Capitolo 3

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Entro in casa di Luke con due cartoni della pizza fumanti. Stavolta non ho bussato prima di entrare, proprio come vuole lui. Appoggio le pizze sul tavolo del salotto e il buonissimo odore invade tutta la casa.

Lo trovo sdraiato sul divano a braccia incrociate. Il suo viso addormentato è illuminato dalla poco luce della sera. Sono le otto ma fuori è ancora chiaro.

Mi avvicino. È bellissimo. Quell'anellino al naso mi piace tantissimo. Chi lo avrebbe mai detto che un giorno avrei potuto cambiare idea sui piercing?

Ha i pantaloni della tuta e una maglietta nera a maniche corte. Una parte dell'addome è scoperta e noto qualcosa di strano. Sembra un grosso livido, ma non ne sono sicura. Mi abbasso per vedere meglio ma si sveglia.

«Era ora. Da quanto sei arrivata?» mi chiede mettendosi a sedere.

«Qualche minuto» sorrido.

«Quindi mi stavi guardando» ammicca.

«No macché» dico andando a prendere da bere.

Mi segue fino in cucina e si appoggia allo stipite della porta.

«Davvero?»

«Si» dico girandomi dopo aver preso due bicchieri. Mi trovo intrappolata tra le sue braccia ai lati. Il calore del suo corpo scalda il mio. La mia presa sta per cedere ma prima che i bicchieri si rompano me li toglie di mano e li appoggia sul bancone al quale sono appoggiata.

«Non è vero» sussurro contro le sue labbra.

«Lo so» sorride lui.

Il suo bacio è affamato e disperato allo stesso momento.

Allungo le mie braccia attorno al suo collo e lo stringo forte a me. Sono così fortunata ad avere Luke accanto a me. Lo amo più di qualunque cosa al mondo.

«Promettimi una cosa» sussurra.

«Cosa?» chiedo con un filo di voce. Lui mi fa stare senza voce, consuma ogni singola energia del mio corpo.

«Che non mi lascerai mai, qualunque cosa accada» i suoi occhi sono inquieti.

«Luke già lo sai..»

«Promettimelo Allison» fa una pausa «Ne ho bisogno» sembra un bambino spaventato.

«Te lo prometto» lo stringo forte. Cosa gli succede?

Nel momento in cui pronuncio quelle tre parole, il telefono nella sua tasca emette un suono di notifica.

«Chi è?» chiedo senza neanche pensarci.

Mi guarda con gli occhi sbarrati e dice: «No..è..è mio padre, vuole che vada da lui»

«Adesso?»

«Sì. Devo andare» dice andando a mettersi le scarpe.

«Vuoi che venga con te?» chiedo seguendolo.

«No. Rimani pure qui se vuoi, io...tornerò presto» dice dandomi un bacio sulla fronte.

«D'accordo»

Lo vedo sbattere la porta davanti ai miei occhi.

È ovvio che non sta andando sa suo padre, il suo sguardo era così angosciato che non potevo non notarlo. Ormai lo conosco e so che mi sta nascondendo qualcosa.

Non posso lasciarlo andare via così.

Esco sul pianerottolo e faccio le scale, due alla volta. Tanto per cambiare rischio anche di inciampare ma l'ascensore ci metterebbe troppo.

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