Non avrebbe mai pensato di poter perdere il controllo in quel modo. Era sicuramente una delle poche persone più inclini all'odio per la società, un uomo dalla pazienza quasi inesistente e quasi certamente abituato alla perdita di lucidità, ma quella volta aveva esagerato.
Riusciva senza troppa difficoltà ad uccidere lontano da sguardi indiscreti e, forse, per la prima volta si sentì attraversato da una sorta di paura repressa, nella quale la consapevolezza di aver messo in atto un omicidio davanti a ben due testimoni, si riversava con insistenza nella sua coscienza.
Avrebbe potuto uccidere il resto della marmaglia, ma serviva un piano che accompagnasse quelle azioni senza lasciarle troppo allo scoperto. Oppure, avrebbe potuto ricattare Biff ed Helen, negoziando sulle possibilità di vita o morte che avevano a loro favore.
Tuttavia, miss Ho-Due-Chili-E-Mezzo-Di-Trucco-In-Faccia giocava una parte precisa nel suo stesso omicidio; avrebbe provocato eterna sofferenza a Biff che, anche se avesse potuto smettere di amarla, si sarebbe portato dietro un trauma che avrebbe segnato un evento importante nella sua vita abitata da miseria e gioco sporco.
Harry alzò lo sguardo verso Helen, la guardò con iridi spente e il cuore a mille. Sentiva le mani fremere e il sangue scivolare sui palmi arrossati dallo sforzo, una sensazione che solitamente lo faceva sentire un dio, ma in un frangente come quello, avrebbe voluto essere un mago per scomparire dagli occhi di tutti.
Lei non fece altro che trattenere un'espressione semi-scioccata con la bocca spalancata e le orbite ad un'apertura massima. Pianse il necessario; silenziosamente, le lacrime scendevano senza alcuno sforzo e gli arti sembravano fatti di gelatina, tanto che le gambe cedettero sotto il peso del busto tremante.
Harry si portò una mano tra i capelli, giungendo alla conclusione di far sparire il corpo e, con esso, anche Biff il quale se ne stava semplicemente sdraiato a terra, privo di sensi.
Nonostante la scarsa intelligenza nel compiere tale scenata, sapeva bene quanto poco rischio ci fosse stato nell'essere visti da altra gente al di fuori di quel paio di persone.
Era un locale mal frequentato, non importava che ore fossero, nessuno era in grado di rimanere sobrio dopo aver messo piede lì dentro.
Aveva solo qualche minuto per eliminare tracce e cestinare la sua immensa stupidità in un angolo buio della mente.
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Guidava a grande velocità per le strade desolate, mentre dei mugolii indistinti provenivano da Biff legato sui sedili posteriori.
Gli tagliò la lingua per impedirgli di parlare, così da poterlo abbandonare da qualche parte ad Holden, esattamente la cittadina dove conobbe la donna che era ormai sdraiata senz'anima nel portabagagli.
Helen si limitò a restare in silenzio accanto al posto del guidatore non avendo la minima intenzione di guardare negli occhi un assassino.
D'altronde, rimase sorpresa della facilità con cui Harry la aveva convinta ad entrare nell'auto; a quanto pareva, l'importanza della parola "no" non le era affatto chiara nemmeno in una situazione come quella.
Arrivava al punto di sottomettersi ancor prima di riuscire ad opporsi. Classico di una debole.
«Ti è chiaro il motivo per cui questa storia non deve venir fuori dalla tua bocca?» Harry spezzò il silenzio porgendole la domanda con freddezza. Sentiva di essere stato colto con le mani nel sacco, quanta stupidità sarebbe bastata per non capire chi fosse l'assassino più temuto da tutti? Ma nonostante il presentimento, voleva tentare di pararsi il culo.
«Hai ucciso una donna. Dammi una sola motivazione per cui non dovrei credere al fatto che non sia stato tu ad aver commesso tutti i crimini in città», la voce s'incrinò sotto quella risposta e per mascherare le lacrime che tentarono di uscirle ancora una volta, girò il capo verso il paesaggio al di fuori del finestrino.
«Credimi, è stato un momento di rabbia. Odio quel tipo là dietro e accecato dall'ira ho ucciso la sua donna pensando fosse l'unica soluzione plausibile.»
Sciocchezze. Nessuna soluzione avrebbe potuto prevedere l'assassinio di qualcuno.
«Ti prego, non rifilarmi queste frasi costruite.»
«Ti conviene accorciare quella lingua lunga, fossi in te avrei paura di essere seduta vicino a chi ha appena ammazzato qualcuno.» Sibilò tra i denti talmente digrignati che a stento rimanevano intatti.
Helen si voltò con furia verso di lui, schiuse le labbra per permettersi di pronunciare una frase che richiese immenso coraggio da parte sua, ma della quale era estremamente convinta.
«Mio nonno sa che sono con te, ammazzarmi sarebbe una mossa fin troppo stupida. E non aspettarti del timore da parte mia in futuro, non mi ucciderai, lo so per certo.»
Harry rimase basito dalle sue parole, ne seguì un attimo di silenzio prima che potesse inchiodare sul ciglio della strada e voltarsi verso di lei.
«Ascoltami bene, ragazzina. Sarai anche la nipote di un mio grande amico, ma fidati che riuscirò a farti tenere chiusa quella fottuta boccaccia, dovessi cucirti le labbra con del filo. Di quello ne hai molto.»
Le puntò un dito contro, sfidandola con gli occhi ridotti in due fessure e la mascella strettamente serrata.
«Ora smettila di provocarmi o sarò costretto a mettere le mani addosso anche a te.»
Aveva voglia, molta voglia di tirarle due schiaffi in pieno volto per rimetterla in riga, ma non poteva.
Uccidere la nipote di John sarebbe stato come andare incontro al suicidio, dato che Helen era in visita alla città per un solo giorno.
Voleva restare fedele alla decisione di farla sua, sentiva il forte bisogno di averla tra le braccia, la bellezza tra le mani e farla fuori avrebbe comportato la perdita di una cosa che, in quel momento, bramava ardentemente nonostante le mille provocazioni che le uscivano a raffica dalla bocca.
{Smack.}
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Hooded | h.s.
FanfictionLa parola "assassino", è stata vittima di molti abusi linguistici. Il suo vero significato è stato celato sotto i sedimenti di menzogne e maschere, in quanto originariamente stava ad indicare coloro che sono ai margini della società. Ma in fondo, p...