Come poter dimenticare la tua faccia quando hai scoperto che avevo mangiato tutta la tua cioccolata." Dico ridendo e poggiando la testa sulla sua spalla.

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