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Mi risveglio lentamente ritrovandomi sdraiata in un letto. Nel letto della mia camera dentro il rifugio di Lupin. La testa mi pulsa e sento un martello che mi batte in continuazione nelle tempie, a fatica mi tiro su a sedere facendo una smorfia di dolore, ricordandomi della ferita da arma di fuoco al braccio.

«Ferma o rischi di fare aprire di nuovo la ferita.» La voce di Lupin mi riscuote e alzo gli occhi, trovandomi i suoi profondi che mi penetrano.

«Sei svenuta dal dolore e dalla stanchezza anche Dalila. Praticamente ti ho portata qui in braccio per non svegliarti. William ne ha approfittato e ti ha medicato la ferita, ci sa fare lui con questo genere di ferite di arma da fuoco.» Mi tranquillizza lui facendomi sdraiare nuovamente, lo guardo interdetta alla sua affermazione. «E tu? Voglio dire, quando non eri con William, facevi da solo in casi simili?», chiedo curiosa e lui mi fa un sorriso dolce annuendo e sedendosi accanto a me, controllando la garza sulla ferita.

«Certo, ho dovuto impararlo proprio per questo genere di situazioni. Ma ti ho lasciata nelle sue mani mentre io mi occupavo di...altre cose.» Dice lui un po' esitante sull'ultima frase. Lo guardo con un cipiglio mentre lui mi toglie la fasciatura per controllare se ci siano infezioni.

«Che vuoi dire?» Domando mentre lui mi ripulisce dal poco di sangue che è sicuramente fuoriuscito dopo la medicazione di William. Per fortuna mi avevano preso di striscio e il proiettile non è penetrato, ma comunque mi ha presa e fatto una ferita non profonda, ma lunga di alcuni centimetri.

«Dobbiamo andare via Dalila.» Mi risponde Lupin dopo istanti di silenzio, fermandosi dai suoi movimenti e guardandomi intensamente, per valutare la mia reazione. Io batto le palpebre cercando di capire e aggrotto la fronte. «E dove?» Domando perplessa mentre faccio una piccola smorfia perché Lupin mi ha sfiorato il centro della ferita.

«Scusami.», si ferma un istante prima di riprendere il suo lavoro, io lo guardo sempre più confusa. «Dobbiamo tornare a Parigi Dalila, non possiamo più restare qui per il momento. Dobbiamo anticipare la partenza a causa di ciò che è successo. Non posso permettere che quel viscido torni a cercarti.» Dice Lupin contraendo la mascella al pensiero di Alexander e io poso lentamente una mano sulla sua, lasciando che i nostri sguardi si incontrino e mi avvicino un po' al suo viso.

«Va bene, la mia strada è dove sei tu, non mi importa delle conseguenze, vado dove vai tu e Alexander non mi troverà.» Gli dico per farlo rilassare un momento, ma il pensiero che quel tizio torni è un martello nella mia mente.

Lupin mi sorride come sempre, ma stavolta sembra anche più dolce e finisce in silenzio di ripulirmi la ferita che già si è iniziata a cicatrizzare lentamente. Lo guardo mentre continua il suo lavoro, finché non mi fa una fasciatura pulita e finalmente alza gli occhi su di me.

«Lo so che è difficile per te, sei agli inizi e hai dovuto lasciare la tua famiglia per questa vita. E adesso devi lasciare anche il tuo paese natale per seguirmi...», «Per te mi farei uccidere.» Lo interrompo guardandolo con una serietà che non mi appartiene ma che ora è solo la pura verità. Darei la mia vita per lui, senza pensarci un attimo e lo vedo ridacchiare divertito. «Su questo non ho dubbi, ti sei quasi presa un proiettile per me.» Risponde lui stemperando la situazione, cosa che mi fa sorridere allo stesso modo.

«Ho solo un desiderio da chiederti Lupin.», dico alcuni secondi dopo, abbasso lo sguardo esitando un po' mentre lui piega la testa di lato aspettando una mia risposta. Mi mordo un labbro e faccio un piccolo sospiro, prima di guardarlo negli occhi.

«Permetti a me è Azzurra di far sapere alle nostre famiglie che stiamo bene, anche senza spiegare il motivo della nostra scomparsa, ma almeno tranquillizzarli che non siamo morte.» Glielo dico quasi come una supplica e lui dopo alcuni istanti mi fa un piccolo sorriso dolce e annuisce. «Certo, per te questo ed altro. Ma non potrai dire nulla su noi, non possiamo rischiare. Soprattutto non dopo quello che è successo ieri sera.» Annuisco contenta che abbia acconsentito e poi faccio uno sguardo sorpreso.

Ho Derubato Il Ladro [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora