Parte del capitolo è stato scritto con la collaborazione di: DaddaTaras
Passate nell'angolo autrice prima di chiudere il capitolo 🎶
TI REGALO UN SORRISO
«Sam, svegliati,» mi scrollò mamma, «dobbiamo andare.»
Mi stropicciai gli occhi volendo dormire ancora per qualche ora. Ero ancora stanco morto per via del lungo viaggio, non mi andava proprio di alzarmi per uscire chissà dove. «Dove andiamo?» chiesi con la voce impastata dal sonno.
«Da parenti.» mi rispose, per poi uscire dalla mia camera.
Effettivamente la sera prima, di sfuggita, l'avevo sentita parlare con gli zii di un fatto a dir poco traumatizzante, per non dire terribile. Parlavano in italiano, quindi mi ritrovai a comprendere qualcosa e non tutto il discorso, ma riuscii a captare quello che poteva essere lo stretto necessario: la sorella del mio nonno materno si era trasferita in città da qualche mese con suo marito per via della morte della loro unica figlia, e con loro avevano portato la piccola nipote rimasta orfana da un incidente.
Certo che la nostra famiglia è un disastro pure in Italia, avevo pensato, ma ovviamente sapevo che la sua situazione era peggiore della mia. In parte potevo comprenderla, anche se minuscola, ma forse avevo trovato qualcuno con cui parlare e confidarmi.
Per arrivare da loro dovemmo prendere la metropolitana e lì c'erano davvero troppe persone asfissianti appiccicate l'una all'altra. Mi mancava l'oceano, il vento e quella sensazione di libertà che sentivo a Darwin; invece lì mi vedevo come prigioniero di una realtà che non mi apparteneva, mi sentivo estraneo da tutto quello che mi stava succedendo.
Devo essere forte, mi ripetevo, quasi come se questo fosse un mantra.
Per arrivare a destinazione ci vennero a prendere con una macchina tutta nera e con i vetri oscurati, guidata da un certo Enrico che ci fece d'autista. Sembrava molto serio nonostante cercasse in qualche modo di essere cordiale e tutto questo mi faceva capire che la questione era più grande di quanto potessi immaginare.
Ci fece scendere dall'auto una volta spento il motore e neanche il tempo di guardarmi attorno che mia madre aveva già riconosciuto una signora.
«Ciao, zia Clarissa.» salutò, dirigendosi al portone di quella dimora e abbracciando quella signora che poteva avere sulla cinquantina d'anni forse. Teneva un sorriso tirato sulle labbra, lo vedevo lontano un miglio che si sforzava di essere felice e non potevo non comprenderla.
«Caitlin, è bello vederti di nuovo.»
«Anche per me, zia.» ma subito dopo delle lacrime le bagnarono il viso, probabilmente invasa dai ricordi.
«Oh tesoro, non piangere ora, ti prego.» cercò di confortarla, ma capivo benissimo che anche a lei veniva difficile trattenere un singhiozzo.
Voltandosi verso me e mia sorella cercò di essere il più cordiale possibile, sembrava una nonna davvero dolce e premurosa, cosa di cui non ho potuto vantare molto avendo i genitori di mio padre a Perth e quelli di mia madre qui in Italia. Chissà quando li avrei rivisti, mi chiedevo, l'ultima volta era stata quando ero molto piccolo, ci erano venuti a trovare, ma ricordavo a malapena i loro volti.
«Voi dovete essere Samuel e Chelsea, sono felice di conoscervi finalmente.» ci parlò in inglese e mi stupii della sua bravura.
Misi leggermente in evidenza le mie fossette e accarezzandomi una guancia ci fece entrare subito dopo, incontrando così suo marito che teneva d'occhio una bambina, la loro famosa nipote. Aveva dei capelli neri e lunghi, che cadendo poco in avanti notai che ornavano un viso triste e perso. Non alzò nemmeno lo sguardo per vedere chi avesse fatto accesso in casa sua, cosa che dovrebbe venire in automatico a qualsiasi bambino curioso.
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Sull'Onda del Passato
RomanceAussie's Series Vol. 2 Prequel/Spin-Off di «IMPREVEDIBILE - oltre l'oceano» Io non volevo che succedesse tutto questo. Volevo vivere a Darwin, insieme al mio migliore amico Xavier e alla sua piccola e dolce sorellina Scarlett. Loro erano tutto quell...