2- La partenza

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Passarono degli anni e Abel Jr. crebbe con il nonno e la madre senza che nulla gli mancasse. Il piccolo Abel aveva compiuto 3 anni e aveva imparato piano a camminare. Georgie era una madre deliziosa e il conte Gerald era come un padre per il bambino.

Georgie si era ripresa quasi del tutto dalla mancanza di Abel e ad aiutarla erano stati i suoi amici londinesi: Catherine e la sua famiglia, Dick ed Emma. Era molto riconoscente nei loro confronti.

In quel periodo era cresciuta da vera signora londinese, aveva imparato l'etichetta, la vita a corte, ma quando ne aveva la possibilità non smetteva di correre, coltivare fiori e divertirsi col suo bambino. Quando lo chiamava sembrava tornare indietro nel tempo, quando da ragazzina chiamava Abel. Le mancava, certo, però ora era felice di avere Abel Jr. accanto a sè. Lo teneva tra le sue braccia anche la notte e lo cullava dolcemente cantandogli canzoni serene.

Organizzò un giorno un picnic a una delle tante residenze in campagna con tutti i suoi amici e si divertì molto.

Lowell ed Elisa si erano sposati. Ora tra lei e il biondo c'era solo semplice affetto, niente a che vedere con ciò che provavano anni prima. Era un amore adolescienziale e il destino aveva voluto che le loro vite si separassero.
Alla festa invitò anche loro. Aveva chiarito con Elisa ed era riuscita a diventarci amica.

Tutto andava per il meglio ma sentii che le mancava qualcosa... qualcosa di cui aveva bisogno.

Il pomeriggio passeggiava col padre dopo aver fatto addormentare il piccolo Abel.

Il viale era di ciottoli e Georgie portava uno dei suoi tanti abiti gonfi e di seta, cucito da lei stessa.

Ricordava ancora quando alla festa, quando aveva 12 anni, si era cucita un abito di stoffa di tenda ed era stata umiliata dalle ragazze di classe sociale elevata. Se ora l'avessero vista... come sarebbero state invidiose. Ma Georgie era gentile e le avrebbe perdonate.

-Georgie- il padre la chiamò e lei girò lo sguardo passeggiando sempre sotto il suo braccio -è da un po' che volevo chiederti una cosa

-Dimmi, padre

-Ti piacerebbe cambiare un po' "aria"?

-Aria? Che vorresti dire?

-Intendo ritornare in Australia. Non è che Londra conserva dei ricordi dolorosi e malinconici per te? Non ti ho più vista sorridere come una volta dalla morte di Abel e penso che tornare in Australia ti farà star bene. E poi... è monotono vedere ogni giorno nebbia, no? In fondo sei cresciuta col sole, i prati e le pecore, questo sembra che non sia l'ambiente adatto a te

-Oh, padre. Hai ragione. Forse sarebbe meglio tornare lì. Mi manca l'Australia, ma...

-Non preoccuparti per me, Georgie. Qui ci sono Wilson e tutti gli altri

Georgie lo abbracciò e il padre continuò:- provvederò alla partenza. Possiamo fare tra una settimana, che ne dici?

-Sì. E diamo una festa, prima che parti

-Ma certo. In questo periodo ho da fare a corte ma appena potrò verrò a trovarti

-Certo padre

Georgie sorrise al padre che ricambiò e tornò sotto braccio in casa.

La settimana passò velocemente e Georgie stava sistemando quella domenica le valigie. Il signor Allen era nel suo ufficio di ingegneria navale, era colui che aveva insegnato ad Abel il mestiere. Georgie doveva partire proprio con la nave che Abel aveva progettato anni prima e che il conte Gerald aveva finanziato: la "Lady Georgie". L'aveva dedicata a lei.
Era una cosa romantica che le fece stringere il cuore in una morsa. Capii ancora quanto l'avesse amata e quanto avesse sofferto a vederla con un altro venuto dall'Inghilterra e già fidanzato.

-Georgie, vieni, dobbiamo andare!- la chiamò il padre fuori dalla camera.

-Arrivo!- esclamò lei di rimando e aprendo la porta. Prese il piccolo Abel tra le braccia e il padre invece si occupò delle valigie.

Georgie vide la casa e girò lo sguardo verso il bambino che aveva un espressione innocente. Era bello come il padre.

Presa la carrozza, si diressero al porto dove c'erano gli amici ad aspettarla. La prima a salutarla e saltarle addosso ovviamente era Catherine, divenuta 14enne. Non aveva mai perso la gioia che la caratterizzava anche se era cresciuta.

-Georgie! Mi mancherai!- le aveva detto.

-Anche tu, Catherine- rispose Georgie stringendola in un abbraccio.

-Torna presto eh. Da grande vorrei sposarmi con Abel

Georgie rise e i genitori della ragazzina risero anche loro coscienti che l'avrebbe detto

-Beh, hai ragione tesoro- disse la baronessa alla figlia -Abel è proprio bello già da ora

Catherine e sua madre erano sempre state attratte dalla bellezza di un ragazzo. Abel defunto era già affascinante per loro però ora che c'era Abel Jr. uguale a lui potevano dire lo stesso.

Anche il padre di Catherine la salutò e così anche Emma e Dick. Lowell ed Elise erano partiti per la Francia.

Poi ci fu in turno di suo padre che l'abbracciò forte:-Tesoro, spero che tu stia bene- le disse sincero e lei sorrise tenendo tra le braccia il bambino.

La nave stava per salpare così Giorgie, dopo aver salutato un'ultima volta tutti, salì con Abel. Aveva messo piede sulla nave che aveva ideato Abel e ne era felice. Si girò verso Londra e la famiglia salutandoli.

La nave stava salpando. Giorgie si allontanava sempre di più dalla terra d'origine, Londra. C'era sempre la solita nebbia, i ricordi di Londra non erano molto piacevoli ma quel posto aveva anche regalato momenti di amore.

Era partita per l'Australia con il suo Abel Jr., la creatura nata da lei ed Abel. Tornava in Australia per cercare di far ritornare nel suo cuore la serenità e la spensieratezza di un tempo, della sua infanzia. Giorgie ancora non sapeva che nella Valle del Sole si trovava Arthur, il suo caro "fratello".

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