I piedi di Biff si intrecciarono tra loro, fecero uno strano movimento che lo portò con la faccia al suolo. Harry era a dir poco incazzato, sentiva il familiare fremito alle dita costringerlo a serrare le mani in due pugni ferrei, aveva ormai troppa voglia di fracassare la testa a quel bastardo.
Nessuno osava prenderlo in giro, non gli importava se avesse dovuto avere un altro corpo di cui disfarsi, l'unico pensiero fisso in quel momento era l'immagine dell'uomo completamente rovinata.
Sangue a schizzargli dalla gola, i denti gialli grondanti di un liquido scuro e gli occhi rivoltati all'insù. Uno scenario da girone dell'inferno.
«Alzati in piedi, babbeo!» Afferrò le spalle di Biff, con una mossa lo riportò in posizione eretta; la posa migliore per essere preso a calci in culo.
«I-io lo giuro, non sapevo di aver preso la busta sbagliata», Biff circondò i polsi di Harry, le sue mani grasse creavano contrasto con l'esile polso del suo avversario. Tuttavia, tremava al pensiero delle successive azioni che avrebbero compiuto proprio quel misero paio di ossa.
«Smettila di sparare cazzate! Un'altra menzogna e giuro che divido in due chiunque si trovi in quel locale!» Urlò, una mano a sorreggere Biff, l'altra a chiudergli la gola.
Quest'ultimo tentò di far uscire qualsiasi suono potesse provenire dalle sue corde vocali, ma le pareti strettamente unite tra loro impedivano qualunque rumore al di fuori di versi strozzati e piagnucolii.
Harry rise, gli angoli della bocca incurvati all'insù, nonostante i suoi occhi urlassero baldoria; quanto riusciva a divertirlo, la morte. L'idea più folle era quella di trasformare i suoi omicidi in hobby, sicuramente una passione che sarebbe durata secoli, se necessario.
A meno che una forza di chissà quale dimensione parallela non gli facesse provare compassione davanti ai corpi mutilati delle sue vittime.
Il volto dell'uomo assunse un colore violaceo fuori dalla norma, si sentì sempre più intrappolato in quel corpo che fungeva da gabbia, mentre la sua vista si appannava fino a diventare completamente nera.
Nella sua mente, solo i ricordi di una vita intera scorrere con insistenza davanti agli occhi della sua coscienza.
«No! Per l'amor del cielo, lascialo andare!» La porta di legno urtò con violenza il muro esterno dell'edificio, ne uscì una ragazza piangente e disperata che prese a correre per le scale, nel tentativo di fermare quello che stava pian piano assumendo la forma di un omicidio. Dietro ella, Helen ad osservare scioccata la scena.
Harry si voltò di scatto in direzione delle urla stordenti che si erano disperse nell'aria, ritrovandosi faccia a faccia con una ventenne dal trucco esagerato.
«Ti s-scongiuro, lascialo andare, te ne prego!» Afferrò il bicipite di Harry, lo scosse leggermente nella vana speranza di convincerlo maggiormente.
Lui, con mascella ancora serrata, riportò velocemente lo sguardo su Biff ch'era ormai sull'orlo di morire, prima di allentare improvvisamente la presa per lasciarlo cadere a terra come un sacco di patate.
La ragazza si chinò per soccorrere colui che aveva preso a tossire per il dolore lancinante alla gola, sperando di riuscire a recuperare un po' di aria nei polmoni, con una mano a sorreggere il petto.
In quel lasso di tempo Harry si voltò verso Helen per lanciarle un'occhiata fredda, priva di emozioni, come stesse dicendo «ho soltanto quasi ucciso un uomo, rilassati, lo faccio spesso».
«Lui non è un uomo cattivo...» Iniziò la donna rannicchiata sull'asfalto, guardando gli occhi vispi di Biff.
«Qualche anno fa era partito per una piccola vacanza, si era recato ad Holden, dove vivevo io. in quegli anni c'era carità, tanta da costringere alcuni uomini ad avviare la vendita di donne. I-io ero una di loro. Mi affidarono a Biff nonostante avesse pagato una piccola somma di denaro, ma fu un sollievo per quelle persone cattive liberarsi di gente malata.» Strofinò il dorso della mano contro la sua guancia, riprese a parlare non appena il bagnato scomparve dal suo viso.
«Mi portò a casa sua, io ero terrorizzata all'idea che mi avesse comprato per abusare di me, ma mi sbagliavo. Si è preso cura della mia malattia, mi ha trattato con rispetto e fino ad ora è stata la persona più disponibile che abbia mai conosciuto, sebbene sia a volte irascibile. Io lo amo e lui ama me, non ucciderlo, ti prego.»
Terminò il suo racconto con una scarica di pianto, sentiva il bisogno di sfogarsi dopo quella triste storia; sperava in un po' di compassione da parte di Harry, in una fine senza l'influenza della morte.
«Storia toccante, davvero. Ma sai cosa c'è di più fastidioso di un uomo che cerca di fregarmi?» Attese qualche secondo prima di continuare, si guardò le unghie formulando un proseguimento che potesse sembrare una provocazione. Tutto, per lui, era una provocazione.
«Una donna che cerca di fare lo stesso.» Le afferrò la coda di cavallo strattonandola all'indietro, la bloccò contro il suolo e si mise velocemente su di lei.
«Pensavi potessero bastare delle lacrime per attenuare la mia fottuta rabbia?» Urlò a qualche centimetro di distanza dal suo viso.
«Gente che cerca di farmi fesso, va solo punita.» Prima che la donna potesse ribattere, Harry si ritrovò a pugnalarle il cuore, con il sottofondo di urla strazianti che niente facevano se non aumentare il tasso di adrenalina presente nel suo corpo.
Gli artisti scalfivano pietra per realizzare sculture in marmo, a lui bastava la lama affilata di un coltellino svizzero per creare statue di sangue.
{Scusate la violenza, ma Harry ha bisogno di sfogo, povero cucciolo.}
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Hooded | h.s.
FanfictionLa parola "assassino", è stata vittima di molti abusi linguistici. Il suo vero significato è stato celato sotto i sedimenti di menzogne e maschere, in quanto originariamente stava ad indicare coloro che sono ai margini della società. Ma in fondo, p...