«Dunque, su cosa vorresti scommettere?» Domandò Carl facendo il giro del bancone per gironzolare tra i tavoli a ritirare i bicchieri vuoti.
«Sull'incontro di oggi: Jeaffry contro Bunchez.» Harry lo seguì infilando le mani in tasca e passandosi lentamente la lingua sulle labbra. Un gesto d'abitudine che molte ragazze trovavano attraente.
«Posso farti un 3 a 1.» Il calvo si voltò in direzione dell'uomo che semplicemente rimaneva in piedi dietro di lui a testa alta.
Gli sembrò eccessivamente poco, in quanto ci teneva a scommettere bene. Non era lì per giocare o chiacchierare in compagnia di birre e partite di carte.
«Un 3 a 1? Tutto qui?» Sollevò le sopracciglia in una smorfia di sorpresa. Eppure, Carl doveva sapere bene quanto ci tenesse ad avere qualche gruzzoletto in più nelle tasche; non era tipo da perdite e nemmeno un uomo da abbindolare facilmente con qualche parolina di troppo.
Carl sorrise. «Dammi un round.»
Harry fu sul momento di aprire bocca, ma il piccolo palmo di Helen si posò sul suo bicipite per farlo voltare.
«Che vuoi?» Chiese con aria scocciata. Pensava di poterlo interrompere quando e come voleva? Aveva dei princìpi morali da rispettare, molti dei quali avrebbe voluto elencarglieli, ma data la scarsità di tempo la cosa divenne sempre meno fattibile.
«Punta su Bunchez.» Suggerì la ragazza con le pupille leggermente dilatate.
Harry squadrò il suo viso per l'ennesima volta quel giorno, si chiese cosa ne poteva sapere una ragazzina come lei, che poi tanto ragazzina non era. Volto e carattere da santarellina; tutto troppo perfetto.
D'altronde, il suo poteva essere un cattivo consiglio, poiché Bunchez non sarebbe stato palesemente in grado di battere Jeaffry.
Quest'ultimo era considerato imbattibile, il suo avversario, invece, un floscio di prima categoria.
«Scherzi? E' un rammollito di merda.» Si voltò nuovamente verso Carl per consolidare la scommessa, ma la flebile voce dietro di lui lo bloccò ancora.
«Fidati di me. Scommetti su Bunchez.»
Harry sospirò. Non era sua intenzione perdere la calma nel luogo sbagliato, con la persona sbagliata e sapeva bene che Helen non avrebbe tappato la sua bocca se non le avesse dato ascolto. Come minimo le avrebbe fatto una ramanzina più tardi, tutto per non dare l'impressione di essere uno schizzato in circolazione.
«Bunchez lo metterà al tappeto in sei round.» S'intromise l'angelo dalla folta e lunga chioma nera, incitando Carl a ridacchiare di gusto verso l'uomo che restò in silenzio davanti a quella scena in cui, per la prima volta in tanti, lunghi anni, non era Harry a comandare. Bensì una donna.
«Perfetto, tesoro. Che ne dite di un 35 a 1?» Domandò facendo oscillare lo sguardo tra i due.
Sarebbe stato meglio se Helen avesse azzeccato tutte le probabilità o non avrebbe segnato un limite nemmeno con lei, la donna che lo stava facendo andare fuori di testa con piccoli e timidi sguardi che lo perseguitavano da quella stessa mattina.
«Sì, a me sta bene.» Sbuffò.
Venne ringraziato con una debole pacca sulla spalla e, in fondo, fu quasi lodato per aver ceduto davanti alle suppliche di una ragazza nelle vesti di un'innocente bambina, con un'immaginaria aureola d'oro sulla testa.
Carl raggiunse un uomo dall'aspetto trasandato, il classico ubriacone di città con gli occhi fin troppo arrossati dall'alcool e due evidenti occhiaie violacee a contornarli.
«Biff, la prendi per 35 a 1?» Domandò in un sussurro a colui che teneva stretta in mano una bottiglia di Rum distillato.
Quest'ultimo ruotò il capo in direzione dei due scommettitori, rivolgendo loro un'occhiata cupa e in grado di lasciar trapelare un'avvertenza che sarebbe stato saggio seguire.
Carl tornò indietro, allacciò le braccia dietro la schiena e schiuse le labbra per parlare. «Avete la scommessa.»
Harry sorrise tirando fuori l'indice dalle tasche per puntarlo contro il calvo. «Cento dollari, non di meno.»
-
«Bunchez sembra non farcela, Jeaffry si accanisce nuovamente contro di lui con forza. Mancano solo trenta secondi alla fine dell'incontro; Bunchez è ancora a terra, sembra non ci siano speranze per lui. Oh wow, Bunchez si rialza, continua ad avanzare verso Jeaffry! Bunchez è ancora in gioco, sferra un pugno che mette al tappeto Jeaffry! Accidenti, Jeaffry non è in grado di rialzarsi, sembra essere privo di forze! Ei, eccezionale! Bunchez vince! Nessuno se lo sarebbe aspettato, una sorpresa colossale!»
Harry sobbalzò dallo sgabello in pelle su cui sedeva, batté le mani con un urlo di gioia e felicità mentre tirava indietro la testa per ringraziare chiunque da lassù avesse fatto in modo di fargli vincere la scommessa.
Biff e il resto del gruppo assottigliarono lo sguardo verso di lui, strinsero le mani in pugni ferrei prendendo a masticare avidamente lo stuzzicadenti che tenevano fra le labbra. Uno di loro allungò un dito verso la radio per mettere a tacere le voci urlanti degli spettatori e puntò ancora una volta lo sguardo furioso verso colui che aveva osato rischiare nella sua scommessa.
Come diamine poteva aver vinto?
Gli occhi di tutti erano ormai posati sulla figura esultante del vincitore, alzarono le sopracciglia in una smorfia di sorpresa; nessuno, lì dentro, avrebbe mai osato scommettere su Bunchez. Era definito un pappamolle: braccia flaccide, espressione neutrale e quasi del tutto assente, fisico asciutto.
Troppo asciutto.
Biff represse un grugnito di frustrazione, uno di quelli che, una volta libratisi nell'aria, urlavano a pieni polmoni quanta irritazione si fosse accumulata nella stanza.
«Avete vinto.» Commentò l'uomo dalla folta barba troppo annodata attirando l'attenzione di Harry che ancora si scatenava per la felicità; merito della ragazza che se ne stava semplicemente immobile con un debole sorrisetto stampato in faccia.
Biff si alzò dallo sgabello, camminò all'indietro per raggiungere il retro del bancone, senza staccare gli occhi di dosso ai due ragazzi con fin troppa fortuna o, forse, anche qualcosa in più.
Quello sguardo, omicida e inconsapevolmente troppo affascinato dal loro coraggio nel puntare su uno sfigato, rimase succube della bizzarra situazione che mai era accaduta fino ad allora.
Avrebbe voluto investigare, ma niente poteva fare essendo, la loro, neanche l'ombra di una bravata.
Solo un'apparente, sporca vincita.
{Cosa ne pensate?❤}
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Hooded | h.s.
FanfictionLa parola "assassino", è stata vittima di molti abusi linguistici. Il suo vero significato è stato celato sotto i sedimenti di menzogne e maschere, in quanto originariamente stava ad indicare coloro che sono ai margini della società. Ma in fondo, p...