9- La festa di fidanzamento

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Arthur si dichiarò a Georgie e le regalo uno splendido anello con un diamante che aveva comprato con i soldi del lavoro di un intero anno.

Georgie non aveva parole per quel gesto d'amore. Capì che Arthur aveva lavorato solo per lei. Aveva messo i soldi da parte per comprarle l'anello. Non aveva voluto niente da nessuno, ma l'aveva guadagnato con la sua fatica.

Ovviamente Georgie accettò e così stavano insieme. Georgie lavorava ancora da Barbara a cui diede la notizia rallegrandola.

La ragazza inviò una lettera in Inghilterra al padre raccontando tutto ciò che era successo in quel periodo. Disse anche al padre che amava Arthur e ora viveva con lui e il bambino nella sua vecchia casa. Gli chiedeva quando potesse venire a trovarla e che aspettava una sua risposta.

Georgie e Arthur sembravano agli occhi di tutti già come marito e moglie. La notte dormivano insieme ma Arthur non aveva ancora voluto farlo con lei perché pensava che fosse un passo importante e che dovesse essere lei a sentirsi pronta.

La primavera era arrivata e Georgie restava tutto il giorno in casa e da Barbara. Arthur lavorava ma si affaticava di più col caldo e perciò non faceva ore lunghe come prima.

Al porto di Sidney il padre di Georgie scese dalla nave.

Quello era il periodo in cui arrivavano molte persone da Londra, soprattutto nobili.

Infatti giorni dopo arrivarono Lowell ed Elise, e anche l'erede della famiglia Dangering, Maria.

Georgie accolse il padre nel modo più caloroso possibile e Abel non fu da meno. Arthur quel giorno non lavorava così ebbe modo di conoscere il suo futuro suocero.

Lo ringraziò soprattutto per averlo aiutato ad uscire di prigione.

-Come stai, piccola mia?- chiese il conte Gerald alla figlia.

-Bene, papà. E a Londra che si dice?

-Beh, niente di diverso da prima, sinceramente

Arthur sapeva che quello doveva essere il momento di chiedere ufficialmente la mano della figlia.

Per Arthur ci volle molto coraggio a parlare ma il conte gli infondeva aria di fiducia e gentilezza così alla fine lo confessò.

Il padre di Georgie lo guardò parlare deciso e poi guardò anche Georgie che sorrideva così si convinse e accettò considerandolo come un figlio.

Il conte poi guardò la piccola casa e domandò ai due giovani:- avete intenzione di vivere qui per sempre?

Georgie e Arthur rimasero sorpresi da quella domanda ma si guardarono e risposero:- sì

-Ne siete affezionati, vero?

-Sì, padre. Questa casa è confortevole e mi piace. Voglio vivere come ho sempre vissuto- intervenne la figlia.

-Va bene, Georgie. Però che ne direste di avere un'altra proprietà e di allargare la fattoria?

-Penso si possa fare- riflettè Arthur.

-Ragazzi, avete tutto il mio appoggio. Per qualunque cosa io sono a vostra disposizione. A proposito, ho deciso di comprare una bella villa non molto distante da qui, in aperta campagna

-Davvero?- chiese Georgie felice.

-Sì, certo. Magari potremmo svolgere lì la festa di fidanzamento

Georgie e Arthur arrossirono, e il primo voltò lo sguardo verso Georgie.

-Comunque, cari ragazzi, ci organizzeremo... magari più in là

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