Aussie's Series Vol. 2
Prequel/Spin-Off di «IMPREVEDIBILE - oltre l'oceano»
Io non volevo che succedesse tutto questo. Volevo vivere a Darwin, insieme al mio migliore amico Xavier e alla sua piccola e dolce sorellina Scarlett. Loro erano tutto quell...
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IN MEMORIA DEI VECCHI TEMPI
Il telefono prese a vibrare all'improvviso e con i Black Stone Cherry alle cuffie, lo presi in mano visualizzando la notifica di Line che mi era arrivata.
Xavier: Oi, Sammy, indovina dove ci vogliono portare in viaggio d'istruzione!
Ed ecco che il mio migliore amico compare senza nemmeno salutare. Grazie, Xav, io sto bene e tu? Le buone maniere le aveva dimenticate nel deserto? Forse dovevo salvarlo in rubrica come Asshole, ma sarebbe stato più adatto per uno come Valentino dato che poteva significare altro oltre a stronzo.
Io: A Las Vegas
Xavier: No, più vicino a te
Io: Amsterdam?
Xavier: Sei serio?
Io: Cazzo, Amsterdam è favolosa, che vuoi
Xavier: Sono sicuro che l'Italia sia un posto migliore
Oh mio Dio, non lo aveva detto sul serio. Non volevo crederci. Mi sollevai dal letto e mi misi seduto, digitando velocemente due parole.
Io: Stai scherzando???
Xavier: Nope mate*, ci porteranno a Roma, magari è l'occasione per poterci vedere dopo quattro anni
Io: DOBBIAMO vederci, Ash. Quando partirete? Così mi organizzo dato che sto a Milano
E dopo qualche mese, ecco che ero pronto per partire verso la capitale. Erano quattro anni che non lo vedevo e anche se in quel periodo avevo verifiche e quant'altro essendo maggio, io partii in ogni caso e nessuno mi avrebbe fermato.
Era possibile essere nervoso? Ma chi vogliamo prendere in giro, doveva essere più che normale, insomma, l'ultima volta che fui a Darwin non ci eravamo nemmeno salutati e per via del fuso orario e i vari impegni non riuscivamo a beccarci nello stesso momento online.
Quando misi piede a Roma, mi diressi nel B&B a basso prezzo che avevo trovato avendo un'ora a disposizione prima di vedermi con Xavier. Mi aveva detto che dopo aver posato i bagagli e quant'altro in albergo e dopo aver pranzato si sarebbero diretti al Colosseo, quindi alle due e mezzo ero già pronto ad aspettarlo all'entrata col biglietto in mano.
Non lo avrei mai fatto, ero arrivato in orario, io che con la tempistica non andavo mai d'accordo.
Rimasi appoggiato al muro per quella che sembrò un'eternità, quando in realtà erano a malapena cinque minuti, comprendendo finalmente coloro che dovevano attendermi. Era davvero straziante.