Immaginazione

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Quando torno a casa non so se sentirmi soddisfatta o cosa. Forse se lo immaginava perché è già successo con molte altre ragazze e non voleva che capitasse anche con me. Forse mi sono aggiunta solamente alla lista delle persone che hanno fallito.

Ma io non devo, anzi non posso fallire. Si tratta di lui, non del primo che capita.

Mi alzo dal letto e sento che sarà una giornata meravigliosa.

La mia energia mi porta ad uscire di casa per andare a fare colazione al bar.

Entro nel primo che capita.

Barista: "Vorresti qualcosa?"

Io: "Mh, aspetti che decido un attimo."

Sono indecisa sempre su tutto, anche sulle cose da mangiare. C'è una gran fila e se voglio prendere qualcosa devo affrettarmi, altrimenti finirà tutto.

Io: "Vorrei un cornetto con la cioccolata."

Barista: "Li abbiamo solo vuoti. Puoi aspettare un attimo che ne riempio uno?"

Io: "Certamente."

Ed è in questo momento che sento la voce di Lucas. Entra dalla porta con un sorriso stupendo.

Ma sapete quale è il problema?

È con Alessandra.

Penso che anche se non la conosco, non mi stia troppo simpatica.

Barista: "Ehi, signorina! Il suo cornetto è qui."

Realizzo di essermi persa tra gli sconcertanti pensieri nella mia mente.

Io: "Si, mi scusi io..."

Barista: "Fanno un euro e cinquanta."

Ed è in questo momento che capisco di quanto avrei bisogno di qualcuno che non deviasse il discorso riguardante il mio stato d'animo.

Io: "Ecco. Arrivederci."

Me ne vado a casa. Lucas ha visto che c'è qualcosa che non va, ma non mi importa più.

Esco e, nonostante tutto, riesco a mangiare la mia colazione con gusto.

Forse tutto questo che sto passando mi serve come crescita mentale.

Non me ne frega niente.

Non più.

Mi vesto e vado in spiaggia.

Devo assolutamente trovare un qualcosa che possa far arrabbiare Lucas.

Sono un po' di giorni che ho notato che c'è un mio compagno di classe che si chiama Paolo nella mia stessa spiaggia, solo che lui non mi ha vista e io non l'ho salutato perché mi sta davvero antipatico. Ma sapete la cosa bella?

Lucas non sa chi è.

Io: "Paolo!"

Paolo: "STELLA!"

Io: "Che ci fai qui?"

Paolo: "Sono venuto con la mia famiglia la settimana scorsa, ma oggi torno a casa. Tu?"

Io: "Vacanze."

Vedo Lucas che mi scruta con uno sguardo quasi minaccioso.

Sono un fottuto genio.

Paolo: "Già fatti i compiti?"

Io: "Non li ho nemmeno iniziati."

Scoppiamo a ridere.

Cerco di rendere la mia risata molto più sonora, fino a quando non mi accorgo che sto quasi urlando per farmi notare.

Paolo: "Sicura che sia tutto ok?"

Sembra impaurito.

Che figura di merda.

Io: "Tutto ok."

Lo saluto e me ne vado a casa.

Non so cosa mi sia preso esattamente, ma so che ho fatto bene. Ho avuto la dimostrazione che Lucas, che sembra un pezzo di merda, in realtà a me ci tiene, e in più ho avuto compagnia, magari non quella che volevo, ma l'ho avuta.

Mi da fastidio che passi del tempo con... quella lì. Odio persino il suo nome. Alessandra "la Salamandra".

Chiamo Alessia.

Alessia: "PRONTO?!"

Io: "Vedi di non fari discorsi stupidi. Sto male moralmente e ho bisogno che tu mi ascolti finché non ho tirato fuori tutto il male che ho. Non fiatare. Promesso?"

In quel momento capisco che non devo lasciare che il tempo cambi le cose. Devo fare il possibile affinché cambino.

Lucas è mio.

Porca puttana se lo è.

Finisco di raccontare tutto ad Alessia.

Io: "Puoi parlare adesso."

Mi sento libera.

Alessia: "Io non sapevo che tu stessi passando questo. Mi dispiace tanto di non esserci stata per come volevi tu."

Cerco di confortarla e una volta terminata la chiamata, mi dirigo in spiaggia.

Maledetta la Salamandra. D'ora in poi la chiamerò così.

Si atteggia come una che deve tirarsela per forza. Lo sanno tutti che odio le ragazze così.

È sempre lì attaccata a lui. Si vede che è innamorata follemente... anzi, lei è solo folle, ve lo dico io.

Non la sopporto, non la sopporto e non la sopporto. Vorrei andare lì per spiegarle che non funziona così. Che Lucas è mio e di certo non si merita una brutta e antipatica come lei. Lucas sembra non degnarmi di uno sguardo, e forse c'è che me lo merito. Non posso pretendere che si ingelosisca e che cada ai miei piedi. E' un uomo, non un bambino.

Capisco che forse ho esagerato quando finalmente mi guarda, ma non è per vedere me. E' un segnale. E' per confortarmi di quello che sta per fare.

Ed ecco che la abbraccia come ha fatto con me, per poi darle un bacio sulla guancia.

I miei occhi diventano ricolmi d'odio e tristezza. Le lacrime iniziano a rigarmi il viso. Mi ha vista, ma non mi interessa più.

Mi volto e corro via.

Più lontano che posso.

Davanti al mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora