10/12/18
Per quanto sia lunga la notte, l'alba arriverà.
Proverbio africano
Renjun si infilò le scarpe, il giubbotto, prese il cellulare, qualche spicciolo e le chiavi di casa. Scese velocemente le scale, per poi avviarsi alla porta per uscire. "Renjun!" sentì la voce squillante di sua madre chiamarlo dalla cucina, così sbuffando girò i tacchi e andò da lei. "Dimmi mamma.". Lei si pulì le mani sul grembiule, stava preparando probabilmente la cena "Dove stai andando?". Renjun, rimase zitto un momento "Sto uscendo con un amico.". Sua madre lo guardò sospettosa "Hai fatto tutti i compiti?", Renjun annuì. La signora Huang sospirò "Va bene, esci, pure, ma torna presto che viene buio in fretta.". Renjun sbuffò e ritornò verso la porta, quando venne di nuovo bloccato dalla madre "Renjun, sabato ti ho chiamato, perché non tornavi, ma ha risposto qualcun altro, un certo Mark, credo fosse questo il suo nome. Da quanto vi conoscete? E' un bravo ragazzo? Con Jaemin non vi sentite più?". Renjun si irrigidì al nome prima di Mark e poi di Jaemin. In particolare, l'ultimo nome, lo destabilizzò un po' di più. Aveva una tale confusione dentro di sé. "Ci conosciamo da un po' di tempo" mentì Renjun, gli faceva così male mentire a sua madre "E sì è un bravo ragazzo. E poi con Jaemin è un periodo che non va, insomma sembra stia andando tutto a rotoli, ecco." in realtà tutto a rotoli c'era già andato. Sua madre lo guardò con sguardo preoccupato "Vuoi parlarne?". Renjun sapeva che lo faceva per lui, ma non aveva assolutamente voglia di parlarne era ancora instabile psicologicamente, non avrebbe retto. In più era in ritardo, quindi scosse la testa ed aprì la porta. "Renjun un'ultima cosa.". Il ragazzo sbuffò poi si girò per poi trovarsi immerso nell'abbraccio della madre. Quel gesto lo fece pentire di uscire, dopo quel gesto stava rivalutando l'opzione di dare buca a Mark e rimanere a parlare con sua madre tutto il pomeriggio, era secoli che non succedeva e lui aveva così bisogno di parlare con lei e vederla sorridere. Ma Mark lo aspettava, e voleva vederlo, stava bene con lui, nonostante si conoscessero da pochissimi giorni. Sciolsero l'abbraccio, e poi Renjun uscì.
Renjun arrivò davanti alla caffetteria nella quale lui e Mark avrebbero dovuto incontrarsi, e vide l'altro ragazzo in piedi a tremare di freddo, con in mano il cellulare che poi si portò all'orecchio. Pochi secondi dopo, Renjun sentì la suoneria del suo telefono e vide Mark girarsi nella sua direzione, per poi corrergli incontro. "Non farmi aspettare mai più così tanto. Io dico, dai è la prima volta che usciamo, almeno abbi la decenza di presentarti in orario. In più sto morendo di freddo per averti aspettato qui fuori.". Renjun rise leggermente. "Potevi anche entrare, non credo che nessuno ti avrebbe detto nulla." alzò le spalle. "I-io, taci ragazzino, entriamo prima che diventi una scultura di ghiaccio.". Renjun fece una leggera pressione sulla porta, e l'aprì entrando, cosa che fece subito dopo Mark, che alla percezione del calore confortevole del luogo fece un verso di approvazione "Qui sì che si sta bene.". Renjun si guardò intorno, cercando con lo sguardo un tavolo libero. Ad un certo punto, però, incontrò degli occhi che non avrebbe voluto incontrare mai più in vita sua. Erano uguali, identici, forse brillavano di più: gli occhi di Jaemin facevano sempre lo stesso effetto a Renjun. Le sue gambe stavano tremando e le sue guance erano diventate più rosse, anche se non capiva se per la rabbia o l'imbarazzo. I suoi capelli avevano un colore un po' spento, ma sembravano ugualmente morbidissimi, e Renjun poteva dire per certo che lo erano realmente. "M-mark..." mosse la mano in cerca di quella dell'altro ragazzo, che gliela afferrò immediatamente facendosi più vicino e mettendogli la mano libera sulla spalla. Jaemin non accennava a far cadere il contatto visivo, e Renjun si sentiva sempre più instabile. Vide che era con Jeno. Doveva immaginarlo. Sentì una stretta al cuore e alla gola. Poi una leggera foschia gli impedì di vedere bene. "M-mark, puoi a-accom-pagnarmi in b-bagno?". Mark annuì e una volta nell'angusto spazio, Renjun scoppiò a piangere aggrappandosi alle spalle di Mark. Questi gli accarezzò la testa lentamente, stringendo l'altro braccio attorno alla vita del più piccolo, che anche dopo un po' di tempo, non accennava a smettere di piangere. A Mark tutto quello faceva male. Vedere Renjun in quello stato lo distruggeva emotivamente. Voleva spaccare la faccia alla persona che aveva osato farlo soffrire, che aveva osato ridurlo così. Piano piano i forti singhiozzi di Renjun, diventarono sempre più deboli, fino a fare piombare la stanza in un silenzio assordante. Mark gli prese il viso tra le mani e con i pollici gli asciugò le lacrime che lente solcavano ancora un po' il viso di Renjun. Gli sorrise baciandogli la fronte. Poi la punta del naso. Poi gli sussurrò sulle labbra che tutto si sarebbe sistemato, che tutto sarebbe finito bene, che per quanto la notte potesse sembrare lunga, l'alba prima o poi sarebbe rimasta, che lui sarebbe rimasto per sempre se solo Renjun avesse voluto. Poi poggiò un leggero bacio, come il battito di una farfalla bianca, sulle labbra di Renjun, che sorrise, sentendo che il cuore lentamente raggruppava i propri cocci, e li ricomponeva, così velocemente da far letteralmente paura. In quel momento la porta si aprì. Entrambi i ragazzi si voltarono. Jeno era sulla soglia della porta che a bocca aperta li guardava. "S-scusate, t-torno dopo.". E chiuse la porta dietro di sé. Mark si mise a ridere, ma la sua risata venne smorzata dalle dolci labbra di Renjun "Ti prego baciami all'infinito.". Ed entrambi sapevano che non era giusto, e per ovvi motivi se vogliamo dirla tutta.
Quando Renjun tornò a casa, ricevette come benvenuto, le grida dei suoi genitori che stavano litigando. Renjun scosse la testa. Non voleva assolutamente rimanere ad ascoltare, non voleva nemmeno sentire quelle urla. Così salì le scale il più velocemente e silenziosamente possibile e si rifugiò in camera sua. Si stese sul letto e chiuse gli occhi, ma una notifica del suo telefono gli impedì di rilassarsi realmente. Così prese il cellulare, e quando vide che era un messaggio di Mark, sorrise e gli rispose. Dovendo essere sincero con sé stesso, forse stava iniziando a provare realmente qualcosa per Mark, ma i sentimenti per Jaemin erano ancora troppo forti e vivi nel suo cuore per essere messi da una parte.
Che ero a un passo da perdere te
Ma tu eri a un passo da perdere che
Per tutte quelle sere in cui ti ho persa e neanche so il perché
Che ero un passo da perdere te
E tu eri un passo da perdere me
Io che non ho avuto mai niente di vero a parte tePianeti, Ultimo
.
vi giuro che prima o poi scriverò di Jeno e Jaemin, a vi giuro anche che non riesco a smettere di scrivere di Renjun e Mark, ayutatemi.
Jaeminismysmile
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❝ pianeti ❞
FanfictionNoi, esseri finiti, personificazioni di uno spirito infinito, siamo nati per avere insieme gioie e dolori; e si potrebbe quasi dire che i migliori di noi raggiungono la gioia attraverso la sofferenza. Ludwing Van Beethoven Sequel di Peter Pan