Spesso capita, anche solo per un singolo istante, di sentirsi leggeri, liberi. Come un uccellino quando riesce ad evadere dalla propria gabbia, e leggiadro assapora ingenuo l'immensità del mondo al di fuori.
La libertà è quella condizione in cui l'uomo si determina da sé, agendo secondo la propria volontà; infrangendo quelle catene sociali che lo frenano, legandolo al terreno freddo di questo mondo distratto.
Per molti la libertà ha diversi significati, diversi gusti.
Per Margot quella libertà, che tanto bramava, la poteva raggiungere solo e soltanto in compagnia di una persona, l'unica che volesse trascorrere del tempo con lei, che le avrebbe fatto toccare il cielo se solo lo avesse chiesto.
Si rifugiavano l'uno nell'altro.
Lui era la sua chiave per la libertà."Margot cosa stai aspettando? "
disse Shawn dall'altro lato della strada, guardando dritto una ragazzetta di circa 14 anni, dai lunghi capelli marroni legati in una coda alta. Erano le ore più calde di quell'umida estate canadese, eppure entrambi i ragazzi non avevano intenzione di rintanarsi nel fresco delle proprie case.
Shawn protese avanti una gamba, si sistemò i calzoni corti e fece finta di rimboccarsi le maniche. Lanciò uno sguardo di sfida a Margot che parallelamente lo imitava alla perfezione.
Contarono ad alta voce:
Uno
Due
Tre
Veloci scattarono avanti come gazzelle in fuga, non perdendo mai il contatto visivo della propria meta: la stazione dei treni.
Margot sentiva il vento tra i capelli, i muscoli in tensione, i piedi che quasi non toccavano terra. Le pareva di volare in quella corsa disperata.
Quando toccò il muro della stazione, con il palmo della mano, esultò lanciando grida di gioia davanti alla vittoria schiacciante, subito soffocate dall'affanno.
La testa le girava vorticosamente, le gambe le tremavano e la vista si era pian piano offuscata.
Shawn arrivò poco dopo, esausto, grondante di sudore.
"Non ci credo, non posso aver davvero perso contro di te. Mi rifiuto di accettare questa sconfitta."
Ansimò contrariato lui.
"purtroppo non credo di reggere una rivincita"
Rispose a sua volta Margot che, ancora con il palmo al muro, iniziò a scivolare verso terra, accasciandosi al suolo.
Respirava a fatica, come se un grosso masso le opprimesse il petto, aveva fame d'aria ma non riusciva a prenderne abbastanza per saziarsi. Shawn le si avvicinò, la guardò spaventato e con finto tono pacato cercò di calmare la ragazza.
"Margot ti prego, ascoltami, respira profondamente" disse lui tremante, incapace di fare qualsiasi cosa.
Margot lo guardava con occhi sbarrati di terrore e la bocca aperta, cercando di seguire i consigli dell'amico, inutilmente.
Pensieri dolorosi vorticavano nella mente di Shawn, bloccato davanti a lei, come congelato. Si strinse sconfitto nelle spalle e i suoi occhi si velarono di lacrime.
"Qualcuno mi aiuti!" iniziò ad urlare Shawn in quell'afoso pomeriggio, in cui nessuno poteva sentire il suo urlo affranto.
"ti prego Margot, non lasciarmi così" sussurrò l'amico alla ragazza che pian piano chiuse gli occhi abbracciando il buio.
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Spazio me:
Salve salvino, come ho già precisato non sono una scrittrice quindi chiedo scusa per gli errori.
Non è un caso che io abbia iniziato in terza persona, è una scelta stilistica. Non preoccupatevi
Se vi è piaciuto il capitolo fatemelo sapere
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When the night comes|| Shawn Mendes
FanfictionLa vera bellezza la si vede di notte, in quell'oscurità smorzata solo dalle stelle e dai solitari lampioni di una città dormiente. Nel silenzio, in cui ti mostri senza maschere, dove sei tu soltanto, padrone del mondo o schiavo del passato. La bell...