Capitolo 14

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Taylor e Sawyer sono seduti di fronte a me che cercano di farmi un resoconto della situazione.
«Prima che uscisse da lavoro mi ha detto che potevo andare e che uno dei suoi colleghi gli avrebbe dato un passaggio. Stavo per fare la cosa più stupida del mondo, ma non mi sono lasciato condizionare. Sono pagato per fargli da guardia del corpo, quindi mi sono nascosto e ho aspettato che uscisse. Conosco quasi tutti i suoi colleghi, tranne questo qui. Ho pensato fosse nuovo, ma la cosa continuava a puzzarmi, quindi quando sono saliti entrambi in macchina li ho seguiti, ma sono riusciti a seminarmi. Credo che se ne siano accorti. Mi dispiace, miss Steele. Farò del mio meglio per ritrovarlo, gliel'assicuro»
Annuisco. «Ne sono sicura, Taylor» Sospiro profondamente. Accanto a me sul divano c'è il messaggio che Christian mi ha lasciato scritto a mano. Allungo una mano e lo porgo a Taylor che lo prende cautamente e lo legge.
«Tutto qui?» Si lascia scappare. Scuote la testa e si passa una mano sulla faccia, frustrato. Ho sempre pensato che Taylor tenesse molto a Christian, non solo professionalmente ma anche sentimentalmente. Dopo tanti anni passati insieme, credo sia inevitabile.
«Abbiamo una pista?» chiede Sawyer.
«Non ancora. Ha trovato altro, Ana?»
Scuoto la testa. «Era tutto intatto. C'era solo quel biglietto e mancavano dei vestiti. Tutto qui. Vista la situazione, credo li abbia presi sta mattina prima di andare a lavoro. È uscito dopo di me» Il mio tono è freddo, non lascio trapelare nessuna emozione. D'altronde, non so cosa provare. Rabbia? Tristezza? Ansia? Angoscia? Cosa? So solo che se n'è andato, ma perché? Non voleva più sposarsi? Era terrorizzato all'idea di passare una vita con me e di avere dei figli? Che stupido pensiero. Se fosse così, non me l'avrebbe chiesto. La mia mente si è svuotata, non riesco a pensare ad altro al momento. Non ho fame, né sete. Sto cercando di fare mente locale, ma non mi viene nulla in mente.
«Dov'è Mrs. Jones?» chiede Taylor, preoccupato. Ho sempre sospettato che entrambi avessero una relazione, e molto probabilmente è così, anche se non lasciano trapelare nulla.
«Le ho dato la giornata libera, non si preoccupi» rispondo, cautamente. Taylor si rilassa visibilmente e tira fuori il suo telefono, forse per assicurarsi che anche lei stia bene. Chi mi assicura che anche il mio futuro marito sta bene? Non riesco a collegare la faccenda, non riesco a spiegare il perché. Nessuno riesce, credo. «La targa dell'auto?» chiedo.
«Mh?»
«Avete controllato la targa dell'auto, giusto?»
«Sì, è una targa falsa. Risale ad un certo John Smith che abita in Georgia al momento. Una cosa poco probabile»
«A quanto pare hanno pensato a tutto» sospiro. «Cazzo» mormoro. Mi alzo di scatto, passandomi una mano tra i capelli e camminando nervosamente in giro per la stanza. Anche Taylor sta cercando di trovare un modo. Il telefono squilla, rompendo il silenzio che si era creato in questa casa. Guardo il display ed è Kate. Non so se ho voglia di parlare con lei al momento. Non ho voglia di parlare con nessuno, in realtà. Voglio solo sapere dov'è Christian. Declino la chiamata e le mando un messaggio, dicendole che al momento non posso rispondere. Taylor e Sawyer si dileguano, lasciandomi da sola. Cattiva idea, sono troppo vulnerabile al momento. Mi dirigo in cucina, osservando la stanza. È grande e vuota. Passo una mano sui mobili puliti. Una volta io e Christian ci abbiamo fatto l'amore qua. Ridacchio. Fortunatamente Mrs Jones ha pulito e disinfettato tutto. Potremmo rifarlo un'altra volta, se solo tornasse. Sospiro e alzo lo sguardo verso l'orologio. Sono le sette di sera e non ho per niente fame. L'idea di mangiare non è neanche passata per mia testa. Se mangiassi qualcosa, credo che vomiterei. Faccio scattare la serratura della portafinestra del terrazzo, la apro, esco e passeggio fino alla ringhiera, dove mi appoggio. Di sera, Seattle è molto più bella e fredda. È molto luminosa e guardo le macchine che corrono in strada, sperando che tra queste c'è Christian che torna a casa. Chiudo gli occhi in silenziosa preghiera, cullandomi piano avanti e indietro. "Ti prego, fa' che torni a casa al sicuro, sano e salvo. Per favore, per favore. Non abbiamo avuto abbastanza tempo... Abbiamo bisogno di più tempo. Ci siamo riconciliati da poco e in quest'arco di tempo lui ha confessato i suoi sentimenti e si è lasciato toccare, mi ha chiesto di sposarlo e non può finire così. Non possiamo finire così. Ti prego, ti scongiuro." Le lacrime scorrono sulle mie guance ed io non faccio altro che pensare al peggio. Se n'è andato. Mi ha lasciata qui da sola. Ho la vista appannata grazie a queste lacrime. Spero che Taylor riesca a scoprire qualcosa. Entro in casa e accendo il camino, lasciandomi riscaldare dal fuoco. Mi sdraio sul divano, mettendomi una coperta addosso e pregando un'ultima volta di rivederlo.

Mi sveglio. È notte fonda. Mi sono addormentata involontariamente sul divano. Il fuoco del camino si è spento e fa freddo nella stanza. Non voglio andare al piano di sopra a dormire nella nostra camera, non so se ci riuscirei. Mi alzo dal divano e cerco il mio telefono, sperando in una notizia da parte di Christian, ma niente. In compenso, ci sono solo messaggi di Kate che mi chiede se sto bene o se ho bisogno di qualcosa e se ci vediamo per prendere un drink. Non so se al momento mi andrebbe, non devo lasciare trapelare che qualcosa sta andando storta perché non voglio che si sappia. Sono le tre di notte. Non riuscirei a concentrarmi molto domattina a lavoro, ma devo andarci. Fortunatamente è una giornata tranquilla, non ho riunioni e posso rinchiudermi nel mio studio in attesa di qualche notizia da parte di Taylor o Sawyer o da parte di Christian stesso.
Guardo il telefono e decido di scrivere un messaggio a Christian, e molto probabilmente non risponderà.

Dove sei? Sono le tre di notte. Mi stai facendo preoccupare, dimmi che sei al sicuro.
A. X

Invio e attendo una risposta che non arriva. Che ingenua. Probabilmente ha gettato il telefono. Non so da dove iniziare a cercare, non abbiamo nessun indizio, persino la targa di quell'auto era falsa. Non do la colpa a Taylor per non essere riuscito a seguire quell'auto, nessuno ha la colpa in questo momento. Inizio a piangere e singhiozzare rumorosamente, coprendomi il viso con entrambe le mani e addormentandomi improvvisamente.

Mi risveglio con un gran mal di testa. La sveglia nel mio telefono non smette di suonare e mi alzo per spegnerla. Controllo il telefono sperando di trovare messaggi, chiamate o email da parte di Christian ma niente. Mi guardo intorno ed è tutto come ieri. Sono ancora vestita con i vestiti di ieri e decido di farmi una doccia e cambiarmi per il lavoro. Guardandomi allo specchio noto di essere più pallida del solito e ho due enormi borse e occhiaie dovute al sonno disturbato. Allora, dopo la doccia e dopo essermi vestita, decido di truccarmi leggermente con un po' di correttore e mascara, giusto per coprire i segni di una notte scombussolata. Mi dirigo nel salone dove incontro casualmente Taylor.
«Novità?» chiedo.
«No, signora. Ho contattato tutti i suoi lavoratori, tra cui Welch, sperando potessero aiutarci. Ci raggiungeranno tra poco» Annuisco. «Ha deciso di andare a lavoro?»
«Si, purtroppo devo, per non destare sospetti.» Taylor annuisce ed io sospiro rumorosamente.
«Vuole che Sawyer l'accompagni?»
Scuoto la testa. «Va bene così. Per qualsiasi cosa, ti prego, chiamami. Mi trovi in ufficio.»
«Senz'altro. Stia attenta»
Faccio un cenno con la testa e mi dirigo in garage, dove mi aspetta la mia macchina. Cerco di concentrarmi per evitare di fare qualche incidente. Per andare a lavoro devo passare dal salone di bellezza di Mrs Robinson, e non sono molto contenta di questo. Dal salone vedo uscire la figura di un uomo alto con i capelli ramati e un completo grigio. Christian. Freno di botto, quasi facendomi assalire da un'auto dietro di me. Guardo dallo specchietto retrovisore: non c'è nessuno. L'uomo è evaporato. Scuoto la testa, sto pure iniziando ad avere le visioni.

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