Tornarono a casa in carrozza e una volta arrivati misero a dormire il bambino nella stanza che era una volta di Georgie. Arthur non voleva che la serata finisse lì senza aver detto nulla, così la invitò a fare una passeggiata a meno che non fosse stanca. Georgie però accettò.
Spensero la luce e camminarono sotto la luna sul prato.Nessuno dei due parlava. Arthur si accorse che Georgie aveva leggermente freddo così subito si tolse la giacca e gliela mise sulle spalle, con delicatezza, come un gentiluomo
-Prendi, Georgie, o ti ammalerai
-Grazie, Arthur- le rispose sorridendogli.
Arrivarono fino ad un ruscello e si sedettero. Erano affiancati. Arthur spostò lo sguardo su di lei. Si soffermò a guardarla di profilo. Gli occhi, il naso, le labbra, il collo, il bellissimo vestito reso bello soprattutto perché indossato da lei.
-Georgie...- la chiamò prendendo coraggio.
-Dimmi, Arthur
Arthur deglutì. Faceva bene a dirglielo? Stava sbagliando? Si sarebbe pentito? Poi però pensò che quello fosse il momento perfetto. Portare Georgie fuori di sera e non fare niente non era carino, poteva sembrare quasi stupido.
Le prese la mano e si chinò piano a baciarla.-Volevo parlarti
-Di cosa?
Georgie dal canto suo era curiosa di sapere cosa Arthur le avesse da dire. Forse lei ora provava qualcosa per lui? Non lo considerava un semplice fratello, di questo ne era sicura.
-Io... ti amo
Ormai l'ho detto, pensò Arthur, quindi devo spiegarle tutto
-Ti ho sempre amato. Avrei fatto qualsiasi cosa per te, pure girare per ogni parte del mondo. Ho resistito in prigione solo perchè non volevo morire prima di dirtelo. Volevo che sapessi quanto il mio affetto nei tuoi confronti fosse grande e sincero. Ogni cosa che hai sempre fatto mi faceva star bene. Il solo averti vicino mi rassicurava. Non sai quanto ho lottato con Abel. Era questo il motivo dell'acidità di mamma. Temeva che io e Abel ci fossimo scontrati per te. Abel voleva rivelarti tutto solo perchè non sopportava vederti con un altro. Pensava che se ti avesse detto che non era tuo fratello tu avresti potuto provare sentimenti nei suoi confronti. Io invece ti amavo ma ti ho sempre voluto vedere felice ed ero convinto che potevo vederti felice solo se tu eri felice. E tu sembravi felice con Lowell. Pensai che era giusto così: che noi eravamo sempre stati solo fratelli e che tu dovevi sposarti con qualcun altro. Ma ora... ora che non c'è nè Lowell, nè Abel, posso dirti tutto. Non riesco neanche ad esprimere il sentimento nei tuoi confronti ma sappi che anche se tu ora mi dici di no io lo accetterò perché se ti fa star bene che io sia sempre come un fratello ne sono felice
Georgie aveva ascoltato tutto senza saltare niente e non le sembrava vero.
Aveva saputo a 14 anni che il fratello la amasse ma non credeva che tutt'ora provasse lo stesso, se non di più.Le vennero le lacrime agli occhi a vederlo così sofferente e fragile che lo abbracciò. Arthur ricambiò la stretta mettendo una mano sulla sua schiena e una tra i suoi capelli. Ne respirò il buon profumo e dopo si scostò per vederle il viso.
Aveva gli occhi lucidi e qualche lacrima sul viso ma era bella lo stesso. Lo era sempre. Arthur le asciugò col dito una lacrima e poi piano, quasi temesse che potesse scomparire da un momento all'altro, le si avvicinò e la baciò.
Georgie non si ritrasse. Era un bacio dolce e sincero che personificava il sentimento di Arthur. Georgie notò che Arthur era veramente diverso da Abel.
Quel bacio non era come quello di Lowell da ragazzina e neanche come quello di Abel, che era più passionale e possessivo. Arthur era sempre stato gentile verso tutti, voleva che fossero felici tutti e per farlo sarebbe anche morto.
In quel momento Georgie si lasciò andare a quel bacio che si intensificò ancor di più ma Arthur si fermò.
A lui non sembrava vero di averla baciata. Il suo amore andava avanti da più di 9 anni e non credeva fosse possibile questo un giorno.
Il cuore sembrava uscirgli fuori dall'emozione.La guardava dolcemente e la strinse a sè ancora come se avesse davvero paura di perderla.
-Georgie resta con me, non te ne andare- le disse.
Georgie alzò lo sguardo e chiese:- andare dove?
-Partire per l'Inghilterra. Viviamo ancora qui. Io, te ed Abel. Saremo felici come una volta. È quello che tutti noi avevamo sempre voluto, ricordi?
-Sì, Arthur. Non me ne vado, lo giuro- promise Georgie sorridendo.
Dopodiché Arthur si alzò e le porse una mano che la fanciulla strinse.
-Sono felice di averti qui, Arthur- gli confessò Georgie.
-Anche io, non immagini quanto- rispose Arthur baciandole la guancia.
Passeggiarono ancora un po' e senza accorgersene arrivarono ad una grotta. Arthur accese una lanterna che si trovava lì e pian piano la stanza si illuminò. Georgie sorrise ammirandola
-Arthur, ma questa è la nostra grotta!
-Già. Non ci ero più venuto
Georgie andò subito a guardare, come se fosse la prima volta, i disegni incisi sulle pareti.
-C'è ancora la tua "pecora"- rise Georgie e Arthur arrossì perché quella creatura che aveva disegnato da piccolo in realtà assomigliava più ad un bue.
Georgie, seguita da Arthur, si avvicinò a dei piccoli manufatti e li toccò.
-Te li ricordi?- chiese Georgie ad Arthur.
Un velo di nostalgia e malinconia aleggiò nei loro occhi.
-Sì. Eravamo tu, Abel ed io... quanti ricordi
-È bellissimo tornare indietro nel passato anche se un po' doloroso, ma bisogna pensare a cose belle- disse Georgie allontanandosi.
-Hai ragione. Possiamo vivere il futuro solo se accettiamo il passato e viviamo il presente- continuò Arthur sorridendo.
Poi le prese la mano e spense la lanterna:- Forse si è fatto un po' tardi, Georgie. Sarà meglio ritornare a casa
Sì, a casa. Che belle parole per entrambi. Ora era la loro casa
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Per sempre insieme
ContoFanfiction sull'anime "Georgie" Dal capitolo 2: La nave stava salpando. Georgie si allontanava sempre di più dalla terra d'origine, Londra. C'era sempre la solita nebbia, i ricordi di Londra non erano molto piacevoli ma quel posto aveva anche regala...