Chapter Eighteen

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***

"Zucchero eh?" Lo si sentiva ridacchiare alle spalle mentre entrava nell'appartamento e si dirigeva con calma verso la cucina.

Era praticamente uguale a quello di Dolores, o almeno la divisione delle stanze, ma l'arredamento e l'accostamento di colori lo facevano sembrare più spazioso ed elegante, un piccolo open space appena entrati dava vista, sulla destra alla cucina e sulla sinistra ad un'elegante soggiorno. L'accostamento tra il nero e il bianco enfatizzava l'ordine e la pulizia che regnava nell'appartamento. -non entri?- chese il ragazzo guardando attraverso un'armadietto, Brittany tornò in se dall'analisi approfondita che stava facendo al locale -uhm, si- disse con un filo di voce oltrepassando l'uscio, Liam cominciò a versare dello zucchero in un bicchiere riempiendolo fino a metà, si avvicinò a Brittany lasciando solo la penisola a dividerli, si poggió con i gomiti tenendo il bicchiere saldo tra le mani -Allora Brittany- cominciò a parlare divertito ritraendo la mano al tentativo della ragazza di prendere lo zucchero - te lo darò solo se mi dici cosa ci facevi davanti al mio appartamento- la bionda aggrottò le sopracciglia -per lo zucchero?!- rispose con un tono scontato nella voce per sostenere la sua banale scusa -non sono stupido - canzonò Liam, si spostò dalla sua posizione togliendosi il berretto che aveva in testa -su questo ho qualche dubbio,  comunque se non vuoi darmi lo zucchero - disse lei con voce alterara -ne posso fare a meno- concluse voltandosi verso la porta -non così infretta- il moro corse verso la porta chiudendola e appogiandosi sopra così da impedire alla ragazza di uscire -Louis è preoccupato - disse con un filo di voce , a testa bassa nella stanza sotto illuminata. La luce della luna rifletteva sul suo volto rivelando un'espressione triste -Beh cavoli suoi- stroncò lei glaciale,  anche se nel suo sguardo, infondo, si poteva scorgere un pizzico di malinconia - dovresti chiamarlo - continuò lui suscitando risate nella ragazza -neanche per sogno - in realtà aveva provato, diverse volte ma non aveva mai avuto il coraggio di avviare la chiamata, finiva sempre con lei che fissa il numero sul displey per diversi minuti, per poi spegnerlo - non è giusto nei suoi confronti- la voce vibrò seria smorzando la risata di Brittany -non me ne frega un cazzo di cosa è giusto e cosa non lo è- ringhiò lei -e ora levati da quella fottuta porta o giuro che ti prendo a calci nelle palle.- Liam sbuffò trascinandosi via dal passaggio -è un comportamento da stronzi -sibilò -lo so.- la ragazza uscì dall'appartamento con il cuore che batteva agitato era una stronza? si fermò per una frazione di secondo appena fuori dall'ingresso guardando il vuoto, pensò a tutte le gentilezze ricevute dal ragazzo, tutte quelle attenzioni che mai aveva pensato di poter ricevere da un perfetto estraneo. I sorrisi, le risate, I suoi tentativi di andarle incontro, le notti passate a dormire insieme, il modo incui lui la stringeva dopo un icubo, quella notte, la notte della vigilia. Stupido ragazzo pensò lei. Quando si accorse di essere stata ferma li forse troppo a lungo riprese a camminare verso la porta davanti a lei. Quel ragazzo aveva ragione, era stata una stronza a comportarsi così, a sparire da un giorno all'altro, ma era per il suo bene -Brittany- la fermò ancora Liam -che c'è?- sbottò la bionda -lo zucchero...- disse con un filo di voce allungando il bicchiere verso Brittany lei lo afferrò sbuffando e poi tornò nel suo appartamento.

***

Sedeva sul divano annoiata mentre osservava assimilando ogni dettaglio dell'appartamento. Le pareti gialle e arancioni accoglievano piacevolmente hli ospiti dando una sensazione di protezione e calore. Come per l'appartamento di Liam dall'ingresso si accedeva al piccolo openspace, che in questo caso sembrava più una normale stanza per qua yo fosse piena. Sulla destra la cucina e sulla sinistra il soggiorno. Un oggetto catturò immediatamente l'attenzione di Brittany -Lolita- disse giocherellando con la punta dei capelli, la donna alzò lo sguardo dal foglio che stava scrivendo -sai suonare la chitarra?- chiese sorpresa indicando lo strumento,  Dolores ridacchiò appena scuotendo la testa -no, é di mio marito-

-sei sposata?- lei aggrottò le sopracciglia

-una volta, molti anni fa- nel tono di voce si leggeva un pizzico di malinconia -cosa è successo?- chiese curiosa la ragazza. I ricordi balenavano come terribili flash nella testa di Dolores, prese un respiro profondo e poi guardo in volto la giovane - è morto- disse con un filo di voce -in un incidente- tutto poteva immaginare tranne che questo, Dolores era una donna giovane e sorridente, nessuno avrebbe mai pensato che quel sorriso nascondeva tanto dolore. Il volto della ragazza era sorpreso mentre si alzava andando verso di lei, la abbracciò forte senza dire altro la donna ricambio e quando I due corpi si separarono lei parlò -puoi usarla se ti serve- disse sorridendo tristemente -sicura? - la sonna annuì alzandosi dal suo posto -è solo una chitarra tesoro- si sistemò I capelli e prese il foglietto su cui stava scrivendo - io vado a fare la spesa- un tono nuovo nella voce.

I capelli biondi erano ben legati sulla nuca con una matita, la chitarra sulle gambe e quel foglio disordinato difronte a lei.

Adattava la melodia del piano forte al nuovo strumento, e sembrava anche migliore con quel suono più rustico. Ma le parole, Le parole che Louis aveva scelto erano rimaste a metà, il resto era ancora in quella testa.

"You're hands fits in mine,  like's made just for me"

La voce rimbombava nella stanza vuota accompagnata solo da quello strimpellare di corde

"but bear this in mind

it was meant to be

and i’m joining up the dots

with the freckles on your cheeks

and it all makes sense to me"

Le parole erano giuste e perfettamente azzeccate, ma alla ragazza suonava qualcosa di sbagliato, non nel testo, nella musica, come sempre in qualcosa realizzato da lei.

Le chiavi rigirarono nella serratura velocemente e il trambusto fu inevitabile "Grazie, sei stato così gentile"disse Dolores entrando rumorosamente in casa -lasciale anche sul tavolo- disse sorridente al ragazzo dai capelli scuri. Li teneva un po' tirati verso l'alto e aveva  un sorriso enorme lo contrastingueva da chiunque altro -Tesoro! Allora sei riuscita a fare qualcosa? -chiese la donna realizzando la presenza della ragazza -mh, si qualcosina- strinse le spalle tornando sul suo foglio -anche Liam è un musicista, sai -  un tono orgoglioso indica il ragazzo -oh wow- rispose lei sarcastica. Liam ignorò la battuta avvicinandosi alla ragazza -posso vedere?- disse allungando il collo, Brittany era già pronta con l'accordo ripartendo da capo. Ignorò infatti le parole del ragazzo ricominciando a suonare senza prestargli il minimo di attenzne. Lui la ascoltò silenzioso percependo la sua voce come una delle migliori che abbia sentito. Fine e delicata ma anche forte allo stesso tempo.

-prova a velocizzarla- disse lui iniziando a ripetere sempre la stessa strofa con il nuovo ritmo. E si. Era fottutamente migliore così.

Se vinci avrai la promozione assicurata. Se lo ripeté un paio di volte per poi accettare l'aiuto del ragazzo.

BOOOM

Un capitolo tutto flashbackoso (?) Va beh

Si ho preferito spiegare bene il contatto che si ata instaurando tra Liam e Brittany (che possa nascere qualcosa?? Mhh ch lo sa! Hahahha no. Scherzo mi fanno pietà I triangoli. Niente triangoli.)

Per il resto.

SIAMO ARRIVATI AD UNA CAPPA DI VISUALIZZAZIONI! *stappa lo spumante* Grazie a tutti voi pazzi che leggete la mia storia

vi lovvo tutti!

Effy.

Just Another Sunny Day [Louis Tomlinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora