Capitolo 7

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CAPITOLO 7. Un'altra ragazza.

La chiesa era abbastanza moderna, anzi, forse età una delle più moderne che io avevo mai visto.

(Piccola premessa, io sono sono un credente vero e proprio, vado in chiesa solo in casi particolare).

La chiesa era composta dalla parte sacra vera e propria, che era un immenso stanzone, un cortile gigantesco, con un campetto da calcio, e una zona dietro, dove si tenevano tutte le attrezzature. Questo per quanto riguarda la parte "sopra", invece, il sotto era davvero immenso: dentro la parte sacra, si trovavano delle scale, che portavano ad un salone gigantesco, dove i bambini, durante la settimana facevano catechismo, invece al sabato giocavano e stavano con gli animatori. Era un posto incredibile, colorato e piuttosto allegro.

"Tommaso.. Questo è il tuo amico?".

Chiese una delle animatrici che si trovavano lì, sedute, ad aspettare Tommaso.

"Si, si chiama Giorgio" rispose lui, mentre con una mano, mi lanciò addosso a tutti gli altri.

"P-Piacere di c-conoscervi!" dissi io, rosso come un peperone dall'emozione di conoscere nuove persone.

Avevo paura di fare brutta figura, del fronde, se non era per Tommaso, io non di sicuro non ero lì. Già Tommaso... Quel... Sono stato costretto, ma per qualche strano motivo, sapevo che era mio destino, che qualcosa mi stava chiamando in quella chiesa.

"Piacere di conoscerti Giorgio, mi chiamo Cecilia!".

Era la ragazza che aveva chiesto di me a Tommaso. Era una ragazza abbastanza bassino e in realtà un po' bruttina, magra, con dei capelli biondi, a chiazze neri, con degli occhi azurri. Perché la definisco bruttina? Perché era piena di brufoli, ovunque!

"Piacere mio!" gli risposi con un sorriso stampato sulla faccia.

Vennero a salutarmi tutti gli altri. Il gruppo per questo sabato non era al completo, per quel giorno, si trovavano solo 5 persone, di quelle che gia si conoscevano, ovvero Tommaso, Enrico, ragazzo biondo con gli occhi azzurri, alto e abbastanza palestrato, Ilaria, ragazza dai capelli castani, un po' robusta, ma com un sorrido bianco come un bianchetto, Cecilia e un'ultima persona che doveva ancora arrivare. Una certa... Federica... Già Federica.

Erano le 14.50 e i ragazzini iniziavano ad entrare tutti nel salone.

"Sei nuovo?" mi dimandavano tutti quanti, uno ad uno, appena mo vedevano. Tanti, forse troppi nomi da ricordare insieme alle loro facce. Per qualche strana ragione, stavo piuttosto simpatico ai bambini, non si staccavano da me un secondo, poi una voce incantevole iniziò a farsi sentire.

"Sono arrivata! Scusate il ritardo".

Mi girai e notai un'ombra sulle scale, in alto. Rimasi in stato, per un attimo Giulia scomparve dai miei pensieri. Una ragazza bellissima, dai capelli corti a fargli una strana frangetta sui suoi occhi. Già, i suoi occhi con quello sguardo penetrante che appena ti guardava sembrava quasi ti penetrasse l'anima dall'esterno. Occhi di color marrone, ma quel taglio degli occhi... Erano bellissimi. I capelli, in realtà erano buffi, non per il taglio, ma per il colore, ovvero viola! Era la prima volta che ne vedevo una cosi.

Un colpo di fulmine, davvero un colpo di fulmine, Giulia me l'ero dimenticata per tutto il tempo e avevo per la testa solo quella ragazza.

"P-piacere... I-io mi chiamo G-Giorgio... Sono nuovo" gli dissi io, allungandogli la mano, come fanno sempre gli adulti.

"Io sono Federica, piacere mio!" mi rispose lei con un sorriso stupendo. Ma non mi strinse la mano, no, mi prese direttamente per il collo, mi abbassò alla sua altezza.. Già, era piuttosto bassa... E mi baciò la guancia, come era sua consuetudine fare.

Per tutto il resto del pomeriggio rimasi davvero incantato nel vedere tanta bellezza, tutta nei miei occhi. Ero innamorato di Giulia, ma allo stesso tempo mi piaceva in maniera straordinaria anche Federica. Sentivo come qualcosa di strano, sentivo che era il fato ad averci fatto incontrare. Bah, destino o non destino, quel giorno mi ero perfino divertito un casino. Stare in mezzo ai bambini, mi aveva dato quel... Brio che mancava nella mia vita. Finito tutto, aiutai a risitemare e dissi a Tommaso, una volta da soli.

"Grazie Tuma, sai che... Quella ragazza, Federica mi piace?".

Lui mi guardò e mi disse mettendomi una mano sulla spalla, in maniera schietta schietta.

"È fidanzata!".

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