L'indomani mi svegliai accecata dalla luce del sole e dai strambi rumori seguiti da un urlo acuto, provenienti dal piano di sotto.
Mi preparai in fretta, riponendo il necessario nella sacca, il tutto gentilmente offerto da Adelle.
Raccolsi i capelli in una treccia e scesi al piano inferiore.
- Adelle? - la richiamai, ma della dolce vecchietta non c'erano tracce.
Mi mossi con cautela, mettendo un passo dopo l'altro lentamente.
L'ostello era immerso in un tetro silenzio, un po' sinistro. Ogni cosa sembrava meticolosamente al suo posto, dando un senso d'inquietudine in quel posto vuoto, senza Adelle.
Non c'erano biglietti lasciati frettolosamente che indicassero il motivo della sua assenza. Mi sembrava impossibile che lasciasse questo posto incustodito.
- Qualcosa non quadra. - mormorai tra me e me.
Raggiunsi il bancone della reception suonando inutilmente il campanello. Perfino il televisore era spento.
All'improvviso quel posto aveva smesso di esistere, quasi fosse frutto della mia fantasia, abbandonato a se stesso.
Ma non stavo dormendo né fantasticando, per cui proseguii nella mia ricerca.
Raggiunsi la piccola cucina e, aprendo un cassetto del mobile laterale al lavabo, estrassi un coltello, lungo e affilato.
Tornai in salotto ispezionando quel luogo come non avevo fatto il giorno prima, trovando una porta semiaperta alle spalle del bancone. Udii un verso muto, un urlo soffocato.
Mi posizionai con le spalle al muro, una mano lungo il fianco a impugnare il coltello e l'altra sulla maniglia pronta per aprire.
Chiusi gli occhi e trattenni il respiro, per poi spingere la porta e ritrovarmi di fronte Adelle legata e imbavagliata a una sedia, alle sue spalle due criminali pronti a far fuoco con le loro armi e ucciderla.
Lo sguardo spaventato e preoccupato della dolce anziana mi strinse il cuore.
- Lasciatela andare immediatamente - sibilai a denti stretti - lei non c'entra nulla.
- Tu verrai con noi, e noi lasceremo lei. - parlava a spezzettoni, quasi fosse un robot.
- D'accordo, verrò con voi.
Mi arresi fintamente, riponendo il coltello nella tasca e tenendo le mani ben in vista.
Questi mi scortarono sul retro del locale, convinti di essere riusciti a catturarmi.
Li colsi di sorpresa, ribellandomi: diedi una gomitata al terrorista sulla mia destra, atto che lo fece piegare in due. Mi abbassai schivando il colpo dell'altro per poi colpirlo con un calcio nei "gioielli". Approfittando di questo momento di vulnerabilità, presi una loro arma e sparai in testa a entrambi, o almeno era quello a cui puntavo. Anziché morire dissanguati, essi si dissolsero davanti ai miei occhi diventando nient'altro che cenere.
Mi girai quell'arma fatale tra le mani lasciandola cadere al suolo spaventata e disgustata.
Tornai dentro per prestare soccorso ad Adelle, ma altri attentatori giungevano sul posto.
- Adelle sta tranquilla, va tutto bene. Ci sono io. - le dissi tentando di calmarla, nel mentre che la liberavo dalle corde - ho bisogno che tu ora scappi e vada via. Corri il più lontano possibile, mettiti in salvo e non pensare a me, d'accordo? Fa come ti dico.
Annuì più volte, decisa e spaventata, con gli occhi spalancati per la paura.
- Vai, corri! - urlai e la vidi sgattaiolare via da quel che poteva essere il suo unico vero rifugio.
Ripresi il mio arco e le frecce che il giorno prima avevo barattato in cambio di un posto in cui dormire. Mi nascosi dietro al bancone sbirciando di tanto in tanto per vedere quanti di loro arrivassero.
Potevo contare sui cinque sensi amplificati più uno: la forza di un super soldato.
Udii i loro passi felpati, stando ai rumori potevano esserne quattro in tutto.
Uno di loro mi passò di lato non accorgendosi della mia presenza e così, pronta per attaccare, scoccai la mia freccia mirando alla gola. Morì sanguinante dopo pochi secondi, a circa due metri da me.
Vedendolo a terra, gli altri tre si agitarono, raggiungendomi sul posto.
Non esitai a difendermi e controbattere quando loro lanciarono i loro maledetti colpi laser contro di me.
Rotolai indietro scansando un attacco e poi l'altro, staccai l'anta di un vecchio mobile in legno e la usai come scudo. Inutile dire che dopo poco diventò cenere anch'essa.
Corsi sul retro con l'intento di recuperare l'arma del precedente terrorista, la presi e sparai verso di loro polverizzandoli.
Avevo il fiato corto e il petto si alzava e abbassava velocemente nel tentativo di tornare a respirare regolarmente.
Vidi una motocicletta abbandonata vicino a un palo della luce. Notando i simboli incisi sopra doveva appartenere a uno di loro. Non ci pensai una volta di più e montai in sella, con ancora l'arco e frecce con me e il volto della dolce Adelle impresso nella mente.
Correvo senza fermarmi su quella due ruote a motore, percorrendo la strada di periferia della città. Avevo ucciso sei di loro e non seppi se essere sollevata o terrorizzata da questo.
Tagli una testa, ne spuntano due. Questa frase rimbombava nella mia testa come un cattivo presagio immortalato nel tempo, eterno.
Sapevo di non essere più inseguita, anche il mio sesto senso me lo diceva, ma non riuscivo a fermarmi.
La velocità manteneva viva l'adrenalina, senza di essa avrei perso le forze e sarei caduta nuovamente nella disperazione più totale.
Avevo la cartina geografia impressa nella mente, percui proseguii decisa verso la mia unica meta attuale: Brooklyn.
Nota Autrice
Non so più nemmeno io da quanto tempo manco, e non posso che chiedervi umilmente scusa per questo. La vita mi avevo risucchiata nella sua monotonia casa-lavoro-palestra-casa, dandomi a stento il tempo per mangiare e dormire. Per di più si era aggiunto il blocco dello scrittore e quindi R.I.P!
MA! Come promesso sono tornata. Certo, vi starete chiedendo "abbiamo aspettato così tanto per un capitoletto così inutile e breve?" lo so, avete ragione ancora una volta, ma vi chiedo di pazientare ancora un pò perché pian piano ci avviciniamo al più bello eheh.
Ah! Quasi dimenticavo. Ci tenevo a dire che ho deciso di partecipare ad un nuovo concorso "Contest for Talents 2018" di Beautiful-world e Annabeth024 che hanno dato vita a questa nuova iniziativa permettendo a chiunque di partecipare :) è molto semplice iscriversi.
Io sto cercando di impegnarmi il più possibile per far si che questa storia venga conosciuta da più persone possibili ma soprattutto che possa piacere, è il mio obiettivo ed è per questo che partecipo. Fatelo anche voi se vi va! ^^
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Io come te | Marvel
Fanfiction1942. Elizabeth Erskine - figlia dello scienziato Abraham Erskine - conosce, grazie al suo amico 'Bucky', Steve Rogers a una festa e se ne innamora. Quando scopre che suo padre vuole rendere il ragazzo un super soldato, decide di diventare come lui...