Trovò quella giornata tremendamente monotona. Il cielo grigio si confondeva fin troppo con il colore del fumo che usciva dalla sigaretta, o forse era quest'ultimo ad inquinare l'atmosfera del paesaggio. D'altronde, non aveva altra scelta se non starsene sdraiato scomodamente su una panchina dai colori sbiaditi, anch'essa in abbinamento con il resto del mondo.
Doveva fottutamente mettere in moto il cervello, pensare ad un piano in grado di salvarlo da una situazione in cui, per l'ennesima volta, si era messo in mezzo con idiozia. Pensava e ripensava alla giornata precedente: un misto di esagerazione e brutalità messe a tacere dal suono fine della lama che slittava con velocità sulla pelle candida di una donna qualunque.
Ah Dio! Da quanto non aveva una giornata tranquilla? Dieci, undici, dodici mesi? Un anno del cazzo passato in giro per il mondo in fuga da chissà cosa. Non era la polizia a spaventarlo, loro non avevano nemmeno la briga di svolgere correttamente il compito in cui si erano cimentati, dunque non rappresentavano affatto un pericolo. Ciò che temeva erano proprio i suoi pensieri. Quelle inutili e astratte rappresentazioni olografiche all'interno della sua mente lo rendevano alquanto stordito, quasi fosse un vegetale nel braccio della morte.
Difficile a dirsi.
Socchiuse gli occhi e aspirò dalla sigaretta una distinta quantità di nicotina, giusto il necessario per sperare che i polmoni bruciassero sotto quella nuvola di catrame da cui erano ormai diventati assolutamente dipendenti. O forse era ancora una volta opera della sua mente, troppo ignara per capire che quella era una dipendenza tale e quale alla voglia di uccidere.
Non stava bene quel giorno; esuberantemente impegnato a sentirsi depresso, nemmeno si accorgeva della gente che lo circondava.
Ad un tratto tutto girava. Le foglie degli alberi si allungarono verso il cielo, le chiome divennero cumuli di nastri rossi e arancioni i quali pian piano si librarono nell'aria scatenando una danza maestosa di colori caldi e gioiosi, una vista che servì a rallegrarlo un poco. Ma era normale? C'era della realtà in quello che stava vedendo? Il sorriso che aveva preso a formarsi sul suo volto ripercorse il procedimento inverso, tornando all'origine di una linea sottile e inespressiva. Voltò leggermente il capo verso sinistra e quasi spalancò gli occhi dalla sorpresa.
Cosa stava succedendo?
Una decina di persone si trovavano intorno a lui con dei segni tratteggiati sulla gola e un coltello fra le dita. Ciascuno era in preda a una crisi di pianto, si disperavano sotto lo sguardo attento e sorpreso di Harry, anche se quest'ultimo -forse per la prima volta negli ultimi anni-, si sentì tanto impotente da non riuscire a muovere un solo muscolo.
Il suo respiro accelerò, il battito gli diede la sensazione di star per esplodere in mille pezzi, immaginario che accolse con entusiasmo, quasi contento di essere vicino alla tanto attesa fine. Poi d'un tratto smise di respirare; si alzò a sedere, posò le mani ai lati della panchina e si prese del tempo per analizzare ogni persona a lui davanti.
Erano uomini e donne. Alternati, formavano un semicerchio di terrore e lacrime, nonostante tenessero il coltello in avanti come fosse un'incitazione a tagliar loro le gole e fu solo in quell'attimo che Harry si rese conto di essere completamente solo, con l'unica compagnia di una dozzina di cittadini completamente piegati alla sua mercé.
Era una situazione strana, davvero molto bizzarra per essere reale, ma cercò di tralasciare l'assurda sensazione in modo da concentrarsi esclusivamente sulle sue vittime; afferrò la lama dal primo della fila facendo affondare essa nel suo collo, fin quando il corpo senza vita cadde a terra con un tonfo ovattato dall'erba. Passò successivamente alle donne, prestando fede alla sua promessa di commettere omicidi in maniera elegante e da perfetto gentiluomo, nonostante fare a fette qualcuno non fosse granché una gentilezza, ma in fin dei conti ci si attrezzava. Lasciò gli ultimi posti ai rozzi e banali uomini in balìa d'un terrore il quale riuscì a mettere meticolosamente in dubbio la loro virilità.
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Hooded | h.s.
FanfictionLa parola "assassino", è stata vittima di molti abusi linguistici. Il suo vero significato è stato celato sotto i sedimenti di menzogne e maschere, in quanto originariamente stava ad indicare coloro che sono ai margini della società. Ma in fondo, p...