☠24. «Rohypnol»

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La testa sottostava ad un atroce dolore, gli pulsava come se avesse avuto qualcuno a martellargli da dentro, come se ogni suo componente si stesse attorcigliando e contraendosi

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La testa sottostava ad un atroce dolore, gli pulsava come se avesse avuto qualcuno a martellargli da dentro, come se ogni suo componente si stesse attorcigliando e contraendosi. Cercò di portarsi una mano nei capelli per tentare di massaggiare l'attaccatura di quei filamenti e trovare un po' di sollievo ma non riuscì neanche a muoversi, sentendo solo più dolore nel cercare di farlo. Impossibilitato nel riuscirci. Impossibilitato da barriere fisiche. Provò ad aprire gli occhi tentando di spannarsi la vista forse diventata così a causa della botta ricevuta in precedenza. Scuotendo leggermente la testa e soffiando provò a scansarsi i capelli da davanti gli occhi. Si scrutò attorno non riconoscendo il luogo in cui si trovava, cosa abbastanza ovvia, si trattava di una stanza, almeno credeva. Non vedeva assolutamente nulla. Era una stanza totalmente oscurata, nemmeno un fascio di luce, una lampadina, niente. Solo puzza, un odore maleodorante di muffa che gli dava tanto fastidio alla respirazione.

Era appoggiato con la schiena ad un muro, seduto in terra con le mani legate insieme con due fascette molto strette ai polsi «C'è qualcuno?!» provò a gridare, ne era consapevole che nessuno sarebbe venuto in suo soccorso ma forse qualcuno dei rapitori si sarebbe fatto vivo e avrebbe capito qualcosa di più della situazione. Non poteva credere che Naomi sapesse del suo effettivo lavoro, credeva di averlo nascosto abbastanza bene. L'aveva sottovalutata, ed era stato ingannato soprattutto dal tono amorevole che usò lei al loro primo incontro...Sinceramente si sentiva deluso, tanto deluso. E pensare che tempo prima aveva anche provato dei sentimenti per quella ragazza. Incredibile ma vero.

All'improvviso sentì la serratura della porta scattare per poi aprirsi permettendo alla luce di entrare nella stanza e portandolo a stropicciare gli occhi e girare un po' la faccia in modo da non riceverla dritta in volto, gli dava dannatamente fastidio dato l'essersi abituato al buio.

«Bene, vedo che ti sei svegliato» gli disse Naomi entrando con un sorrisetto strafottente in viso «come ti senti?»

«Una meraviglia...Sai mi hanno appena rapito, una cosa da tutti i giorni, vero?» domandò ironico schioccando la lingua. Lei alzò le spalle con nonchalance «se vuoi mangiare, ecco a te» gli porse una pagnotta piccolina di pane che si poteva racchiudere totalmente in una mano per quanto piccola.

«Non lo voglio il tuo schifoso cibo» sputò acido «piuttosto muoio di fame»

«Mi domando quanto resisterai» asserì lei divertita, lasciando che quel cibo cadesse a terra, vicino Jungkook, fino a rotolare vicino le sue ginocchia.

«Non capisco che senso abbia» sbiascicò Jungkook «perché rapirmi? Ti stai scavando la fossa sotto i piedi da sola»

«Sareste arrivati» rispose tranquillamente Naomi «prima o poi sareste arrivati qui, affrettiamo i tempi, semplicemente questo» gli si avvicinò, piegandosi verso il basso, afferrando violentemente Jungkook dal mento per fargli girare lo sguardo e puntarlo nei suoi occhi perfidi «La resa dei conti sta arrivando»

𝑳𝑨 𝑸𝑼𝑨𝑫𝑹𝑨𝑻𝑼𝑹𝑨 𝑫𝑬𝑳𝑳𝑨 𝑳𝑼𝑵𝑼𝑳𝑨 // ᴷᵒᵒᵏᵍᵃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora