1939 Mussolini dichiara la guerra

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Roberto si è arruolato volontario in Marina, trasferito alle scuole a Pola in provincia di Istria, per frequentare il corso di mitragliere. Mussolini dal balcone in piazza Venezia, faceva discorsi che incitavano il popolo alla guerra e alla vittoria, tutti applaudivano e i gagliardetti con l'insegna del fascio venivano alzati ad ogni saluto al "Duce ". Anche io gridavo tra la folla, preso dal desiderio di dare il mio contributo e di fare il mio dovere, come richiesto a tutti gli italiani, per il bene della patria. Dalla dichiarazione della guerra in poi, iniziarono a manifestarsi i primi cambiamenti tra la gente, si respirava un'aria diversa, un velo di paure misto ad un po' di ipocrisia ricoprì la mia città, e non solo, così molti di loro cominciarono a farsi esentare per falsi motivi sanitari, e tramite forti raccomandazioni si facevano destinare negli uffici. Poco dopo cambiammo casa, andammo ad abitare in viale del Vignola n 73, per i frequenti cambiamenti di casa e il poco profitto a scuola, mio padre decise di mandarmi a lavorare alla Breda come apprendista, in via Guido Reni, vicino alla caserma della polizia dove faceva servizio mio padre. Era il mio primo lavoro, facevo anche i turni di notte destinato a una macchina di rettifica, dove arrivavano pezzi che servivano per le armi che la Breda forniva al Governo. Con la guerra, questa per la sicurezza di Roma, fu trasferita fuori città, e in molti fummo licenziati. Mi trovarono un'altro lavoro, presso il fornaio, nostro fornitore della spesa, e con la cesta sulle spalle più grande di me e il mio elenco, portavo la spesa a tutti i clienti tra cui Silvana Musitelli, conosciuta come Lilia Silvi, L'attrice che abitava in via Flaminia. Quando non potevo usare la bicicletta, approfittavo per fare una passeggiata con le mie consegne, ammirando sempre di più i posti che mi circondavano, durante i miei tragitti incontravo spesso la matrigna e Caterina che andavano a fare la spesa, con il passare del tempo crescevo forte e robusto.Benché questo mestiere mi piacesse poco, mi faceva sentire un piccolo uomo e soprattutto utile, nei confronti della mia famiglia visto che potevo contribuire anche io aiutandoli, non durò molto in quanto c'era un conflitto caratteriale verso un mio collega, che mi portò a licenziarmi per "quieto-vivere". Presto trovai impiego presso un corniciaio, dal signor Francesco Bottero, si trovava vicino Piazza di Spagna, quell'inverno fu particolarmente freddo, ricordo ancora quando  la mattina uscivo presto per andare a lavoro e tornavo a casa in tarda serata, in entrambe le situazioni ero abituato ormai a vedere solo il chiaroscuro mattutino e il buio della notte, per il freddo camminavo stringendomi e diventando sempre più piccolo. In poco tempo il signor Bottero e sua moglie mi presero in simpatia, tanto che non molto più tardi diventai per loro il figlio che non avevano mai avuto.

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