"C'è chi viaggia per perdersi, c'è chi viaggia per trovarsi."
— Gesualdo BufalinoShawn scese dal tetto utilizzando la griglia di legno, che mia mamma aveva coperto con piante rampicanti, lasciandomi il tempo per cambiarmi.
Lo vidi sedersi sull'erba del vialetto e mi ritrassi in fretta prima che lui potesse sollevare gli occhi alla finestra.
Mi sedetti sul letto e guardai disgustata e affranta la mia immagine proiettata allo specchio.
Mi sciolsi i capelli e ci passai una mano per sistemarli. Stupida, stupida, stupida. mi dissi. Perché avevo detto si? Perché era ancora lì ? Perché non riuscivo a dire di no?
Shawn esercitava una strana influenza su di me, fin dal primo istante. Eravamo migliori amici, inseparabili, come dicevano i vicini che ci vedevano giocare insieme per le strade isolate di Pickering. Era passato così tanto tempo, eppure il mio affetto per lui non era variato. Anzi era anche duplicato e sentivo che qualcosa era diverso, anche più del dovuto.
Mi spaventai nel sentire le mie viscere brulicare, il mio cuore galoppare veloce nel petto, il rossore sul volto. Mi presi il viso tra le mani e respirai profondamente.
Da quanto non compivo una pazzia? Da troppo, troppo tempo. Mi convinsi così che la mia era solo agitazione mista ad adrenalina. Ne ero sicura. Volevo esserne sicura.
"Sei ancora viva?" Sentii dire a Shawn da sotto la mia finestra.
"No"
"Bene, aspetterò che il tuo spirito si finisca di vestire allora"
Ritornai in me e smisi di guardare il mio, spaurito, riflesso.
Aprii tutti i cassetti alla ricerca di un qualsiasi pantalone nero, ma inutilmente. Girai per tutta la stanza e uno stressante senso d'ansia si insediava in me. Dovevo uscire prima che i miei se ne accorgessero.
Optai infine per un jeans e delle scarpe bianche, sconfortata.
"Allora non è uno stereotipo quello delle donne che si fanno attendere" sentii.
"Shawn smettila o ti arriva un secchio d'acqua addosso. Ho finito" dissi prendendo uno zainetto nero con tutto ciò che poteva risultare utile.
Mi affacciai alla finestra e con finta destrezza uscii poggiando i piedi nello stesso punto dove poco prima era seduto Shawn. Preoccupata diedi un'occhiata dietro di me.
Lo stavo facendo davvero, stavo fuggendo da quella situazione, anche solo per poche ore, era ciò che volevo. Volevo evadere dalla realtà.
Mi spinsi verso la fine del tetto con gambe tremanti. Lui era sotto di me e mi guardava pensieroso.
"Quelli sono blu" disse indicando i miei jeans
"Ma dai, non trovavo quelli neri! Chi vuoi che ci veda?"
Guardai la griglia in legno sotto di me, provai a metterci un piede per usarla come scala ma il tremore me lo impedì.
"Margot, Cosa stai aspettando?"
"Ho troppa ansia per scendere" ammisi sottovoce.
"Non ci credo, non puoi essere seria, saranno massimo 3 metri" rispose Shawn aprendo le braccia, sogghignando divertito.
"Appunto!" Dissi alzando gli occhi al cielo per poi tornare a concentrarmi sulla sua figura e sulle sue braccia, in particolare.
"facciamo così. Al mio tre mi prendi"
"Cosa?!"
"Uno" dissi spostando la mia gamba nel vuoto.
"Oddio no no no, sei pazza" Shawn pareva un pulcino spaventato, dimenandosi sotto di me, cercando di non alzare troppo il tono della voce.
"Due" chiusi gli occhi e la brezza fredda mi accarezzò il volto.
"Tre" e mi lanciai nel vuoto.
Avrei potuto urlare, inghiottita dal buio e dal vuoto che mi trascinavano affondo, ma non ne ebbi il tempo che fui avvolta da calde braccia robuste, che mi stringevano così forte che quasi ebbi paura di non potermene più separare.
Percepii un confortante profumo di fiori e riaprii gli occhi tra le braccia di Shawn, visibilmente rosso in volto e sotto shock.
"Vedi? Non era poi così difficile" dissi poi allontanandomi da lui, risistemandomi nervosa i capelli, colta da un improvviso imbarazzo.
Mi guardai intorno, passeggiando lentamente sul vialetto erboso.
Assaporavo quell'aria frizzante, quei rumori notturni e quei lampioni solitari che illuminavano le strade deserte di una cittadina dormiente.
Ispirai a pieni polmoni quella sensazione di libertà e la fermai nella mia mente in una cornice perfetta. Sentii crescere dentro di me una risata, quasi infantile, e iniziai a ridere di me stessa, così stupefatta di essere tornata a far parte di quel mondo di cui ero stata privata.
Girai in tondo guardando il cielo pieno di stelle, che mi sovrastava infinitamente vasto, capace di farti sentire così piccolo e così speciale per aver la fortuna di viverlo. Poi mi voltai a guardare il mio vicino di casa.
"Allora, quali sono i tuoi piani per questa notte, Mendes?" Ammiccai nella sua direzione, citando il suo messaggio anonimo.
Mi fece un sorriso e mi parve che la notte si illuminasse rispetto a prima. Mise una mano nella tasca della felpa e ne trasse fuori un mazzo di chiavi. Lo sventolò in aria, davanti al mio sguardo confuso, per poi premere un pulsante.
Dietro di me si sentì una macchina aprirsi e vidi i fari accendersi.
"O mio dio, stai scherzando?" Urlai di gioia avvicinandomi a Shawn, contenendo a stento l'euforia.
Lui mi tappò la bocca con la mano, e il mazzo di chiavi tintinnò leggermente. Il portachiavi catturò la mia attenzione ma conservai la domanda per dopo.
"Sssh Margot, non ci vedrà nessuno ma ci sentiranno se urli così forte! Comunque pensavo ti avrebbe fatto piacere fare un giro in macchina con me" mugugnai un si e Shawn tolse la mano dalla mia bocca.
"Però preferirei tornare a casa viva, Mendes"
"Non si preoccupi signorina Evans, viva ci torna sicuro, magari senza un braccio o una gamba." Rise lui mentre attraversava la strada che separava le nostre case.
"SHAWN" urlai e lui mi fece un lungo "sssh" di rimando.
Aprii la portiera e mi fece salire in modo teatrale, piegandosi in un goffo inchino.
Poi mi raggiunse dall'altro lato. Inserì le chiavi, girò e ..
"Ma no daii" urlò portandosi una mano alla fronte.
"Che succede?" Chiesi guardandolo, senza ricevere risposta "non dirmi che hai dimenticato di fare rifornimento" continuai.
"Forse"
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Spazio me: Hola, Sono fuori casa per il concerto di Ed Sheeran quindi per un po' non aggiornerò la storia :)
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When the night comes|| Shawn Mendes
FanficLa vera bellezza la si vede di notte, in quell'oscurità smorzata solo dalle stelle e dai solitari lampioni di una città dormiente. Nel silenzio, in cui ti mostri senza maschere, dove sei tu soltanto, padrone del mondo o schiavo del passato. La bell...