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Mi sento gli sguardi di Azzurra e Lupin addosso e alzo gli occhi verso di loro, «Ho bisogno di rifletterci.» Dico e Lupin mi prende dolcemente la mano, «Tutto il tempo che vuoi chérie.» Annuisco con un lieve sorriso e mi alzo per andare in camera a pensare.

Mi siedo sulla sedia della scrivania e il mio sguardo cade sul telefono. Non c'è linea quindi l'ho tenuto spento per questi giorni, Lupin mi ha detto che lo hanno fatto di proposito ad isolare l'appartamento per evitare qualsiasi intrusione e ricezione esterna.

Penso ai miei genitori, a mio fratello Adriano che è proprio colui che mi manca più di tutti, alla mia vita e al mio cuore...a quello che provo da quando sono qui.
Penso ad ogni momento vissuto con Azzurra, a quanto in fondo entrambe ci siamo state vicino nei momenti belli e brutti, ogni istante della nostra profonda amicizia e lei ora ha scelto di iniziare questa vita.

Faccio un sospiro e chiudo gli occhi cercando di capire cosa davvero è giusto. Forse la mia vita finora è stata una recita, un modo di accontentare gli altri, solo lo studio nel restauro di opere d'arte mi ha appagata, visto che al liceo ho fatto buon viso a cattivo gioco per non deludere i miei genitori che hanno sempre avuto tante aspettative su di me.

ʼForse non sono la figlia perfetta che loro vorrebbero.ʼ Penso tra me mentre Azzurra entra nella stanza con un sorriso dolce.

«Lo so a cosa stai pensando. Ero venuta a proporti un'idea che magari ti potrà aiutare a decidere bene.», mi dice con un occhiolino e la guardo perplessa, «Ovvero?» Le chiedo mentre lei chiude la porta e si siede sul letto. «Ovvero...i ragazzi faranno un altro colpo domani sera, questa volta vogliono rubare i disegni di Leonardo da Vinci che saranno esposti a Firenze, a Lupin mancano solo quelli per completare la sua collezione che sta facendo da due anni ormai.» Mi spiega e la guardo sorpresa, «A Firenze?» Lei annuisce e sorride alla mia espressione, «Appunto, so da quanto tempo vuoi uscire da Roma Dalila...e so quanto adori Firenze dopo la nostra città, ecco perché te l'ho detto subito come l'ho saputo da loro.» Faccio un sorriso entusiasta ma poi la paura mi fa ritrarre.

«Ma...non so se...ecco...» inizio ma mi blocco e lei alza un sopracciglio, «Andiamo Dalila! Volevi viaggiare no? Inizia da qui.» Mi fa un occhiolino e io alla fine ci penso per poi alzare lo sguardo e sorrido, «Va bene, potrebbe davvero aiutarmi a capire davvero cosa fare. Ci sto!» Lei esulta alla mia risposta e io ripenso alle sensazioni che mi ha dato fare un furto insieme ai ragazzi. Voglio riprovarle, solo così potrò capire bene cosa scegliere.

Alla fine ci ritroviamo il giorno dopo nella BMW che ha noleggiato Lupin tutti e cinque: Azzurra ha insistito per farmi sedere davanti, accanto al sedile del guidatore su cui è Lupin, mentre lei è dietro tra Stéphan e William, eccitata come non mai e quasi quanto loro. Io invece guardo fuori il finestrino mentre partiamo e osservo lo scenario cambiare come usciamo da Roma.
In autostrada Lupin fa un sorriso nel vedere l'entusiasmo di Azzurra. «Vedo che già ti sei ambientata Azzurra, l'entusiasmo non ti manca. Bene ci sarà di ottimo aiuto.» Dice mentre io mi volto verso di lei e faccio una risatina divertita dal suo atteggiamento, per poi voltarmi e tornare ad osservare il paesaggio fuori.

È una bella giornata e abbiamo deciso di partire la mattina per goderci anche la città, visto che Azzurra ha detto a tutti che non ero mai uscita da Roma fino ad ora e non avevo mai viaggiato prima. Lupin ovviamente non ha esitato a farmi felice e ad accontentare la richiesta di Azzurra così insieme a William e Stéphan ha deciso di approfittarne e visitare la città.

All'improvviso mi ritrovo ad osservare i movimenti di Lupin alla guida, mentre cambia le marcie e muove il volante con un'eleganza e un'abilità estrema. Quando mi soffermo sulle sue mani e ne resto ammaliata: grandi, con le vene leggermente in vista, le dita lunghe, affusolate e nell'insieme pulite. Sono proprio delle mani da ladro, non potrei trovare una descrizione migliore.
Mi riscuoto di colpo alla sua voce, «Che ne dite se ci fermiamo alla prossima sosta? Compriamo anche qualcosa da mangiare e poi proseguiamo spediti fino a Firenze. Non manca molto.» Dice rivolto a tutti e William annuisce, «Sì anche perché lo stomaco di Stéphan non la smette di lamentarsi.» Dice indicando l'amico e quest'ultimo sgrana gli occhi, «Ma piantala!» Ed esplodiamo tutti in una risata generale.
Io nel frattempo mi sono accorta di essere leggermente arrossita per aver fissato in modo maniacale Lupin, i suoi gesti, le sue mani e lo sguardo concentrato che ha quando guida.

Ho Derubato Il Ladro [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora