II

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<<Stai pensando di andartene da qui?>> chiese Gerard dopo un po' per rompere il silenzio, ma anche perché beh, voleva sapere se anche lui avesse quella intenzione visto che come lui era scappato dal centro di recupero. Il più basso annuì.
<<Il problema è che non so come muovermi>>
<<Neanche io, beh... uhm, potremmo viaggiare in treno>> disse Gerard facendo spallucce mentre spostava lo sguardo su di lui, <<Non c'è mai nessun controllore. Devi essere proprio sfigato per beccare proprio il giorno in cui salgono>> rise.
<<Io avrei da ridire>> disse Frank ridendo poi a sua volta, sbattendosi una mano sulla fronte.
Il rosso ridacchiò, poi restò un momento in silenzio <<Dobbiamo pensare a una meta>> fece una pausa, guardando in basso mentre camminava <<Non troppo lontano, ma neanche troppo vicino>>
<<Uhm, New Jersey? O magari Las Vegas. Ti va bene rimanere in America o vuoi andare più lontano?>> propose il più basso, guardandolo.
<<Uhm... Las Vegas, mi piace>> Gerard si lasciò spuntare un piccolo sorriso mentre alzava leggermente la testa, guardando avanti a sè, permettendo così di far vedere il suo viso al corvino.
<<Bene>>
<<Mhmh>> rispose il più alto tenendo un sorriso, giocando con la sottile catena attaccata al bordo delle tasche dei jeans e facendola tentennare leggermente mentre questa si illuminava dalla luce dei lampioni.

<<Vuoi un cambio? Dovrei avere qualcos'altro>> chiese il rosso piegandosi accanto al borsone per poi rovistare di nuovo tra la roba.
<<Uhm, sì>> rispose Frank restando seduto, dondolando leggermente le gambe. Gerard gli lanciò un paio di jeans con una camicia e si allontanò.
<<Aspetta a cambiarti se vuoi fare una doccia>> gli disse chiudendosi poi in bagno, iniziando a spogliarsi per poi regolare l'acqua e infilarsi sotto il getto tiepido.
Da lì a qualche ora dovevano partire, e dove? Non lo sapevano di preciso neanche loro, ma a loro bastava sapere che potevano andarsene in qualche modo.
Mentre Gerard iniziò a insaponare il suo corpo, frammenti dell'incubo che aveva fatto di notte gli balenarono nella mente, facendo spazio alla sua ansia e frustrazione.
Lui sapeva che, quelle poche volte che sognava, riusciva solo a fare incubi. Ma quello era più di un incubo, per Gerard era un'ossessione.
Non sapere se avrebbe smesso o se avrebbe trovato un modo per cancellarlo dalla sua mente, era questo la cosa che lo spaventava. Sì, lo spaventava.
Sapeva che, tutto ciò che avrebbe fatto in futuro, sarebbe dipeso sempre da quello.
Gerard due anni prima era caduto in una grave depressione, aveva cominciato a bere e ad assumere droghe, e sua moglie si era stancata di lui. Loro due si erano sposati per convenienza, lo aveva capito col tempo, a lei servivano i soldi e lui aveva bisogno colmare i vuoti della sua vita. Anche se in realtà, se ci pensava, lei non riusciva neanche a farlo.
E poi si è trovato senza nulla, a scappare dal paese in cui è nato con l'intento di crearsi una nuova vita e di dimenticare. Di farsi dimenticare.
Dopo una decina di minuti, Gerard chiuse l'acqua ed uscì dalla doccia, avvolgendosi subito nell'accappatoio. Alzò il cappuccio e iniziò a strofinare i capelli mentre apriva la porta del bagno, dirigendosi in salotto per prendere il cambio di vestiti.

Quando anche Frank finì di fare una doccia, si vestì, uscendo dal bagno e cercando Gerard con lo sguardo, mentre si spostava i capelli bagnati dal viso. Il rosso lo guardò accennando una risata.
<<Asciugali quanto puoi con quello>> indicò l'asciugamano che teneva attorno alla vita.
Frank annuì ridendo a sua volta, contagiato dal ragazzo, poi scosse la testa e tornò in bagno ad asciugare i capelli.
Nel frattempo, Gerard recuperò il telefono che usava qualche mese prima, e lo passò da una mano all'altra aprendo poi il coperchio sul retro, notando che la sim era mancante. Quando vide il moro tornare, gli mostrò l'oggetto sospirando.
<<Potrebbe tornarci utile, ma serve una sim>>
<<La prendiamo prima di partire, magari>> rivolse uno sguardo interrogativo a Gerard. Lui si limitò ad annuire, guardando poi l'asciugamano attorno alle sue spalle.
<<Li hai asciugati?>> gli chiese, avvicinandosi a lui.
<<Credo di sì>> rispose Frank ridacchiando.
<<Come pensavo>> disse Gerard notando i capelli bagnati sulla nuca, poi gli tolse l'asciugamano dal collo e lo passò su quel punto, sfregando velocemente ma con movimenti attenti.
<<Oh, ehm>> Frank lo guardò mentre continuava a ridacchiare, spostando poi lo sguardo avanti a sè senza interromperlo. Dopo poco il rosso si fermò, lanciando l'asciugamano sul divano.
<<Grazie>> gli disse Frank abbracciandolo in modo amichevole, quasi scherzoso. Gerard ricambiò l'abbraccio roteando gli occhi, e poco dopo si allontanò, andando a infilare la giacca.
Era sera, perciò andarono in una pizzeria poco distante, ordinando e sedendosi a un tavolo come due persone normali. Quando entrò nel locale un tizio vestito da babbo natale, Gerard lo osservò interagire con i bambini sollevando un sopracciglio, mangiando tranquillamente le sue patatine.
Frank lo guardò e, notandolo distratto, prese una patatina dalla sua vaschetta, facendo finta di nulla. Il rosso lo notò comunque e gli lanciò un'occhiataccia, tenendo una patatina tra le labbra.
<<Hey, come osi>>
<<Oso>> rise il moro guardandolo <<Prendi un po' della mia birra se vuoi, ne avevi voglia, oggi pomeriggio>> fece spallucce.
<<L'avrei fatto anche senza il tuo permesso>> disse Gerard sfacciato e prese la sua birra, bevendone un sorso senza smettere di guardarlo.
<<Ah sì? Non lamentarti se ti fotto le patatine allora>> disse Frank e fece una risatina, fissandolo di rimando.
<<Io, a differenza tua, posso>> ribattè Gerard, lasciando poi la birra sul tavolo e dando un morso al panino.
<<Non sei tu a comandarmi>> disse Frank ironico, e allungò una mano per rubargli altre due patatine.
Gerard afferrò il suo polso, riprendendosele, poi ridacchiò mettendole in bocca, e allora Frank sbuffò alzando gli occhi al soffitto, ridacchiando a sua volta.

𝙏𝙝𝙞𝙣𝙜𝙨 𝘾𝙖𝙣 𝙎𝙩𝙞𝙡𝙡 𝘾𝙝𝙖𝙣𝙜𝙚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora