Luna

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Mamma: "BUONGIORNO STELLINA!"

Io: "Lucas..."

Mamma: "CHE?"

Io: *Che cazzo ho detto* "Ah... si, beh, UFFA!"

Mi alzo dal letto con la testa che mi scoppia: dovrei smetterla di alzarmi così velocemente. Mi dirigo verso la cucina perché il mio intuito dice che mia madre ha già preparato la colazione, e guarda caso, è così. Me la gusto con tranquillità fin quando mia mamma non interrompe la mia quiete.

Mamma: "Insomma, questo Lucas chi sarebbe?"

Faccio finta di non aver sentito bene e continuo la mia colazione. Sento che la mia faccia si sta facendo rossa: se mia mamma si gira è finita.

Io: "Aspetta un attimo che ho il bisogno urgente di andare in bagno."

Con una velocità assurda sono all'interno della stanza; chiudo la porta a chiave e resto in silenzio per qualche secondo. Mia mamma sa della passeggiata di ieri sera, ma non sa di cosa abbiamo parlato.

Sarà facile.

Ammetterò la conversazione togliendo il fatto che mi ha chiamata "Stellina".

Esco dalla porta del bagno e torno in cucina. Per dare l'impressione di essere tranquilla decido di rientrare io nel discorso.

Io: "Dicevi?"

Mamma: "Chi sarebbe questo Lucas che ieri ti ha portata a passeggiare?"

Io: "Quel ragazzo che ha colpito per sbaglio la mia sedia con il pallone ieri mattina."

Mamma: "Quindi adesso è il tuo ragazzo?"

So che sta scherzando, ma la cosa mi urta più del dovuto.

Io: "Mamma. Devi capire che non funziona così. Due persone non si mettono insieme dopo una passeggiata casuale fatta durante il pomeriggio che se ne stava andando. Non funziona così. Forse al tuo tempo era così, ma ora non lo è."

Mi alzo di scatto dalla sedia e mi dirigo in camera mentre sento mia madre che dalla cucina mi dice:

Mamma: "Stella, io stavo solo scherzando..."

Forse è vero. La reazione che ho avuto non è stata delle più opportune, ma vi assicuro che mi sono sentita nervosa. Magari è perché mi dà fastidio il fatto che non sia il mio ragazzo davvero NO. COSA STO DICENDO?

Cerco di cacciare quelle idee strane dalla mia mente.

Quando arrivo in spiaggia vedo Lucas che gioca a calcio con i suoi amici, mentre le sue amiche se ne stanno da parte a parlare. Sorprendentemente, mi saluta. Ricambio con un sorriso.

Ad un certo punto mi chiama la mia migliore amica.

Alessia: "CIAO TESORO!"

Io: "Ciao."

Alessia: "Possibile che tu non abbia mai un po' di entusiasmo dentro di te?"

Io: "Si."

Ci mettiamo a ridere entrambe.

Alessia: "Che mi racconti di nuovo?"

Non sono sicura di volerle raccontare di Lucas e della passeggiata pomeridiana. Odio il modo in cui esulta. Mi mette semplicemente in imbarazzo, quindi, se glielo dicessi dovrei inventarmi una scusa per chiudere la chiama senza che lei pronunci parola. Opto per raccontarglielo solo se ci sono eventi estremamente sconvolgenti, e so già che non ci saranno.

Io: "Nulla di nuovo."

Continuiamo la chiamata fino a quando non arriva il momento per me di ritornare a casa.

Il pomeriggio è qualcosa di estremamente noioso: la musica non aiuta e fare foto nemmeno. Devo ammettere che il tramonto è veramente bello però. nonostante io non riesca a fotografarlo a dovere, ha il suo fascino.

Quando i miei vogliono tornare a casa, decido di rimanere qualche minuti in più a guardare quello spettacolo indescrivibile.

Mentre guardo il sole che se ne va scomparendo, mi sento toccare la spalla.

Lucas: "Che ci fai ancora qui?"

Io: "Ehy, ciao Beh, sto guardando il tramonto."

Lucas: "Senti, ti volevo fare una proposta."

Io: "Dimmi."

Lucas: "Ti va di fare una passeggiata dopo cena?"

Credo di svenire.

Io: "Certo, con piacere."

Lucas: "Dove è che abiti?"

Dopo aver spiegato dove si trova la mia casa e aver parlato di altro, concludiamo la conversazione.

Lucas: "Alle nove sotto casa tua. A dopo Stellina!"

Arrossisco.

Avverto mia madre, e lei, senza fare domande, approva l'uscita. Secondo me ha detto di si perché mi crede una pazza stressata dopo la discussione di stamattina e crede che abbia bisogno di calmarmi. Ad ogni modo, dopo cena mi dirigo in camera. Passo un quarto d'ora a scegliere i vestiti. Alla fine, credo che mi metterò un top nero, dei pantaloncini di jeans e un paio di scarpe sportive bianche rialzate. Decido anche di truccarmi un po'. Mi guardo allo specchio, ma non mi piaccio ancora. Dato che non sono una pazza stressata come crede mia madre, mi sono portata la piastra qui al mare e decido anche di piastrarmi i capelli.

Dopo dieci minuti di duro lavoro, mi guardo allo specchio.

Stranamente carina.

Quando arriva il momento di uscire da casa, sento una strana ansia salirmi addosso. Cerco di non farci caso. Prendo le chiavi ed esco.

Lucas è già lì. Appena mi vede, mi squadra da capo a piedi un paio di volte: mi sento a disagio.

Lucas: "Ben arrivata!"

Io: "Allora, dove andiamo?"

Lucas: "Che ne dici di una passeggiata sul lungomare?"

Io: "Ci sto."

Mentre camminiamo parliamo di cose completamente casuali, partendo da cosa abbiamo mangiato per cena, fino a quali sono state le nostre più grandi figure di merda.

Lucas: "POSSIBILE CHE NON TI PIACCIA IL GELATO AL CIOCCOLATO?"

Io: "Possibilissimo."

Scoppiamo entrambi in una sonora risata.

Cala il silenzio.

Arriviamo alla spiaggia e ci mettiamo ad osservare la luna che riflette sul mare.

Ad un certo punto Lucas mi prende la mano. Tremo.

Si mette di fronte a me per poi lasciarmi un bacio sulla guancia.

Lucas: "Che ne dici di un gelato al cioccolato?"

Scoppiamo di nuovo a ridere e lentamente torniamo a casa.

Davanti al mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora