1948

24 7 0
                                    

In quel periodo ero imbarcato sulla Torpediniera <<Libra>> era completamente diverso dalla vita che conducevo sull'Incrociatore <<Duca Degli Abruzzi>>, questa unità faceva base ad Ancona, ed era addetta alla sorveglianza dei nostri pescherecci, in quanto spesso pur pescando nel nostro confine nell'Adriatico, venivano fermati dalle motovedette Slave e sequestrate. Uscivamo con qualunque mare, nelle notti burrascose e fredde restavamo per due o tre giorni a fare avanti e dietro per l'Adriatico, le lamiere scricchiolavano ad ogni ondata che le percorreva da una parte all'altra, facendo sbandare la nostra unità violentemente. Da sotto ai locali riuscivo a sentire che gli sportelli degli stipetti che contenevano le stoviglie si erano aperti, dal rumore che facevano i piatti cadendo per terra, era impossibile andare nei locali per tutta l'acqua che vi entrava, mista al vomito di chi soffriva il mare e la puzza di nafta delle caldaie impregnava l'ambiente, erano sempre due o tre giorni di sofferenza e fame, in quanto mangiavamo solo qualche galletta. Una notte il piantone andò a svegliare un Ufficiale un uomo giovane imbarcato da poco, per il cambio della guardia in macchina, erano le 04:00 del mattino, dopo 20 minuti di attesa l'Ufficiale non si presentò e al controllo la cabina era vuota, lo cercarono per tutta la nave inutilmente, scoprimmo presto che uscendo dal locale e attraversando la coperta, con il forte vento e lo sbandamento della nave era scivolato cadendo in mare. Rientrammo subito a Brindisi, formando delle squadre sul tratto di costa per cercare il cadavere, con il binocolo scrutavo attentamente tra le onde, gli schizzi mi bagnavano le mani e il viso facendomi tremare tutto il tempo, tornammo esausti e senza l'Ufficiale. In quel periodo il Comandante era il signor Russo, un vero lupo di mare, io avevo la contabilità dei viveri, sigarette, cioccolata, liquori, munizioni e anche quella della cooperativa, notando la mia impeccabile precisione mandava spesso delle ottime note al Ministero, così mi guadagnai la sua fiducia. Poco dopo mi arrivò la lettera di domanda per passare gli esami e diventare Ufficiale, il Comandate Russo ne era entusiasta, tanto da volermi preparare lui stesso, ma dovetti rinunciare, sapeva che a Molfetta mi aspettava il mio grande amore, Anna. Una notte insieme a due marinai mi offrii volontario per pitturare un locale Ufficiale, restammo a pennellare fino alla mattina e per premio mi diede un permesso per andare a trovare Anna.

Le Mie MemorieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora