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Cari Genitori,
Vi scrivo per dirvi che sto bene qui al castello della regina e che non tornerò finché lei e il bambino non saranno al sicuro: Regina ha qualche problema nel controllare la sua magia. Non preoccupatevi per me, sono al sicuro, so proteggermi e la regina si fida di me, non mi farebbe mai del male.
Presto potrete venire a farci visita, per il momento vi chiediamo di mandare Dotto qui al castello per controllare i progressi della gravidanza.
Con affetto, la vostra adorata figlia

Emma

Erano passati tre giorni da quando Emma era arrivata al castello di Regina e tra le due si era instaurato un rapporto di fiducia reciproca.

Regina, però, si era ugualmente barricata nelle sue stanze e non lasciava entrare nessuno, fuorché Emma:

"Buongiorno Regina!"

Quella mattina la bionda entrò nelle stanze della mora con un aria allegra che infastidì fortemente la sovrana:

"Buongiorno principessa"

Emma sospirò e alzò gli occhi al cielo:

"Quando smetterai di chiamarmi così?"

"Quando smetterai di essere una principessa immagino."

Emma si arrese:

"Stamattina ho una sorpresa per te"

Il viso di Regina si illuminò per un attimo, ma poi si ricompose e assunse nuovamente la sua aria annoiata da malvagia sovrana.

"È arrivato Dotto."

"Che cosa?"

Regina sentiva già la magia scorrerle nella mani incotrollata, aveva paura, paura di far male involontariamente a qualcuno e non si spiegava il perché di tale emozione: non aveva mai avuto paura di far male a qualcuno.

"Non preoccuparti, andrà tutto bene, te lo prometto, sarò qui al tuo fianco e non me me andrò mai."

Regina guardò Emma negli occhi e senza bisogno di parole la bionda capì che la mora si era arresa.

Uscì dalla stanza e ordinò alla prima guardia che le capitò davanti di condurre Dotto alle stanze della regina. Rientrata nella stanza si sdraiò sul letto accanto alla mora e le strinse la mano per rassicurarla:

"Andrà tutto bene." 

Dopo qualche istante il nano entrò fischiettando nella stanza. Indossava come al solito uno di quegli irritati cappelli che a Regina avevano sempre ricordato delle calze rovinate.

Il nano a cospetto delle due donne sdraiate nel letto si inchinò e cominciò a sistemare i suoi attrezzi sul comodino di Regina.

"Perdonaci lo stato in cui ti accogliamo Dotto, ma come ben saprai la regina ha bisogno di riposo."

"E la principessa è solo il mio sfiancante supporto morale."

Emma sorrise alla battuta della mora. Il nano intanto cominciò a fare la sua visita.
Stese una sorta di gel freddo sulla pancia di Regina, che aveva scoperto guardando la paziente con gli occhi colmi di timore.

Breath my soulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora