Capitolo 11

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«Prima devi dirmi chi è» mi guarda con un sorriso malizioso.

«È un ragazzo che ho conosciuto» beh non proprio «che ho incontrato oggi in una libreria»

«Oddio» si volta con un sorriso «È quello alto, biondo, con la maglia nera?»

«Si, ma non guardare. Emma non guardare» provo a farla volta ma è troppo tardi «C'ha viste. Ecco lo sapevo»

«Sta venendo qua» sorride. Non ci voglio credere.

«Chi si rivede, ciao Allison» dice avvicinandosi al nostro tavolo.

«Già» dico grattandomi la testa imbarazzata.

«Piacere Emma» dice porgendogli la mano. Lui stacca per un secondo gli occhi da me e mi sento leggermente più tranquilla.

«Piacere Zac» dice ricambiando il saluto. Ecco ora so come si chiama.

«Ti unisci a noi?» chiede Emma ancora sorridente.

«Purtroppo ho da fare, ma sono sicuro che il destino ci farà incontrare di nuovo. A presto, ciao Allison» mi fa l'occhiolino e se ne va.

«O mio dio» scandisce Emma «quello è un gran figo. Quando pensavi di raccontarmelo?»

«Adesso, ma lui è stato più veloce»

«Cosa sai di lui?» mi chiede bevendo un sorso del suo caffè.

«A parte che si chiama Zac, un bel niente. Anzi ho scoperto il suo nome quando si è presentato a te»

«Cosa? Perché diavolo non gliel'hai chiesto?»

«L'ho fatto! Ma non ha voluto dirmelo»

«Ahh è furbo il ragazzo. Quanto scommetti che non era qui per caso?» dice alzando le sopracciglia.

«Ma certo che era qui per caso, come poteva saperlo?»

«Magari ti conosce da un po' o conosce Evan, o magari ci conosce tutti»

«Tu hai un'immaginazione troppo grande» finisco il mio caffè.

«No cara, io so sempre la verità prima di tutti voi. Scoprirò tutto su di lui»

«Ma no, tanto non lo rivedremo più e poi ho problemi più grandi di cui occuparmi»

«Infatti ho detto che me ne occuperò io, non tu» sorride mentre ci alziamo dal tavolo.

«Che scema che sei»

Mi prende a braccetto e ridendo, usciamo dal bar. È vero che gli amici sanno sempre tirarti su e sanno quello di cui hai bisogno senza che tu glielo debba dire. Non smetterò mai di pensare che Emma è la migliore amica che avrei mai potuto desiderare.

Dopo aver girato per qualche negozio insieme ad Evan, si sono già fatte le sei di sera. Fuori c'è ancora luce e questa è una delle cose che più mi piace dell'estate.

Riportiamo Emma a casa, la saluto con un bacio sulla guancia e io e mio fratello torniamo a casa.

«Com'è stato il pomeriggio?» mi chiede Evan appena scendiamo dalla macchina.

«Bello» sorrido per quanto riesca a farlo.

«Emma ti ha tirato un po' su?»

«Si e anche tu» dico mettendogli un braccio dietro la schiena e così entriamo in casa.

Appena apro la porta mi immobilizzo.

«Luke...che ci fai qui?» chiedo con un filo di voce. Non importa quanto tempo è passato dal nostro primo incontro, l'effetto che mi fa è sempre quello: cuore che si ferma, voce che trema, corpo che si blocca.

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