Prologue

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È quel suo modo di guardarmi, dritto negli occhi, a scavare fino all'anima. È quel suo modo tintinnante, sul quale dei due occhi posare lo sguardo.


Gotham City,11 Dicembre,14:30
Villa Wayne

Bruce's pov
Avete presente quella strana sensazione di vuoto,quella che si ha quando si pensa di aver fatto tutto tranne ciò che andava effettivamente fatto,quella che si ha quando l'unica cosa che sei in grado di fare è semplicemente attribuirti colpe su colpe?
Questo era quello che succedeva all'unico successore della famiglia Wayne,mentre guardava dal piccolo spiraglio della sua villa ormai mezza distrutta la città,che sembrava precipitare nel buio sempre di più ogni secondo che passava: c'erano sicuramente stati giorni migliori per il milionario,lì a Gotham.
Qualche tempo prima,e cioè prima che tutta la sconvolgente verità sui fratelli Valeska venisse a galla,se qualcuno avesse osservato Gotham da quella stessa finestra ci avrebbe apparentemente trovato una bella cittadina ordinaria,dove la gente cammina felicemente per le strade e la calma tra i cittadini regna.
Esatto,apparentemente; perchè,per quanto adesso rispetto a prima la situazione fosse degenerata,Gotham non era mai stata una cittadina per bene. La corruzione,difatti,regnava sovrana ed era raro trovare un solo cittadino non corrotto o senza la pedina penale sporca:
Non esistono eroi,a Gotham.
Questa era la frase che il popolo si era ormai ficcato in testa,dopo tutta la distruzione che era avvenuta in quella città,che ora sembrava stesse solamente bruciando tra le fiamme dell'Inferno.
Ad ogni luogo il suo proprietario,del resto...e se c'era qualcuno capace di essere paragonato a Lucifero,beh,quello era senza dubbio Jeremiah.
Jeremiah Valeska,figlio di Layla Valeska e fratello di Jerome Valeska,vissuto in un circo fino all'età di sette anni quando suo zio si decise a portarlo via da quel posto,dopo che lui ammise esplicitamente di essere stato minacciato di morte dal fratello gemello. Da allora ha iniziato a studiare come primatista,ha sempre frequentato le migliori scuole fino ad arrivare al college,dove,una volta finiti gli studi,ha deciso di trasferirsi lontano da Gotham ancora impaurito dalle minacce di Jerome,ora conosciuto come noto criminale,che già sapeva essere sulle sue tracce.
Purtroppo per quest'ultimo trovare il nascondiglio di Jeremiah era stato abbastanza facile,e non ci volle molto perché ritentasse di ucciderlo urlandogli contro che,se era diventato così,era stata solamente colpa sua...altro peso che aveva contribuito a rendere Jeremiah quello che era adesso.
Il criminale aveva poi deciso di tentare un vero e proprio attentato,creando un teatrino dove il piano era quello di uccidere,oltre che al primatista,anche Bruce Wayne stesso.
Peccato solo che non ci fosse riuscito,finendo per restarci secco...letteralmente.
Cadde da un palazzo alto più di 20 metri e allora di lui non si seppe più niente: il milionario aveva intanto legato con l'unico dei due fratelli Valeska rimasto in vita,aiutandolo con alcune delle sue invenzioni,e facendo in modo che esse fossero finanziate proprio dalla sua azienda.
Purtroppo però,poche settimane dopo,anche quest'ultimo aveva iniziato ad impazzire rivelando che i generatori di energia che la Wayne enterprises aveva finanziato fino ad allora erano solo un piano secondario per distrarre la gente da quello che era il suo vero ed unico scopo; ovvero,il piazzare così tante bombe per la città da farla evaquare totalmente,prima del grande botto.
Lui era un artista,e purtroppo aveva deciso che Gotham sarebbe stata la sua tela.
E,se c'era una cosa di cui Bruce era certo da quando aveva conosciuto Jeremiah,era che quando quest'ultimo si metteva in testa una cosa,niente e nessuno avrebbe mai potuto fargli cambiare idea.
Aveva detto che Gotham sarebbe esplosa entro 48 ore,e così fu.
Ora la città era quella che era,e se c'era una cosa per cui il moro continuava a maledirsi era proprio quella di aver aiutato Valeska con il suo progetto omicida.
«Ancora con la testa tra le nuvole,signorino?»
Ad interrompere i pensieri dell'adolescente fu Alfred,Alfred Pennyworth: maggiordomo di famiglia nonchè ufficiale tutore del ragazzo,che non aveva esitato un attimo a prendersi completamente cura di lui dopo la morte di Thomas e Marta Wayne,ovvero i suoi genitori.
Il ragazzo si limitò a passarsi velocemente una mano tra i folti capelli corvini,sospirando e lasciando che il volto gli ricadesse all'indietro,con l'altra mano a penzoloni che quasi arrivava a toccare il freddo pavimento della grande villa.
«Gliel'ho già detto, e sa bene che glielo ripeterò all'infinito,se necessario. Deve smetterla di attribuirsi colpe su colpe; ha cercato di dare il massimo,è questo quello che conta.»
lo spronò l'uomo sulla cinquantina d'anni,chinandosi di poco nella sua direzione,prima di adagiare delicatamente sul tavolino in legno della stanza un vassoio contente dei brownies appena fatti ed un succo di frutta.
Bruce guardò il piatto,poi il suo sguardo passò al maggiordomo,e poi di nuovo al pavimento; si sentiva perso,l'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento sarebbe stata quella di andare a cercare Jeremiah per fargliela pagare cara,ma era cosciente del fatto che Alfred non glielo avrebbe mai permesso.
«Non ho fame,Alfred...»
Mugolò lui,provando ad alzare leggermente la faccia dal cuscino in modo da farsi sentire meglio.
Sospirò,era cosciente che alla fin fine l'uomo sapesse bene del suo desiderio di vendetta e che,se avesse insistito ancora un po',magari lo avrebbe lasciato andare senza tante storie.
Ormai era quasi maggiorenne,aveva appena compiuto sedici anni e sapeva benissimo che avrebbe semplicemente potuto alzarsi da un momento all'altro e fare quel che doveva fare...ma era altrettanto a conoscenza del fatto che Alfred sarebbe andato a cercarlo,ficcandosi nei guai a sua volta e questo non poteva permetterselo.
Aveva già perso delle persone che nella sua vita erano state importanti,e non avrebbe lasciato che la persona che considerava come un padre avesse fatto la stessa fine.
Non questa volta,non lui.
«Senti,Alfred-»
«Bruce,perfavore,ne abbiamo già parlato. Sa bene come la penso e se crede che la lascerò andare da solo a compiere questa missione suicida,si sbaglia.»
Prima che il moro avesse potuto reagire in qualsiasi modo,una voce più forte e molto più scandita della sua intervenne,facendo rieccheggiare nella sala la propria risposta.
«Infatti non serve che vada da solo.»
Girando di poco lo sguardo,si poteva notare come la figura fosse appoggiata al muretto accanto alla finestra che,fino a poco fa,il milionario stava guardando.
Due occhi color verde smeraldo risaltavano in mezzo al buio di quel piccolo angolo,facendo ben distinguere quella sagoma femminile.
«Se serve,lo accompagnerò io.»
Alfred sgranò gli occhi,e Bruce si rimise in piedi per la sorpresa generale,avvicinandosi.
«Selina?»
«In carne ed ossa.»

Weakness ↬ Jeremiah×BruceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora