Capitolo 14

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Capitolo quattordici.

Harry mi prese per mano, ed entrammo tutti.

Era tutto sottosopra, non c'era nulla al suo posto.

Facemmo un veloce giro della casa, e ci sedemmo poi in salotto.

"Non.. Non manca nulla. Ma è tutto sottosopra." dissi, stringendomi ad Harry.

"Chi potrebbe aver fatto questo?" chiese Liam, tranquillo.

Quel ragazzo era sempre calmo.

Io e Sophie ci guardammo negli occhi, e fu li che capimmo.

"Papà." affermammo entrambe, contemporaneamente.

Erano tutti sconvolti.

"Vostro padre?" chiese Zayn, confuso.

"Io dovevo saperlo. Qualche volta lo ammazzo quel bastardo." ringhiò Harry.

Mi strinsi a lui, "non fare nulla di stupido, ti prego."

Ann velocemente spiegò tutta la situazione ai nostri nuovi amici, che alla fine capirono perché abbiamo presupposto di lui.

"Sophie, come sei venuta a New York oggi?" chiese improvvisamente Niall.

"Con un taxi perché?"

Fu allora che capii.

"Merda, lo sa, vero?" chiedi, speranzosa.

"No.." disse, guardandosi in grembo.

"Bingo." fece notare Zayn.

Harry era ancora nervoso, faceva lunghi respiri, cercando di calmarsi.

Stephanie era sconvolta, ma era determinata ad aiutarci.

"Tu dormi a casa con me stanotte. Io non ti ci lascio qui." disse alla fine Harry.

"Infatti." concordò Louis, rivolto ad Ann.

"Non posso, Cher e Sophie dove staranno?"

"Vengono pure. Il coglione non sospetterà mai di casa mia. E anche che fosse, è praticamente impossibile entrare." afferma, convinto.

Guardai le due ragazze in cerca di risposte, ed annuirono leggermente.

"Okay." dissi, "domani ci vediamo e ne parliamo. Liam, Stephanie, Niall e Zayn, ci dispiace avervi coinvolto nella situazione, ma non preoccupatevi ora la risolviamo." dissi, desolata.

"Noi vi aiuteremo!" esclama Stephanie.

I tre ragazzi annuirono.

Sorrisi, e così ci salutammo, prendendo un appuntamento domani da Starbuck's.

"È così gentile da parte loro volerci aiutare." dissi in auto, a Sophie.

Mia sorella annuì, e Cher si stava trattenendo dal piangere.

Mia sorella andava sempre da lei fin da quando era bambina, dopo le cattiverie di mio padre.

Io invece, andavo da Harry.

Non avevo molte amiche, ma avevo lui, lui che era più di chiunque potessi mai avere, e non capivo come volesse stare con una come me. Una con così tanti problemi.

Ma per quanto cercassi di allontanarmi da lui, mi trovava e mi diceva che non era un problema per lui, che mi amava, e che mi avrebbe protetta per sempre.

Così, smisi di andargli contro, e continuai a rifugiarmi in lui.

"Eccoci arrivati." disse Harry, più calmo adesso.

Annuimmo, ed entrammo, guidate da lui.

Io ed Harry andammo in camera sua, mentre Cher e Sophie in una camera degli ospiti li vicino.

"Scusa un attimo Harry, vado da loro. Intanto Prendimi qualcosa per dormire, per favore."

Lui annuì, ed andai dalle due ragazze.

Bussai. Sentii un debole 'avanti', ed aprii la porta.

La camera era simile a quella di Harry, solo che aveva due lettini e non c'era la televisione.

Erano entrambe sedute su uno dei due.

Mi avvicinai e le abbracciai.a

Iniziammo a piangere, e chiesi loro se era tutto a posto.

Annuirono, dicendo che erano solo spaventate.

"Riusciremo a scappare da lui. Ve lo prometto." assicuro.

E lo penso sul serio, riusciremo a sfuggirgli definitamente.

"Va' da Harry." mi sorrise Cher.

"Io.."

"Vai! Non fare aspettare quel povero ragazzo!" continuò Sophie, la quale sbornia intanto era un po' passata.

Sussurrai loro un 'domani mi raccontate tutto però' e ridacchiammo.

Uscii e andai da Harry.

Era seduto sul letto, dandomi le spalle.

Aveva i gomiti sui ginocchi, e si teneva la testa.

''Harry?" lo chiamai, ancora sullo stipite della porta.

"Entra, Krys." non si mosse dalla sua posizione.

"Cosa succede?" chiesi, chiudendo la porta.

Alzò la testa verso di me, e notai i suoi occhi cerchiati di rosso.

Aveva pianto.

Lo abbracciai.

"Io non ce la faccio." mi disse, contro di me.

Harry era una persona così controllata, ed era strano vederlo crollare, vederlo insicuro.

"Non preoccuparti, se non vuoi aiutarci non fa nulla." lo rassicurai.

"Non dico questo, io non riesco a vederti in questo modo dopo quello che fa quello stronzo. Io non ci riesco."

Si stacca dal nostro abbraccio, e si stende sul letto.

Mi metto a cavalcioni su di lui e lo bacio.

All'inizio sembra confuso, poi ricambia e ribalta la situazione, mettendosi sopra di me.

Il bacio diventa sempre meno casto, è passionale, voglioso, bisognoso.

"Sarò sempre tua." gli dico, tra un bacio e l'altro.

"Ti amo tantissimo." mi dice lui.

"Ti amo anche io." gli rispondo.

E così, mi fa veramente sua.

N/A:

Scusate se è davvero corto, il prossimo sarà più lungo.

Qui vediamo che Harry crolla, chi l'avrebbe mai detto?

Continuate a votare e a leggere la mia storia, significa molto per me.

Spero potreste passare anche dalla mia nuova storia 'A year in London.' così, solo per dare un occhiata.

Grazie a tutti, a presto!

xx

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