Parte 4- Il Ritorno

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Un giorno, dopo qualche anno dalla sua conquista del potere, Vankar sedeva sul suo trono di nero basalto. Quel giorno era particolarmente pensoso, quasi le sue armate non fossero abbastanza potenti da mantenere il potere, o se avesse dubbi sul suo stesso potere. Quel giorno, il cielo era totalmente nero, e Vankar si sentiva piuttosto raggrinzito, a starsene lì, seduto nell'oscurità della sua stanza nella montagna. Decise quindi di avventurarsi nei campi di addestramento delle sue truppe. Chiamò il suo fidato generale, Markran, un potente stregone, specializzato nella magia del veleno, e nella preparazione di potenti pozioni e intrugli, per sostituirlo per conteggiare le tasse, e per agire se ci fossero eventuali ribelli da sopprimere.
"Se quel maledetto osa detrarre da me anche solo UNA delle mie monete dalle tasse, giuro che gli taglio le dita della mano destra." pensò Vankar, abbandonando la stanza per andare al campo. Durante il tragitto vide un paio di soldati e operai che tiravano la fiacca, un numero più alto del solito, e li mandò alle miniere seduta stante, ucciderli come si meritavano sarebbe stato un grosso spreco di potenti braccia, adatte al lavoro pesante. Una volta arrivato al campo, trovò ciò che mai in vita sua si sarebbe aspettato... Il campo era totalmente distrutto, tutte le truppe non addestrate e non armate morte, alcuni dei soldati già addestrati, e alcuni dei tenenti addetti ai cadetti feriti, mentre altri provavano a recuperare più uomini e Draemora possibili, salvandoli dalla morte. Il campo d'addestramento era appena fuori il raggio visivo che Vankar aveva dalla vetrata della stanza, e nessun altro poteva vedere il campo, essendo esso su uno spiazzo in cima ad un'alta collina nera, completamente bruciata dalla presenza della sue truppe, con solo pochissimi alberi, di cui uno soltanto con ancora poche foglie. Vankar urlò dalla rabbia, l'avrebbe fatta pagare molto cara al bastardo che aveva causato tale distruzione alle sue truppe, pensò. Accorse subito il più alto in grado dei tenenti presenti in loco, e iniziò subito a scusarsi in ginocchio, riuscendo in qualche modo a placare la funesta ira di Vankar, che si trattenne dall'ucciderlo, anche se ne avrebbe ricavato molto piacere. Ad un certo punto, sentì un'esplosione in lontananza, e decise di usare le sue appena apprese abilità di telecinesi per giungere fino all'origine dell'esplosione in volo, e trovò lì un accampamento dei suoi soldati distrutto, lambito da strane fiamme verdi. "BASTARDO! NON SO CHI TU SIA, MA VIENI QUI, SE HAI CORAGGIO DI SFIDARMI!" urlò Vankar, senza però ottenere alcuna risposta udibile. Quest'ultimo decise di librarsi in aria per vedere se avesse trovato qualcuno, ma quando fu giunto a circa 2 metri da terra sentì una mano afferrarlo per lo stivale, e quindi scese a terra, nel frattempo preparandosi, nel caso fosse stato un assalitore, cosa probabile, pensò, dato che nessuno dei suoi uomini si satebbe mai permesso, nè immaginato, di toccarlo. Una volta sceso si trovò davanti un viso, che gli sembrò familiare. Era il suo primo apprendista, ormai stregone completamente formato e piuttosto potente, stando a ciò che aveva visto, ma mai più imponente e mostruoso della sua magià dell'Oblio, pensò. Lo stregone, però, non la pensava così, quindi disse "Maestro.", sputandogli ai piedi. "Siete cambiato, vedo. In peggio. O forse siete sempre stato così, ma non me ne sono mai accorto, e se il caso è questo, la colpa di tutto ciò è mia, avrei dovuto terminarti. Provvederò oggi, nonostante tu abbia già recato incommensurabili danni alla nostra terra, alla mia amata Aven Amon. Le mie amate praterie, i miei boschi..." poi, con rabbia strepitò "RASI AL SUOLO!". Vankar replicò subito, con voce estremamente calma. "Draenir, figlio di un Draemora ed un umano. Strana accoppiata, piuttosto inusuale... Mi ricordo di te. Quando t'istruii ero ancora uno Stregone piuttosto inesperto, un novellino, e soprattutto non avevo ancora scoperto di possedere l'enorme potere necessario per farmi obbedire dalle fibre di Oblio presenti nel nostro mondo." Detto questo Vankar si allontanò in uno scatto di una decina di metri da Draenir, per poi lanciare verso di lui un piccolo proiettile d'Oblio, e, appena dopo, scavare una buca nel terreno, per proteggersi da qualsiasi cosa Draenir avesse fatto. Draenir però lo sbalzò fuori da questa buca senza alcun apparente problema, stupendo Vankar. "Sei forte... ma non è mai successo che un allievo battesse il proprio maestro! Guarda me. IO sono il mio maestro, non ho idea di come fare per sconfiggermi. TI SCHIACCERÒ!"
Quando le ultime parole smisero di rieccheggiare nell'aere, Draenir scatenò una enorme fiammata verde verso Vankar, che però si protesse, creando una barriera di oscurità, tendendo le braccia verso l'oscuro cielo. Solo quando la fiammatta scomparve dagli occhi di entrambi, qualche minuto dopo, Vankar ebbe il coraggio di rompere lo scudo, solo per doverlo erigere nuovamente, essendo fulmineamente attaccato da Draenir con un grosso macigno, che, staccandosi da una montagna, provocò una frana, che schiacciò diversi uomini di Vankar, facendo aumentare la sua rabbia. A quel punto Vankar si difese per un po' dagli attacchi senza fare alcuna mossa, oltre ad innalzare una barriera quando l'altro riusciva ad abbatterla. Vedendo Draenir sfinito, Vankar urlò "GUARDATI ATTORNO!" per poi indicare un cerchio di lance d'Oblio, che non lasciavano a Draenir alcuno scampo. Allora Vankar gli si avvicinò e prese a parlare, con la voce leggermente alterata dalla fatica e dalla rabbia. "Oh, sai... non mi aspettavo fossi tanto forte... eppure non abbastanza. Sai, mi hai fatto preoccupare per la mia incolumità. Ora farò anche a te questa proposta... Unisciti a me, e aiutami a governare questo immenso impero di terrore... o MUORI!" Draenir lo guardò stupito, ma con disprezzo. "Sai... non mi aspettavo da te tanta clemenza" disse egli con sarcasmo nella voce, cosa che Vankar non gradì. Tutt'a un tratto, Draenir si trovò con tutte quelle lance a meno di un metro dal suo corpo, lasciandolo davvero senza scampo. "Lasciami pensare, vecchio bastardo." gli disse in tono di sfida, ma anche di dubbio nei confronti di se stesso. Vankar non rispose.
Passarono delle ore, venne sera tarda, e Draenir non spiccicava parola e non si muoveva. Ad un certo punto questi si destò, e, guardando con malvagità Vankar, colui che gli aveva corrotto la mente, accettò la malvagia proposta.

Spazio Me
Allora, innanzitutto ci tengo a ringraziare la mia stupenda ragazza Noemi (hsodhw) per tutte le bellissime parole, e soprattutto per l'ispirazione che mi ha dato per rimettermi a scrivere, forse senza rendersene conto. Detto questo, personalmente questo è il miglior capitolo finora, forse perché questo l'ho buttati giù direttamente, senza fare una "brutta copia" come gli altri 3. Forse perché è più lungo, ma non sempre nella quantità si trova la qualità, detto questo, ringrazio chi leggerà questo mio racconto e anche chi è arrivato a leggere fin qui.
~Il Bardo Idiota

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 30, 2019 ⏰

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