12. DICIASSETTE ANNI 4.0

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Non aprii bocca, lasciai che parlasse da solo, sospettando che le cose più pesanti e gravi dovessero ancora arrivare in quel lungo racconto.

"Lui non ti prendeva in giro Sofia ... forse ero io l'unico a comportarmi male nei tuoi confronti. Ma Michele ti amava ... questa è la verità, e la conosciamo entrambi allo stesso modo per quanto riguarda i sentimenti.
Non saprai tutti i fatti, ma sai bene quanto ti voleva bene. Anzi, che ti vuole bene."

Richiusi gli occhi, questa volta li strizzai, trattenendo le lacrime: "Come fai a dirlo con tanta sicurezza?"

"Perché nonostante tutto io sono ancora un fedele credente. Come credo in Dio, credo anche all'amore tra esseri umani, quello reale, che bramavo anche io, ma che in tutta la mia vita ho saputo vedere solamente in voi due."

Riaprii gli occhi, guardando il buio che ci circondava tra gli alberi: "Quando l'hai capito?"

"Vi ho anche visti."

Mi voltai verso di lui: "Quando?!"

"Eravate qui, vi stavo cercando ... ma questo era nell'estate del 2012 se non sbaglio.
La prima volta che vi ho scoperti scopare eravate qui."

Arrossii: "Stavamo parlando del 2011 comunque ..."

"Hai ragione. Vuoi che continui?"

"Sì."

"Michele mi parlava spesso di Tiziana, e lei stessa amava enunciarsi davanti a tutti, spogliandosi di ogni maschera e mostrandosi per la donna che era.
Tranne che con te. Quando c'eri tu taceva, ma tu, conoscendoti, avrai vissuto quel suo silenzio come una sorta di sfida. Sbaglio?"

"Non sbagli. Ho sempre pensato che Tiziana mi odiasse, almeno quanto io odiavo lei."

"E' qui che ti sbagli. Tiziana non ti odiava, ma si vergognava di parlare delle sue cose con te. Temeva il giudizio delle ragazze, proprio perché in paese era stata allontanata da tutte."

Mi sembrava di sentir parlare di un'altra persona: "Come mai? Forse i suoi modi erano più irritanti di quanto tu non voglia ammettere. Per questo le altre ragazze la emarginavano dal gruppo."

"No. Queste sono solo impressioni tue. Tiziana era una giovane donna libera, vogliosa di essere come l'aria stessa, leggera e svolazzante. Una delle poche donne così mentalmente aperte in un paese piccolo del Sud Italia.
Tiziana amava l'arte, la bellezza, le feste, le risate, il tempo con le persone che le volevano bene. Amava la musica, la danza, fumare, bere, spogliarsi di ogni restrizione sociale. Tiziana amava il piacere, in ogni sua forma, ed era sempre curiosa di scoprire in quanti modi esso si potesse provare."

"Stai descrivendo una troia, te ne rendi conto?"

"Ecco un commento tipico di una ragazzina di quindici anni. Ti facevo più colta sai? Allora cosa ci facevi tu nuda in piscina con due sconosciuti ed un tuo amico?
Una donna sarà libera di scoprire, sperimentare, e scegliere cosa fare come un qualsiasi altro uomo?!"

Mi abbracciai le gambe, portando le ginocchia alla bocca: mi aveva zittita e resa stupida, cosa rara per Paolo.

Iniziò a girarsi un'altra canna, questa volta utilizzò poca ganja: "Tiziana aveva capito che prima dell'amore andava scoperto il sesso, almeno per lei la vita andava affrontata così. Aveva fatto sesso prima con Alessandro sai? Nonostante lui puntasse il dito contro Michele, affermando cose come: 'non è colpa mia se lui si è innamorato di lei.'
Invece era stato proprio Ale a portare Tiziana nella vita di Michele, distrutto dal rimorso di aver tradito la sua religione, scopando prima del matrimonio. Voleva lo stesso male per il 'fratello', così da avere un dannato come lui, con cui spalleggiarsi i mali.
Tu hai salvato Michele, almeno per un po', gli hai ricordato quanto bella potesse essere l'innocenza ... però ..."

Infilzai i polpacci con le mie unghie: "Però poi gliel'ho strappata io l'innocenza, giusto? Era questo che volevi dire."

"Non del tutto ... ve la siete levata a vicenda durante l'estate del 2012."

"E con questo termina la storia di Tiziana?"

"Ovviamente no ... ma a questo penso che tu avessi già fatto delle supposizioni."

Mi morsi un labbro, ora più che mai saliva l'ansia per le parole di Paolo.

"Michele mi disse il vostro segreto, i vostri incontri, nascosti nella foresta, quelli che già sapevo dal momento che vi avevo visti.
Lo chiamò il 'secondo segreto tra Mangiaterra'. Hai presente no? Quella regola della fiducia? Bene, Michele mi avrebbe detto il suo pensiero occulto, a patto che io lo mantenessi a vita.
Ora che ci penso bene era proprio una cazzata questa regola ..."

Si fermò, ma io non volevo aspettare ancora: "Dimmi! Paolo parla. Subito!"

"Mi svelò che non voleva innamorarsi di te. Sapeva bene che come ogni anno saremmo partiti a Settembre, ed era già stato difficile dirci addio le altre volte. Figurarsi ora che avevate scoperto l'uno il corpo dell'altra.
Perciò mi confessò di volersi approfittare di Tiziana, sperimentando insieme a lei i vari piaceri del sesso, allontanandosi con il cuore da te.
Dividendo le esperienze sessuali sia con te che con lei, forse, secondo lui, non si sarebbe innamorato."

Io mi ero già alzata in piedi, pronta a scappare in auto.

"Sofia, te l'ho già detto, lui amava te, ma non voleva rendersene conto!"

Avrei dovuto saperlo prima, avrei dovuto conoscere questa storia anni orsono, dimenticandomi di Michele una volta per tutte, conducendo una vita felice, distante da Spezzano Albanese.

Ma non ero arrabbiata con Paolo, non del tutto, la sua ingenuità era risaputa, inutile punirlo per aver mantenuto un segreto con il suo 'fratellone' prediletto.

Tutta la mia furia in quel momento era rivolta a Michele, ma non essendo presente, era inutile lacerarsi troppo il fegato.
Avrei voluto urlargli contro le peggio cose, fargli capire come stavo, come mi sentivo nonostante questi quindici anni trascorsi dalla nostra prima volta.

Ero offesa e soffrivo, il cuore mi pungeva, pareva volermi uscire dal petto: Michele, il mio Michele, mi aveva tradita ancor prima che mi potessi rendere conto che lo amavo.

Non era una scappatella da niente, noi ci stavamo amando quell'anno, facendo crescere i nostri sentimenti con calma, dandoci spazio e tempo; ma no, per lui io non ero altro che un pericolo, una persona di cui aver timore perché gli facevo perdere la testa.

Che stronzate. Per un po' pensai che non fossero altro che scuse quelle: se non lo conoscessi da così tanto, oserei persino dire che Michele non mi voleva nemmeno bene, ma questo sarebbe mentire.

Io ricordo ancora ogni tocco, ogni alito di quel ragazzo dagli occhi verdi sul mio corpo.

Lo amavo e mi amava, ma la nostra situazione famigliare differente, la provenienza, l'appartenenza, ci pesavano più della bellezza infinita che stavamo vivendo quell'estate.

Così lui si era cercato di proteggere, sfruttando la disponibilità di Tiziana. Sì, era questo che dovevo pensare: la ragazzina usata non ero stata io.

Forse brutto da dire, ma dovevo essere sincera e spudorata, se nel racconto di Paolo fosse emerso che ero io la allocca non avrei fatto diversamente, ammettendo che ero stata sfruttata, umiliata e derisa.

Ma per fortuna non era toccata a me questa sorte. Dopo quindici lunghi anni, ebbi finalmente pena per la povera Tiziana.

Tornai a sedermi.

SE CHIUDO GLI OCCHI È TUTTO BUIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora