Skyscraper.

Capitolo 8

Capitolo otto.

"Sei pronta?" mi chiese Harry per la trentesima volta quella mattina.

"Sì, Harry, sono pronta!" esclamai esasperata.

"Allora andiamo." sorrise.

Prese le mie valigie e le mise nella sua macchina.

"Dov'è il tuo autista?" chiesi, notando che eravamo da soli.

"Non c'è, guido io. Ti dispiace?"

"Oh, no. Ero solo abituata." sorrisi.

"Okay, andiamo dai." ricambiò.

Il viaggio in macchina era silenzioso, ed io ogni tanto lo guardavo con la coda dell'occhio.

Aveva la mascella tesa, gli occhi fissi sulla strada.

Era stupendo.

Appoggiai la testa al finestrino e chiusi gli occhi, pronta a lasciare ancora una volta la mia New York.

(...)

"Krys, svegliati." sentii qualcuno sussurrare al mio orecchio. Capii subito di chi si trattava, ma volevo ancora sentirlo parlare.

"Ehi, so che sei sveglia. Abbiamo un aereo da prendere, dai." sussurrò ancora.

Aprii lentamente i miei occhi, e abbozzai un sorriso. "Ehi. Quanto tempo ho dormito?" chiesi, quando si allontanò.

"Tutto il viaggio in pratica," ridacchiò, "ma non preoccuparti. Allora, andiamo oppure vuoi ritardare un po'?" mi chiese gentilmente.

"No, no. Possiamo partire subito."

Prese le mie valige, e lo guardai confusa.

"Che c'è?" chiese.

"Prendi le tue valigie, io riesco a portare le mie."

"No, arriverà qualcuno che le prenderà per me. Non preoccuparti."

"Veramente Harry, lasciale." replicai, decisa.

"Oh, andiamo Krystal. Come se a te non le prende mai nessuno." ammiccò.

"Sì ma nessuno ha anche le proprie da prendere." ribattei, convinta.

"Va' a sederti, e falla finita."

Aprii la bocca per dire qualcosa, ma il suo braccio mi bloccò. "Ora." aggiunse.

Sbuffai per poi seguirlo andare verso il suo aereo privato.

Ero abituata a viaggiare in jet del genere, anche se non ne avevo effettivamente uno mio.

Insomma, viaggiavo con i jet delle persone con cui viaggiavo, quindi che senso aveva averne uno mio? Preferivo sperperare i miei soldi in altri modi.

Arrivammo davanti al jet e rimasi davvero allibita.

Era il triplo di quelli con i quali ero abituata, ed erano davvero grandi.

Al centro vi era scritto "STYLES ENTARPRISES" e sotto un piccolo "di Harry Styles".

"Ti piace?" sorrise Harry, vedendo come fissavo il suo jet privato.

"È... Enorme."

"Non sei abituata ad i jet? Eppure sei parecchio famosa."

"Oh, sì, lo sono. Ma questo è davvero grande." spiegai.

"Uhm, saliamo; dentro ti sembrerà ancora peggio." ridacchiò.

Salimmo, e mi trovai davanti una grande sala con i colori del marrone, dove vi erano due poltrone, un divano, tv e altre cose apparentemente inutili o che non conoscevo.

"Là c'è il bagno, lì la camera da letto, cucina, cabina di pilotaggio." sorrise, spiegandomi le varie stanze presenti.

"Uhm, okay."

"Sono le cinque del mattino, arriveremo intorno le 8.30, vuoi dormire?" mi chiese, gentile.

"Direi di sì. Tu che fai?"

"Sì. Andiamo? Se vuoi, perché posso dormire qui sul divano."

"È okay." gli sorrisi.

***

Bussarono alla porta dell'hotel della mia camera, erano appena le quattro del pomeriggio.

"Avanti, è aperto."

Entrò un Harry Styles in completo da lavoro.

"Io ho finito tutto, che ne dici di andare un po' in giro per Miami?"

Sorrisi. "Certo! Prendo la giacca e la borsa e sono da te, non ti cambi?"

"Solo la camicia, sotto lascio i jeans." notai che sotto aveva, appunto, i jeans.

Preso velocemente la borsa e una giacca, e lo aspettai seduta sul letto.

Si tolse la giacca ed iniziò a sbottonarsi la camicia bianca.

Distolsi lo sguardo.

"Krystal?" mi chiamò.

Mi girai, e lo trovai a torso nudo.

Avvampai, con gli occhi sgranati.

Ero tipo immobile.

"Ti piace quello che vedi?" sorrise divertito, ammiccando.

"Io... Sì." ammetto, ancora rossa in viso.

"Comunque, stavo dicendo, cosa andiamo a vedere in città?"

"Non so, non siamo in estate quindi non ha senso passare da Miami beach. Possiamo andare a prendere un caffè e poi vediamo." gli sorrisi.

"D'accordo."

Notai che aveva appena messo la maglietta, una polo bianca.

Quant'era bello.