Preparai le valige in fretta mettendo tutto quello di cui avevo bisogno.
Corsi a lavarmi e a cambiarmi.
Indossai un semplice jeans e una felpa pesante per il lungo viaggio in aereo.

Accompagnati da Lori ed Emma raggiungemmo L'aereoporto.
Lorenzo ed Emma sarebbero partiti per Los Angeles,uno dei posti preferiti di Emzi.
Una voce metallica annunciò il nostro volo.
Salutammo i nostri amici e una volta prese le valige ci imbarcammo nel mezzo.
La prima cosa che feci fu mettere le cuffiette.

-Sole siamo arrivati,dobbiamo scendere.-
Mi sussurrò togliendomi una cuffietta e nel mentre stiracchiandosi segno che anche lui aveva dormito.
annuì prima di buttare le cuffiette nella tasca della giacca di jeans prestata da Filippo.
Scesi ogni gradino vicina a lui.
Capire che non si sentiva nessuno al mio fianco mi faceva star male.
Odiavo essere definita una ragazza troppo per un ragazzo,perché non lo ero per niente.
Amavo alla follia le feste,far baldoria,ridere anche per le battute più squallide solo per il gusto di ridere,magari far venire il sorriso alle persone che amavo ma Filippo ancora non conosceva quella parte di me,quella parte pazza piena di voglia di tornare bambina solo per godermi i momenti che da grande non avrei più potuto ricreare o ricordare.

Una volta entrata in stanza dopo aver lasciato le valige in un angolo non ben definito mi buttai a peso morto sul letto.
-lasciami qui quando torni in America.-
Gli sussurrai.
-pensavo che l'America ti piacesse di più.-
Sorrise.
-per niente,Parigi è Parigi,la Francia è la Francia e l'Europa è l'Europa.Qualcosa che non può essere paragonata all'America.
Sai a volte penso che l'America è visitata semplicemente per le cose nuove che nascono per la bellezza della Statua Della Libertà,l'Europa invece nasconde anche lei delle bellezze artistiche ma che non vuole ancora rivelare...-
Non mi lasciò finire che subito prese parola.
-come le persone.-
Il suo sguardo era perso nel nulla.
-come le persone.-
Ripetei io con il suo stesso tono calmo,dubbioso e misto alla delusione.
Mi alzai raggiungendolo.
-la smetti di essere triste?-
-tu hai bisogno di qualcuno più solare e con tanto da scoprire.-
Sussurrò questa volta guardandomi.
Scossi la testa prima di prenderlo per mano e portarlo fuori dell'Hotel.
-dove mi porti Sole?-
Chiese però senza fermarsi.
-ti fidi?-
Chiesi.
-certo!-
Rispose,
-allora seguimi.-
Restò zitto per il resto del tragitto.

-Filo puoi guardare.-
Gli dissi risvegliandolo dai suoi pensieri.
Appena alzò la testa rimase a bocca aperta.
La Tour Eiffel.
La meraviglia in "scultura".
Sorrise prima di abbracciarmi.
Ripresi la sua mano dirigendomi verso una ragazza.
Le chiesi di farci una foto in francese guardata con faccia di non capisce niente da Filippo.
Annuì.
Ci baciammo con dietro la Tour Eiffel.
Una meraviglia.
La ringraziai prima di lasciarla andare.
-grazie Sole.-
-grazie a te.-

-oh no Sole,queste non le mangio.-
Mi disse indicando le lumache presenti nel suo piatto.
In effetti anche a me non piacevano.
-non le mangiamo allora.-
-ma ho fame.-
Dopo aver complottato un po' di nascosto usciamo da quel ristorante cinque stelle.
Corremmo verso l'Hotel dove avevamo portato un meraviglioso Kebab.
-se ci hanno scoperti siamo nei casini.-
Disse col sorriso addentando il suo kebab.
-mh mh.-
Dissi concentrata a mangiare quella bontà.

-anche io ho tanti scheletri nell'armadio.-
Si girò a guardarmi curioso.
Presi un bel respiro prima di parlare.
-una volta ero uscita con Emma,ho conosciuto un ragazzo.Il solito belloccio,capelli biondi e occhi azzurri,ci siamo iniziati a sentire.
Lui sembrava essere un ragazzo d'oro,dal cuore grande.
Ma non era così.
Una sera uscì con Emzi ed Einar,in lontananza lo scorsi con un'altra.
Era felice e lo leggevo dal suo sguardo,quando era con me era sempre malinconico.
Lì mi si è creato un vuoto dentro.
Non uscivo,mangiavo poco e restavo giornate intere a piangere dentro la mia stanza o nel parchetto dietro casa mia.-
Parlai con un pizzico di malinconia mista a delusione.
-tutto andava storto.
La mia musica non veniva apprezzata,mi ero lasciato da poco con la mia ragazza Giulia,a lei ci tenevo tanto,nessuno mi capiva tranne Lori e Giuse.
Tutte le sere ero affiancato da bottiglie di birra vuote.
Una sera bevvi,bevvi tanto ma nonostante ciò guidai senza aver la patente in tasca.
Andavo ad alta velocità,sentivo come se il mio cuore volesse uscire dal petto.
Mi fermai e iniziai a prendere a pugni qualsiasi cosa che mi trovavo davanti.
Il cellulare squillava,Lori mi chiamava ma non avevo il coraggio di rispondere.
Gli mandai un messaggio dicendo di sentirmi davvero male,mandai anche la mia posizione.
Dopo pochi minuti arrivò e mi portò subito a casa mia.
Restavo a casa giorni interi come te,non mangiavo e non uscivo.
Uno dei tanti motivi per cui sono qui è proprio per questo.-
Si asciugò le lacrime e prima che potesse parlare lo baciai

Eclipse. -IRAMA.🌙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora