Capitolo 12

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Apro gli occhi impiegando almeno un minuto prima di rendermi conto di essermi svegliata. Le lampade in rame diffondono una calda luce sui nostri letti a baldacchino con le loro trapunte patchwork. Alzo il capo voltandolo verso sinistra, osservando come la mia compagna di stanza stia dormendo beatamente e russando leggermente. Quando Hagrid mi ha accompagnato al dormitorio, non ci ho pensato due volte prima di chiedere se potevo dormire insieme ad Alexya, e così è stato. All'entrata del dormitorio, Hagrid mi ha raccontato che ciascuna Casa ha un proprio codice d'accesso, quello dei Tassorosso è il più particolare. L'ingresso a quest'ultimo è costituito da un mucchio di grandi botti impilate in un oscura nicchia sul lato destro del corridoio. Per entrare si devono dare dei colpetti sul coperchio della seconda botte partendo dal basso, a metà della seconda fila, al ritmo di "Tosca Tassorosso", e il coperchio scivolerà di lato rivelando il passaggio. Nel caso si battesse sul coperchio sbagliato, o se il ritmo non fosse quello corretto, dell'aceto viene rovescito su chi sta cercando di introdursi illecitamente. Ammetto che è un sistema di sicurezza molto ingegnoso, come veri e propri tassi, gli studenti sanno esattamente come nascondersi e difendersi.
Sposto la coperta il più piano possibile mentre poggio i piedi sul pavimento freddo in legno.
Cammino avanzando col passo un paio di metri prima di prendere le mie Converse nere e infilarmele. Odo un mugolio provenire da Alexya, la quale successivamente si gira dall'altra parte del letto. Ringrazio mentalmente il sonno pesante della Tassorosso mentre pacatamente esco dalla porta lasciando nulla fuori posto. La sala è decorata con allegri colori giallo e nero. I legni dei tavoli sono di color miele e le porte che portano nei dormitori sono circolari.
Una volta fuori accelero i miei piedi per attraversare il più in fretta possibile il corridoio delle cucine di Hogwarts. Considero quest'ultima un vantaggio enorme per i Tassorosso che potrebbero fare spuntini a volontà quando vogliono. Se non ricordo male, la Sala Grande si trova esattamente sopra di me. Gli altri del primo anno sembrano così esperti di questa scuola, mentre io a malapena sapevo dell'esistenza delle quattro casate.
Decido di salire la rampa di scale alla mia destra, girandomi qualche volta indietro per accertarmi che nessuno mi stia seguendo. Non so precisamente dove stia andando, ma farei di tutto per non dormire e pensare. Non è passato neanche un giorno e già ho un enorme problema da chiarire, inoltre i professori non vogliono neanche aiutarmi.
Guardo il mio orologio notando che sono le cinque del mattino, e domandandomi se stia facendo la cosa giusta.
"Ma signor Silente!"
Mi blocco udendo la voce della McGonagall provenire dalla porta alla mia sinistra. Indietreggio un paio di passi mentre avvicino il mio orecchio alla porta, nel tentativo di percepire anche la voce del preside
"Minerva, non abbiamo scelta"
"Albus, è solo una ragazzina.."
Sento la voce grave dello stesso gigante che mi ha accompagnato al dormitorio
"Hagrid, sono della tua stessa opinione, ma il destino è chiaro. La leggenda sai cosa dice"
"Signor Preside, so di aver previsto l'arrivo dell'alea, però la leggenda potrebbe essere in parte vera, non del tutto"
L'intervento della signora Cooman mi fa staccare l'orecchio dalla porta, e notare dalla grande insegna color oro, che la porta a cui sto origliando è l'ufficio del direttore di Grifondoro
"Quindi vorreste dirmi che in realtà Hamilton non è reale mentre l'alea si! Che senso avrebbe?"
Il Signor Preside comincia ad alzare il tono mentre sento anche il battere di un pugno su una superficie liscia, il tutto mentre cerco di memorizzare il cognome emesso da questo.
"Silente si calmi"
"Severus è meglio che rimani in silenzio"
Cerco di appiccicare il più possibile l'orecchio alla porta mentre odo una voce maschile sconosciuta, che suppongo sia del professore con i capelli lunghi a caschetto che ho intravisto nella Sala Grande
"Capite la gravità della situazione? Una ragazzina che dovrà combattere contro il signore Oscuro! Neanche io sono riuscito a sconfiggerlo!"
"Silente non è detto che sia vivo!"
"L'alea è nata per una ragione, la leggenda dice che sarà l'unica in grado di sconfiggerlo. Questo è tutto"
Boccheggio mentre elaboro in pochi secondi l'ultima frase del preside. Mi accascio a terra mentre le emozioni prendono il sopravvento. Sento dei passi avvicinarsi alla porta. Alla velocità della luce mi alzo con tutte le forze che possiedo e mi precipito a compire il viaggio dell'andata al contrario.
Mi rendo conto di essermi allontanata anche troppo dal dormitorio ed incomincio a insultarmi e maledirmi mentalmente. Troppo presa dai miei pensieri non mi resi conto di essere sbattuta contro qualcosa, o meglio qualcuno.
"Watson?"
Avrei giurato fosse Alexya, ma i miei occhi non vedono che Casey, che si regge con le braccia indietro per mantenere l'equilibrio. Ella indossa l'uniforme ufficiale verde e argento, che alla vista mi fa torcere abbastanza il naso.
"Cosa ci fai qui?"
"Ti rivolgo la stessa domanda, Casey"
Mantiene sempre lo stesso sguardo freddo che possedeva alla Sala Grande, mentre si alza con la sua eleganza e si pulisce l'uniforme lucente, con senza neanche una macchia. Dimenticandomi della domanda le rivolgo il mio sguardo più sincero mentre lei una volta finito torna a guardarmi con la sua solita nonchalance.
"Posso sapere cosa ti ho fatto?"
Apre di più gli occhi osservandomi abbastanza curiosa, incrocia le braccia mentre io mi giro indietro nel tentativo di vedere se avessi seminato i professori.
"Assolutamente niente"
"Perché allora mi hai trattato in quel modo ieri? Se devi dirmi qualcosa fallo"
Apre la bocca per rispondere ma la richiude subito dopo, cosa che mi fa perdere la pazienza e pensare di lei negativamente, in tutti i sensi. Alza il braccio per accarezzarsi i capelli, girandoli di volta in volta
"Adesso sto con i Serpeverde. Se dovessi continuare ad essere tua amica mi vergognerei"
"Non ha nessun senso quello che stai dicendo. Te ne rendi conto?
Il mio volto passa ad avere un colorito più scuro del normale, cosa che succede ogni volta che sono arrabbiata o a disagio. Me ne rendo conto perché sento di andare a fuoco.
"Adesso che sei come tuo padre, non sei felice adesso?"
"Cosa?"
"Sei sulla bocca di tutti. Al tavolo dei Serpeverde non si è fatto altro che parlare di te"
Termina la frase serrando i pugni lungo i suoi fianchi. Indietreggio due passi prima che quest'ultima ricominciasse a parlare
"Stando con te pensavo che avrei avuto molti amici. Invece tutti gli altri mi rivolgevano la parola solo per chiedere di te"
La cosa che fa davvero male non sono le parole che mi sta lanciando contro, ma la sua espressione indifferente, con la quale potrebbe commettere anche uno fra i peccati più gravi, senza sentirsi in colpa. Mi domando se vale la pena o no risponderle con tutti gli insulti che mi stanno per uscire dalla bocca. Una parte di me grida di farlo, ma mi trattengo, ricordandomi che io non sono come lei.
Metto a riposo le mie corde vocali mentre la sorpasso e mi dirigo verso il dormitorio dei Tassorosso, non facendo caso alla lacrima che stava scendendo lungo la mia guancia sinistra
"Non è troppo presto per stare qui, ragazzine?"
Con grande orrore mi volto, adocchiando la presenza del custode del castello. I suoi capelli apparivano come se fossero stati riempiti di olio, dandogli un aspetto frastagliato. Aveva un uniforme triste con colori che andavano solo dal marrone al grigio.
"Signor Gazza io stavo solo andando in bagno"
"Oh, siete nei guai adesso"
Sorride mostrando i suoi denti ripugnanti, prima che prendesse me e la Serpeverde per il braccio e trascinarci nella stessa aula nella quale vi era Silente insieme alla McGonagall. Cerco di liberarmi dimenandomi con scarsi risultati, mentre Casey cercava di pestare a forza il suo lungo e orribile piede
"Signor Silente, ho qualcosa per voi"
Una volta che la porta venne dischiusa, gli occhi del preside incontrarono i miei, in quel che doveva essere un espressione confusa. Il braccio di Gazza si trovava al di sotto del mio collo, il quale stringeva abbastanza da togliermi quasi il respiro
"Ma cosa?"
Casey riesce a mordere il braccio del custode, portando Gazza a piegarsi in due mentre si teneva il braccio. Ella si dispone davanti al preside alzando continuamente le braccia mugugnando che lei non c'entrava nulla in tutto questo. Il tutto mentre la McGonagall scuoteva la testa con la mano portata sulla fronte.
"Professor Silente, io le suggerisco la sospensione!"
Gazza fa un ghigno, aspettando la conferma del suo ordine. Cerca di riprendere a forza il mio braccio ma il Preside non lo permette
"Signor Gazza, adesso lei può anche andare"
Una risata soffocata riecheggia alla mia sinistra, rivelatasi poi essere quella della Serpeverde.
Gazza emette una smorfia per poi borbottare parole senza senso
"State attente la prossima volta voi due"
Il gatto del custode, apparso dal nulla, soffia contro il preside per poi andarsene, seguito dal padrone, i quali mugugni non erano ancora terminati
"Non per rovinare il vostro momento, ma sono costretto a togliere 10 punti a Serpeverde e Tassorosso"
Contemporaneamente il mio sorriso assieme a quello di Casey svanisce. Mi giro verso il preside pronta ad obiettare, ma Casey mi precede
"Preside è tutta colpa sua!"
Afferma indicandomi con la sua unghia lucida mentre io abbasso lo sguardo dalla vergogna
"Meno venti punti a Serpeverde. Ti consiglio di non parlare se non vuoi che li aumenti di cinquanta"
Faccio un piccolo sorriso, che Casey sembra intravedere. Dopo poco la Serpeverde si incammina verso il suo dormitorio, seguita ogni volta dalla sua apatia. Gira la testa per regalarmi uno dei suoi più cattivi sguardi. Rabbrividisco mentre torno a guardare il preside.
Odo uno sbuffo provenire da Hagrid, alla destra della McGonagall.
"Signor Preside, la casa di Tassorosso non c'entra assolutamente nulla! Tanto vale che mi infligga una punizione personale!"
Il preside sembra aver previsto questa mia reazione, tanto che è la McGonagall a parlare
"Signorina Grace, cosa stava facendo prima che Gazza la scoprisse?"
Decido nel giro di cinque secondi se dire o meno la verità, alla fine opto di seguire la via di mezzo. Non racconterò nulla riguardo il signore Oscuro, in caso contrario, solo la buon'anima di mio padre sa cosa mi faranno
"Mi sono svegliata presto, cercavo il bagno e mi sono persa per il castello"
All'inizio non sembrano credere alla mia giustificazione, tanto che sento borbottare il professore Piton, il quale si avvicina finché non si trova a due metri da me.
"Si come no.."
Non riesco a nascondere l'occhiataccia che gli mando, la quale per fortuna non sembra intravedere.
"C'è qualcosa che devi dirmi, Grace?"
Stabilisco un contatto con gli occhi piccoli di Hagrid, il quale sembra durare un eternità, prima che io lo rompessi e sbuffassi rumorosamente, tornando a guardare il preside
"Rigiro la domanda, dovete dirmi voi qualcosa, signor Preside?"
La McGonagall rivolge uno sguardo preoccupato verso quest'ultimo, il quale ricambia con uno sguardo rivolto verso Piton, la persona più indifferente presente in quella stanza
"Chiudi la porta, Grace"

A special witch || Hogwarts Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora