☠17. «Non per me e Jimin»

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Yoongi si trovava comodamente seduto in salotto, con i piedi appoggiati sul tavolino di fronte e con sulle gambe depositato il proprio computer

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Yoongi si trovava comodamente seduto in salotto, con i piedi appoggiati sul tavolino di fronte e con sulle gambe depositato il proprio computer. Ascoltava tutto assorto una conferenza scientifica sulle nuove scoperte spaziali promulgate dalla nasa. 
Era tranquillo tutto intorno a lui, i membri della sua quadra sembravano essersi volatilizzati. Forse l'orario da riposino o forse il tempaccio esterno, lì in salone vi era solo lui e la vita non era mai stata più bella di così.

Ma la quiete, puntualmente, venne spezzata da qualcuno che si sedette di peso su una poltrona lì di fianco, sospirando sonoramente. Yoongi alzò gli occhi, aspettandosi tutti tranne una persona che al contrario di tutte le sue aspettative era proprio lì: Taehyung.

Gambe divaricate, gomiti puntati sulle sue cosce, schiena riversa in avanti e testa tra le mani. Sembrava piuttosto disperato. Così disperato che era riuscito a catturare persino l'attenzione di Yoongi che avrebbe dato la vita pur di continuare a guardare quella conferenza «Questo è strano. Per la prima volta stai cercando di psicanalizzare te stesso e non chi ti circonda» asserì Yoongi. Normalmente si sarebbe fatto gli affari suoi, non gli sarebbe interessato ma di colpo si domandò cosa Jungkook avrebbe fatto al posto suo e così parlò.

«E perché pensi che non stia analizzando te invece?» Taehyung lo guardò stanco e Yoongi poté notare delle profonde occhiaie sotto i suoi occhi. Fu sicuro che non stesse in quello stato per Jungkook, dato che il ragazzo si stava riprendendo, per quando ancora i suoi spostamenti fossero ridotti a letto-bagno, bagno-letto.

«Ti ricordo che ho un QI di 180, non avrò condotto i tuoi studi ma a certe cose ci arrivo anche da solo» gli rispose mettendo in pausa il video, capendo che non sarebbe rimasto più in pace per poterla seguire serenamente. 

«Che vuoi sapere?» gli chiese Taehyung colpito da quel strano comportamento di Yoongi. Forse l'influenza che Jungkook aveva su di lui gli faceva più che bene. Yoongi scrollò le spalle, chiuse il computer e lo spostò di lato, riportando l'attenzione su Taehyung.

«In realtà niente. Mi sto solo offrendo in caso volessi parlare»

Ed immediatamente Taehyung strabuzzò gli occhi. Non poteva credere alle sue orecchie. Yoongi sembrava quello di sempre ad un occhio esterno ed invece gli aveva appena detto delle cose che onestamente lo portavano cinquanta passi avanti «Adesso dovrei dire io che questo è strano»

Sì, in effetti lo era. Yoongi non si sarebbe mai aspettato quel cambiamento ma erano passati cinque giorni. Per i primi quattro era rimasto chiuso nello studio a pensare e a lavorare, al quinto l'orso era uscito dal letargo con una nuova consapevolezza. Jungkook gli provocava un qualcosa. Inizialmente la interpretò come una scarica di adrenalina, quello che lo indusse ad offrirsi senza pensarci due volte come donatore di sangue, quella che lo indusse a pensare uno dei piani più folli solo per salvargli la via. Ma forse quell'adrenalina era semplicemente una conseguenza di un Jungkook che aveva fatto breccia in lui. Il suo cuore soffriva di una strana aritmia solo pensandogli «Cerco solo di capire cosa voglia dire "essere umani"»

𝑳𝑨 𝑸𝑼𝑨𝑫𝑹𝑨𝑻𝑼𝑹𝑨 𝑫𝑬𝑳𝑳𝑨 𝑳𝑼𝑵𝑼𝑳𝑨 // ᴷᵒᵒᵏᵍᵃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora