Non riusciva a decidersi; solo, dietro il bancone a cercare di prendere la busta con dentro qualche banconota, ma il suo orgoglio impediva quei movimenti semplici.
Avrebbe potuto scatenare una rissa, uscirne vincitore e continuare a trattenere quella somma di denaro nelle sue tasche, ma la polizia ne sarebbe venuta subito a capo e, quella sera, il locale era stranamente gremito di gente.
Un errore che la sua fedina penale sporca non poteva reggere.
La voce di Harry si fece spazio nella stanza, scuotendolo dall'esame critico a cui stava sottoponendo le sue idee, anche se sotto sotto sapeva già di aver scartato l'opzione della rissa.
«Ho altri impegni, se vogliamo muoverci ve ne sarei grato.» Piegò la testa di lato e Biff fu sicuro del fatto che avesse appena trattenuto uno sbuffo esasperato.
Afferrò velocemente la busta ancora sigillata, si avvicinò nuovamente ai vincitori e gliela porse con prudenza.
Harry storse il naso, l'odore di truffa era talmente forte da far pizzicare le sue narici. Che fosse stato il corpo trasandato dell'ubriaco davanti a lui?
Probabile. Maglietta di cotone bianco quasi tendente al giallastro, macchie d'olio da una parte, di birra dall'altra.
Il classico buon vestiario di chi aveva ancora degli spiccioli nel portafogli. Ma perfino Biff sapeva che avrebbe dovuto smettere con le scommesse.
Aveva un intero patrimonio da tenere alto, quel patrimonio composto da torri di penny che impilava una volta tornato a casa, divorato dalla noia.
La sua poteva essere considerata una dipendenza; ne aveva molte. Quella dal gioco d'azzardo, dall'alcool, persino dal sesso.
Era stato beccato già un paio di volte a divertirsi con delle minorenni, ragazzine in cerca di nuove esperienze nelle quali la paura di essere scoperte a fare baldoria, faceva sì che la loro fosse una vita in una crescita d'ansia.
D'altronde, nulla paragonabile all'entusiasmante vita di Harry, in grado di vincere la concorrenza di quel pezzo di merda.
Tuttavia, il cattivo odore non riguardava le sue dipendenze, né tantomeno le pile di soldi che si divertiva a costruire, bensì lo sguardo truffatore che teneva saldamente sul viso.
Harry squadrò la scena di fronte a sé, dal polso ricoperto da tatuaggi di Biff, al denaro posto sul palmo della mano.
«Contali.» Ordinò incrociando le braccia al petto.
Biff ne rimase sorpreso; nessuno aveva mai osato dubitare della sua onestà, solo due o tre persone avevano superato quel piccolo limite che si era segnato mentalmente e i suoi uomini furono capaci di prendere a calci i loro stinchi.
Qualcosa di doloroso, ma non abbastanza grave da farli finire al fresco.
Non avrebbe risparmiato quello scenario nemmeno con il riccio che si divertiva a provocarlo.
«Ci sono tutti i tuoi fottuti cento dollari.» Sibilò tra i denti, prendendo a masticare con foga lo stuzzicadenti che tremava alle vibrazioni della sua voce.
Harry represse una risatina, tornò a guardarlo nuovamente negli occhi, quella volta con uno strano e oscuro barlume a balenargli negli occhi.
«Ho detto di contarli.» Ripeté.
Il resto della gente era come ammutolita, osservavano timidi e curiosi la piccola discussione che si era accesa nel locale; guardavano e basta, senza accennare ad un minimo movimento.
Biff si guardò intorno, serrò la mascella una volta riportato lo sguardo su Harry e, con sua sorpresa, si ritrovò ad afferrare un coltello per squarciare la carta che sigillava la busta.
Ne tirò fuori un paio di pezzi da venti e uno da dieci, deglutì mostrando il gruzzoletto a colui che ormai sentiva l'irritazione crescere dentro si sé.
«E' tutto?» Domandò con voce roca, assottigliando lo sguardo in due fessure.
Cercò di mantenere la calma, ma la rabbia era un elemento che non riusciva a controllare; sarebbe esploso a breve e Dio solo sapeva in che guaio avrebbe potuto cacciarsi.
Quell'aria minacciosa, la stessa che abbinava ad un ghigno malefico ogni qualvolta faceva fuori qualcuno.
Lo stesso del pazzo che diventava quando tagliava a fette la gola di qualche donna, lo stesso di colui che azzardava a desiderare altra adrenalina, mentre cavava gli occhi dei compaesani ormai al verde.
Biff mascherò la piccola quantità di timore con una risatina amara, non voleva di certo scendere dal piedistallo che ormai governava da più di diciassette anni. Sarebbe stato un colossale errore, gli abituali clienti si sarebbero presi -quasi sicuramente- gioco di lui.
Tuttavia, quel suono gutturale fu musica per le orecchie di Harry, simile alla sinfonia di apertura nei teatri; il maestro guidava i musicisti a comporre una perfetta melodia nata per essere amata dalla gente seduta sugli spalti. E quella piccola, breve risata, servì a far schizzare il suo sangue al cervello.
I piedi di Harry si mossero con furia verso Biff, lasciò cadere a terra la busta con gli scarsi cinquanta dollari stropicciati fino a far scontrare duramente la schiena dell'uomo contro il muro.
Diverse crepe crearono fantasie sul muro ammuffito, mentre Biff si lasciò andare in un colpo di tosse dovuto al forte impatto con il cemento.
«Fottuto figlio di puttana!» Urlò Harry che ormai aveva perso la concezione della parola 'calma' e il suo viso arrossato come non mai ne fu la certezza.
Il tessuto stretto tra i suoi pugni si lacerò, lasciando intravedere i peli neri sul petto sudato di Biff, mentre quest'ultimo prendeva a dimenarsi schiacciato contro il muro come fosse una formica intrappolata sotto un tappo di bottiglia.
«Dimmi dove cazzo sta l'altra metà», Harry sembrava ormai sul punto di scoppiare letteralmente, soffocato dall'istinto omicida a cui veniva sottoposto gran parte delle sue giornate, nonostante -in quel momento- stesse mantenendo il tono di voce sull'orlo di un sibilo.
«I-io ero convinto fosse la somma giusta.» Biascicò Biff che, per la prima volta in quasi vent'anni, sembrava essere un cucciolo sperduto senza nessuna figura materna ad accompagnarlo.
«Beh, notizia flash, mio caro bastardo.» Iniziò Styles spingendo rudemente i fianchi contro quelli dell'ubriaco. «Non era la somma giusta, e sai cos'altro non è giusto?» Piegò la testa di lato, come a guardare la sua disperazione da un'angolazione migliore.
Seguirono secondi di silenzio, Harry lo scrollò come per spronarlo a dire qualcosa.
«C-cosa?» Chiese Biff con un fil di voce roca, le dita delle mani a tremare insieme alle gambe di gelatina.
«Che tu viva ancora.»
{Scusate tanto per l'attesaaa! Ditemi se c'è qualche errore da correggere, commentate e votate ❤}
STAI LEGGENDO
Hooded | h.s.
FanfictionLa parola "assassino", è stata vittima di molti abusi linguistici. Il suo vero significato è stato celato sotto i sedimenti di menzogne e maschere, in quanto originariamente stava ad indicare coloro che sono ai margini della società. Ma in fondo, p...