Jimin's pov
"Chim? Mi ascolti?"
Sorrisi, annuendo.
"Ti ascolto sempre, Tae."
Mi sorrise di rimando, continuando a parlare. Era il mio migliore amico, lo adoravo e tutto, ma era veramente logorroico.
"Mi mancherà stare qui a parlare mentre tu fingi di ascoltarmi."
Scoppiai a ridere, accarezzandogli i capelli.
"Anche a me mancherà stare qui a fingere di ascoltarti."
Io e Tae eravamo migliori amici dalle superiori, ed anche all'università la cosa non era cambiata. Lui, però, aveva deciso di studiare all'estero, lasciando la Corea.
"Non ti sentirai solo in stanza?"
Scossi la testa, sorridendo.
"No, da quel che ho capito un nuovo ragazzo si è trasferito qui, dividerò la stanza con lui."
Annuì, finendo di preparare la valigia.
"Sei sicuro che non vuoi che ti accompagni all'aeroporto?"
Aprì la porta, guardandomi triste.
"Sì, potrei non partire altrimenti."
Scossi la testa tristemente.
"Mi mancherai tanto."
Allargò le braccia, avvicinandosi.
"Vieni qui."
Non me lo feci ripetere due volte, correndo ad abbracciarlo.
"Non trovarti un altro migliore amico, chiaro?"
Risi, scuotendo la testa.
"Mai."
Si staccò dall'abbraccio, prendendo la valigia e uscendo.
"Jimin?"
Mi chiamò, tenendo la mano sulla maniglia.
"Sii felice."
Una lacrima cadde sulla mia guancia. La asciugai, annuendo.
"Anche tu, Tae."
Mi sorrise, chiudendosi la porta alle spalle. Aspettai per cinque minuti davanti alla porta, sperando che tornasse e mi dicesse di aver cambiato idea. Ovviamente, non accadde nulla. Sospirai, uscendo a mia volta dalla stanza, per prendere una boccata d'aria. Mi diressi verso il bar della scuola, sedendomi al bancone.
"Che ti porto, zuccherino?"
Sorrisi, guardando il barista. Ci prova con me da quando è arrivato. Ammetto che non è male, ma non sono interessato ad avere una relazione, almeno per il momento.
"Una spremuta, grazie."
Me la servì dopo poco, fermandosi poi a guardarmi.
"Mi risponderai in maniera carina, prima o poi?"
Presi un sorso di spremuta, scrollando le spalle.
"Non mi sembra di essere stato scortese."
Alzò un sopracciglio, incrociando le braccia.
"Sai che non intendevo questo."
Sospirai, poggiando il bicchiere sul bancone.
"Jackson, te l'ho già detto, non voglio frequentare nessuno."
Fece un mezzo sorriso.
"Cos'è, pensi ancora all'ex?"
Feci una smorfia, tornando a bere.
"Oh, ci ho preso? Scusami, non volevo essere scortese..."
Finii la spremuta, passandogli il bicchiere.
"Tranquillo."
Posò il bicchiere nel lavello, guardandomi.
"Vi siete lasciati da poco?"
Sospirai, poggiando la testa sulla mano.
"No, ma siamo stati insieme più di due anni ed è stata la mia prima storia importante."
Annuì, poggiando le mani sul bancone.
"Primo amore, eh? Non posso competere."
Ridacchiò, ma smise subito vedendo la mia espressione.
"E ridi un po'. Hai il muso più lungo del nuovo arrivato."
Alzai la testa di scatto, cadendo quasi dallo sgabello.
"L'hai visto?"
Annuì, incrociando le braccia.
"Sì, è passato prima. Perché?"
Ripresi l'equilibrio, sistemandomi sulla sedia.
"Tae è partito, quindi sarà il mio nuovo compagno di stanza. Com'è?"
Chiesi, sperando ci avesse parlato.
"Beh, fisicamente è un gran figo. Per quanto riguarda il carattere, non ci ho parlato molto, ma non sembra proprio un simpaticone. Non ha riso alle mie battute."
Disse con un broncio, offeso.
"Perché le tue battute fanno schifo."
Risi, guadagnandomi un'occhiataccia.
"Esci dal mio bar."
Risi ancora di più, alzandomi.
"Vado a conoscere questo muso lungo. Ci vediamo dopo."
Mi salutò con un cenno della mano, tornando a servire i clienti. Uscii dal bar, dirigendomi verso i dormitori. Nel corridoio, continuai a sentire commenti di apprezzamento sul nuovo arrivato. Ma chi è, Brad Pitt?
Mi fermai davanti alla porta di camera mia, facendo un grosso respiro. Entrai, non vedendo nessuno, ma trovando una borsa sul vecchio letto di Tae. Sospirai, guardando i vestiti che erano già piegati sul cuscino. Spalancai gli occhi, notando una maglietta bianca con una scritta nera dietro. Quella maglietta la conoscevo. La presi in mano, sentendo il profumo. Lo riconoscerei tra mille. Lasciai cadere la maglietta, indietreggiando. No, non era possibile. Andai verso la porta, ma prima che potessi anche solo toccarla, qualcuno da fuori la aprì. Entrambi ci fermammo, guardandoci. I miei occhi si spalancarono, mentre le mie gambe iniziarono a tremare. Abbassai lo sguardo, ma lo rialzai dopo pochi secondi, tornando a guardarlo negli occhi, mentre i miei cominciarono a diventare lucidi."Jungkook?"
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Happy ending /Jikook\
Fanfiction•Sequel di: "Cultural exchanges" Sono passati quattro anni da quando Jimin è tornato in Corea, ma la sua relazione con Jungkook è naufragata dopo soli due anni. Cosa succederebbe se, dopo non essersi sentiti per due anni, si ritrovassero per caso? "...