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Sento dei rumori intorno a me che mi riscuotono e strizzo le palpebre, aprendo gli occhi e cercando di mettere a fuoco ciò che mi circonda. Sono in una sala bianca, distesa su un letto e le tende color panna coprono un po' la luce che entra. Mi muovo leggermente e scopro di avere un ago infilato nel braccio, collegato ad una flebo accanto al letto.

«Ti sei svegliata...come ti senti?» La voce di un uomo mi ridesta e mi volto davanti a me, trovandomi l'agente Monroe seduto sulla sedia a pochi metri dal letto.
Mi sento a disagio e faccio per mettermi seduta. «Ehm...bene. Ecco...», tentenno in evidente imbarazzo e lui mi fa un piccolo sorriso, mettendosi più comodo sulla sedia. «Se ti stai chiedendo cosa è successo e perché sei qui, ti dico subito che sei volata giù da un'automobile in corsa e per poco non ti beccavi un proiettile in testa. Fortunatamente quel salto ti ha evitato lo sparo, ma non il leggero trauma cranico purtroppo.», alle sue parole sbianco, ricordandomi ogni cosa e penso subito a Lupin e gli altri.

Monroe mi guarda perplesso. «Io sono l'agente Monroe, capo della polizia francese e ti abbiamo vista ruzzolare fuori dalla macchina, per fortuna ti abbiamo salvata in tempo. Ti ricordi cosa facevi su quell'auto? Con chi eri e perché?», inizia a chiedermi e mando giù un nodo alla gola. «N-non lo so...non ne sono sicura in realtà, i miei ricordi sono confusi ancora.», la butto lì cercando di non fargli capire la verità, o sarebbero guai seri, ma lui mi guarda e si alza, avvicinandosi a me e spostando la sedia accanto al letto.

«Ma tu...hai un volto familiare, non ci siamo già visti da qualche parte? Aspetta un attimo...», sembra illuminarsi a chissà quale rivelazione e inizio a pensare a tutte le bugie che potrebbero aiutarmi, prima che lui tiri fuori il suo cellulare e digiti qualcosa velocemente. Dopo alcuni secondi mi guarda con occhi sgranati e fa un sorriso. «Ma tu sei la ragazza scomparsa...Dalila Costa vero? I tuoi genitori hanno tappezzato Roma per riuscire a ritrovarti. Cosa ci facevi sull'automobile di Lupin? Ti ha rapito lui?» Chiede corrucciato e sospettoso, guardandomi con un sopracciglio alzato. «No! Certo che no...», inizio e mi schiarisco la gola, cercando di darmi un tono.

«Ecco...in realtà Lupin mi ha salvata da alcuni tizi che volevano uccidermi e...beh...sono capitata al posto sbagliato nel momento sbagliato, se non ci fosse stato lui mi avrebbero senz'altro fatto fuori.», dico più seria e lui sembra convinto dalla mia versione. «E sai chi erano quei tipi e perché volevano ucciderti?» Mi tartassa di domande e io faccio un sospiro. «Credono che io abbia rubato un gioiello, ma in realtà me lo sono ritrovata in tasca senza sapere il perché.», lui si gratta leggermente il mento pensieroso e poi sospira. «Capisco...comunque penso che sia il caso di chiamare i tuoi genitori.» Appena mi dice questo sgrano gli occhi e mi sporgo dal letto. «No!» Esclamo e Monroe si blocca corruggando la fronte perplesso. Mi metto più comoda e composta e abbasso gli occhi. «Voglio dire...sarebbe meglio di no, non ora ecco. Lei non conosce i miei genitori agente Monroe e...beh sanno essere davvero apprensivi. La prego non li chiami o si allarmeranno subito e inizieranno a preoccuparsi ancora di più.», cerco di fare uno sguardo convincente ma lui si alza. «Ma lo sai che sono settimane che sei ricercata Dalila? È mio dovere informare i tuoi genitori che sei stata trovata viva e stai bene.» Mi risponde Monroe e io mi mordo leggermente un labbro, prima di tornare a guardarlo. «Lo so però...preferisco chiamarli io appena uscirò dall'ospedale e sarò sicura di essere in grado di tornare a casa ecco.» Lui continua a guardarmi corrucciato ma poi sembra distendersi un po' e fa un piccolo sorriso. «E va bene, lascerò che sia tu ad avvisarli. Ma adesso abbiamo un'altra questione da risolvere...» Dice lui più serio e mi si avvicina.

«Se quegli uomini sono ancora sulle tue tracce e sanno che sei viva, non puoi restare senza protezione. Dovrò tenerti d'occhio.» Il suo sguardo freddo non tradisce emozione se non professionalità e serietà in ciò che fa e nel suo lavoro. Io deglutisco nervosa e mi muovo ancora più a disagio, prima che entri l'infermiera con un sorriso. «Bene vedo che sei sveglia e cosciente, mi scusi agente, deve uscire ora. Sta arrivando il dottore per visitare la ragazza.» Dice la donna e Monroe fa un sorriso e un lieve cenno del capo. «Certamente...», lui va verso la porta ma prima di uscire mi guarda più rilassato. «Metterò una guardia qui fuori, così starai più tranquilla, se hai bisogno chiedi a lui e chiamerà me. Quando starai meglio contatterai i tuoi genitori.» Sorride di poco ed esce lasciandomi con l'infermiera, mentre io continuo ad arrovelarmi il cervello per capire come fare ad avvertire i ragazzi e Azzurra.

Ho Derubato Il Ladro [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora