Chapter Fifteen

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Si rigirava nella piccola stanza quasi assalita da troppe emozioni, che poi non erano nemmeno tante, dispiaciuta, offesa e delusa. Dispiaciuta per aver quasi distrutto una famiglia infondo era per colpa sua che litigavano; offesa perché le era stato dato della "puttanella" non è mai simpatico quando te lo dicono; e delusa, delusa da se stessa per aver lasciato scalfire il grande muro attorno a se, che ha lasciato abbattere da uno stupido sorriso e da un abbraccio caldo. -Britt- disse il moro in un sussurro -Mi dispiace per...- gesticolò indicando il piano inferiore -..quella cosa.- strinse le spalle richiudendosi la porta alle spalle la bionda lo ignorò passandosi una mano tra i capelli, faceva avanti e indietro ansiosa -Litigano sempre- sentenziò tranquillo Louis mentre si avvicinava alla scrivania -Ce l'avevano con me- aprì un cassetto estraendo un pacchetto di sigarette, ne prese una per se e una la porse alla ragazza che senza storie accettò -Non è vero, per mio padre ogni scusa è buona per gridare contro mia madre- accese la sigaretta e si sedè sul davanzale della finestra, Brittany lo seguì imitando i suoi movimenti -Perché?- chiese aspirando. Louis scrolló le spalle guardando il soffitto -E' una testa di cazzo- disse semplicemente, prese un fiato dalla sigaretta, lentamente lo aspiró buttando fuori il fumo -Mi spiace davvero- disse poi al silenzio della ragazza.

-Ho...ho parlato con Dolores- le parole fecero scattare Brittany sull'attenti, gli occhi azzurri fissi sul moro -E' tornata a casa sua- disse lui tranquillo continuando a fumare la sigaretta -C..come...- inizò a dire lei, la fronte aggrottata in cerca di spiegazioni, Louis ridacchiò un po' -Passa spesso al Subgetory- disse stringendosi le spalle -Parla sempre di te- accenna un sorriso spostando lo sguardo sulla bionda che aveva assunto un'aria sorpresa -Lei mi ha dato il numero, e lei mi ha dato il tuo indirizzo- continua a spiegare provocando un'inaspettata risata da parte della ragazza-Non si fa mai i cavoli suoi eh- dice ridacchiando, prende poi un'altro fiato dalla sigaretta. -Passerò da lei, magari riesce a farmi uscire da questa situazione- la voce tranquilla esce dopo un po’.

***

 Nell'auditorium si sentiva un forte brusio, le 50 persone appena ammesse all'accademia erano tiunite I  qurlla stanza, chiaccheravano tra loro una giovane ragazza, I capelli biondi erano palesemente piastrati, indossava dei strani vestiti, le calze erano rovinate con dei buchi qua e la, erano abbinate ad una casacca che arrivava a metà coscia, I bordi erano sfilacciati, come a rendere l'idea di una maglia alla fine della sua carriera. ai piedi degli anfibi anche questi rovinat dal tempo. il trucco abbastanza peaante -non sei emozionata- chiese un ragazzo, moro, un viso sorridente. portava una semplice maglietta bianca e un paio di jeans neri. ai piedi delle comunissime converse bianche. I caprlli tenuti in un imbarazzante caschetto, la ragazza lo squadró da teata a piedi, un ghigno e poi torno a smanettare con il suo telefono -io sono Louis- insisté il ragazzo porgendo una mano ala sconosciuta -un po' di attenzione prego- iniziò a parlare l'uomo sul palco, l'auditorium si ammutolì -Buon giorno, e Benvenuti alla British London Art- continuò, ma al moro parve non interessare molto, al contrario era concentrato sulla biondina al suo fianco -è maleducazione non rispondere- lei si limitò a scrollare le spalle, bloccó il telefono voltandosi nuovamente verso il ragazzo -Brittany Ash, no non sono emozionata, si mi stai dando sui nervi- disse d'unfiato lascia do il moro senza parole

***

-Non è male, dovresti magari velocizzarla un po’,- commenta Brittany, Louis ritrae le mani dalla pianola, ha appena finito di suonare un arrangiamento, “qualche nota messa insieme” l’aveva descritta così, ma sembrava più una sinfonia bella che finita –Si lo credo anche io- concorda il moro – Sembra una ninna nanna- accenna con un sorriso divertito. -Posso- disse la ragazza con un filo di voce –Posso farti sentire una cosa- chiese silenziosa, il suo intento era ancora vincere la gara, e ci aveva pensato a lungo, ci aveva pensato davvero tanto a come fare, Louis annuì e lei allungò le mani sullo strumento, quasi timorosa nel toccarlo. Le note iniziarono nuovamente a riempire la stanza e la melodia suonò famigliare all’orecchio del ragazzo “goodnight” bisbigliò senza farsi sentire, si concentrò completamente sulla musica, e sulle flebili dita che sorrevano veloci e leggere sui tasti, la melodia rilassante nel complesso era praticamente perfetta, chiunque sarebbe rimasto a bocca aperta – Wow- disse semplicemente, una buona manciata di secondi dopo che la musica cessò –Stavo pensando...- disse lei ignorando la reazione del moro, -...Per l’esibizione...- il pensiero usciva a pezzi dalla voce –...Potremmo usare questa...- tirò fuori tutto d’unfiato, alzò lo sguardo verso il ragazzo che sorrideva dolcemente –Sarebbe fantastico...-disse a voce bassa

un rumore fioco si sente alla porta, un bussare debole, la maniglia si girò facendo sbucare la testolina bionda di Daisy –Boo – dice timida –mamma ha detto che è pronto- Louis sorrise –arriviamo-

 e BOOOM ECCO LO SCHIFO!

PROBABILMENTE è IL PEGGIOR CAPITOLO CHE IO ABBIA MAI SCRITTO E MI DISPIACE DOVERVELO POSTARE!

AMATEMI COMUNQUE <3

A LATO POTETE TROVARE IL NUOVO TRAILER DELLA FF SE VOLETE DARGLI UNA SBIRCIATA

PER IL RESTO, PACE E AMORE A TUTTI

DA-COLEI-CHE-MUORE-DI-FREDDO-AL-NORD

Effy

Just Another Sunny Day [Louis Tomlinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora