Siamo pura poesia|| Kagehina

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Ed io ti voglio.
Voglio cingerti la vita con le braccia e sollevarti e unire le nostre labbra, sbatterti al muro e unire i nostri corpi.
Ti voglio.
Ti voglio così tanto che fa male.
Sei assolutamente perfetto, pura forza stipata in un piccolo corpicino assolutamente irresistibile. Pura forza nascosta dalle tue fattezze infantili, dal tuo sorriso contagioso. Pura forza che si rivela in tutta la sua potenza quando corri, salti, schiacci le mie alzate che sono tue, soltanto tue. Quando a fine partita hai quell'espressione determinata che mi fa capire che sì, adesso si fa sul serio, adesso è il momento di giocare dando il 100%.
Sento la mia postura rilassarsi, il viso addolcirsi mentre ti guardo, tu, con il tuo sorriso da bambino che riesce a contagiare persino me. E mentre la solita richiesta fuoriesce dalle tue labbra.
-mi fai qualche alzata?
Certo. Certo certo certo. Te ne farei infinite di alzate, mi basterebbe sapere che ci saresti tu a schiacciare. Alzerei infinite palle, infiniti salti, mi basta che quella palla non cada a vuoto. Mi basta che ci sia tu a saltare.
Ma mi limito ad annuire. Ti seguo in palestra e l'odore di legno mi pervade, legno gomma e sudore. Sembra di stare a casa.
Mi lanci la palla con un sorriso di sfida. E io te la alzo.

Siamo sudati marci. Decine di palle ci fissano dall'altra parte della rete, invitandoci a raccoglierle e a schiacciarle ancora, ancora e ancora.
Ma ora siamo seduti per terra, le nostre gambe si sfiorano e io sento di poter impazzire.
Stai dicendo qualcosa ma non ti ascolto.
E poi lo dico. Ti interrompo a metà frase e mi dispiace, ma mi è uscito così.
-ti amo- esito un attimo -o almeno credo.
E poi è un attimo. Prima eravamo seduti l'uno affianco all'altro e poi tu eri a cavalcioni su di me, le tue labbra, fameliche, sulle mie, le lingue che si intrecciano, le mani che si toccano e viaggiano lungo tessuti sconosciuti, pelli sconosciute.
E il bello è che non finisce.
Non è come con le tue schiacciate, che durano un attimo, troppo veloci per coglierne i particolari. Siamo i soli che le vedono per intero.
No. Questo è un continuo. Dopo un bacio ce n'è un altro, breve o lungo, sulle labbra o lungo la mascella, il collo, e poi giù, sempre più giù...

E ci muoviamo in sincrono. Non potremmo fare altrimenti, ormai ci conosciamo a memoria. Siamo pura poesia mentre ci muoviamo l'uno contro l'altro, mentre i gemiti riempono l'aria che fino a poco prima era piena di pallonate, i vestiti inutili e superflui oltre che fastidiosi. L'unica cosa importante siamo noi due, i nostri due corpi che si fondono fino a diventare uno, il pavimento freddo che cigola, il sudore di partite e amore che si mischia dove i nostri corpi si toccano.

E siamo perfetti. Due esseri nati per unirsi, per completarsi. Due creature complementari, che non potevano fare altro che unirsi in uno solo.
E non potevo desiderare di meglio.

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