Ero di nuovo lì, nel suo ufficio spopolato a differenza del laboratorio in pieno movimento.
Ero di nuovo lì, a braccia conserte, in piedi di fianco a un Howard ancora abbandonato al sonno dopo una serata da sbronzo.
Cominciai a sbuffare e battere nervosamente il piede a terra.
Beato lui che riesce a dormire così tanto. In alcuni casi, come questi, un po' mi mancava la mia normalità, il riuscire a ubriacarsi e così dimenticarsi le cose per un po', oppure poter dormire così tanto senza pensieri.
Alzai gli occhi al cielo e, stufa, mi decisi a svegliarlo primo scuotendolo dolcemente e poi lasciandolo cadere letteralmente dal divano.
Si rimise in piedi in un attimo, come se avesse sognato di cadere da un grattacielo di 30 piani e di morire schiacciato a terra.
- C-COSA, COSA E' SUCCESSO?! S-SONO QUI - biascicò con uno sguardo allarmato girando più volte su se stesso per accertarsi che fosse tutto ok.
Lo guardai divertita con un sopracciglio inarcato.
- Terra chiama Howard. Sono io, ti ricordi di me?
- Elizabeth sì, ciao. T-tu... - disse indicando prima me poi il divano - c-cosa ci fai qui?
- Non ricordi proprio nulla?
- Mmh no. Da quanto sei qui?
- Non molto, ma sono ritornata.
- Ritornata è vero! Sono così contento di vederti dopo tanto, fatti abbracciare - disse venendomi incontro con i suoi vestiti impregnati ancora d'alcool.
- L'hai detto anche ieri.
- Ieri? Non ricordo di averti vista. Ahia! - esclamò portandosi una mano alla testa. Gli indicai la bottiglia riposta di fianco al divano.
- Ah, ora capisco. Beh, non mi resta che chiederti scusa qualsiasi cosa io abbia fatto.
- Nulla per fortuna, sai che posso essere sobria per entrambi.
- Già, che fortuna! - mormorò sarcastico.
- Che ore sono? - chiese.
- Le otto di mattina.
- E cosa ci fai qui? Come hai fatto a tornare?
- In un laboratorio pieno di uomini, scherzi? Non credi sia scortese far aspettare una donna fuori? Che razza di gentiluomo sei, Stark? - lo canzonai divertita.
- E' chiaro che non ti ci è voluto molto, ovviamente - affermò dopo avermi osservata in rassegna.
- Cosa posso fare per te?
- Spero tanto. Sai già di cosa dobbiamo parlare, vero?
- Fammi indovinare: il siero - prese nuovamente posto sulla poltrona dietro alla sua scrivania.
- Ti prego, non mi dirmi che resti così.
- Così come? - mi domandò sorpreso guardandomi con gli occhi da pesce lesso.
- Howard, detto francamente tra noi... puzzi.
Fece per odorarsi l'ascella ma si allontanò disgustato.
- Caspita, hai ragione. Che imbarazzo.
- Nessun problema. Inoltre sono io ad aver irrotto qui dentro senza un effettivo "preavviso". Prenditi il tuo tempo, ci vediamo a casa mia tra un'ora?
- Anche meno. Devo prenderlo come un appuntamento?
- Non sperarci troppo. Ci vediamo.
Spero davvero che rimandare quest'incontro porti a una buona conclusione.
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Io come te | Marvel
Fanfic1942. Elizabeth Erskine - figlia dello scienziato Abraham Erskine - conosce, grazie al suo amico 'Bucky', Steve Rogers a una festa e se ne innamora. Quando scopre che suo padre vuole rendere il ragazzo un super soldato, decide di diventare come lui...